Annabelle – Recensione

Chiunque ha visto The Conjuring sarà probabilmente incuriosito dal nuovo film della coppia John R. Leonetti / James Wan, tornati alla regia per dirigere il suo prequel, Annabelle. La bambola vista nel museo dell’occulto di casa Warren è infatti protagonista di questo nuovo horror, o almeno lo sarebbe dovuto essere: qualcosa non è andata per il verso giusto e, da bambola diabolica e inquietante, Annabelle diventa il cuore pulsante di una produzione che non riesce a distinguersi per qualità.

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Una pupattola in cui risiedere

La trama ruota intorno a Mia e John Gordon, quella che si potrebbe definire la coppia perfetta, la cui vita scorre liscia come l’olio. Lei aspetta un bambino e lui ha tutte le attenzioni possibili verso la moglie, proprio come fa un marito premuroso. Tuttavia la loro sorte non è rosea come l’inizio di Annabelle vorrebbe farci credere: Mia e John vengono coinvolti in un omicidio, dove gli assassini sono due adoratori del demonio che uccidono i vicini per compiere un’evocazione. È così che il Maligno entra nella bambola, cambiando per sempre la vita di quella che, fino a quel momento, sembrava la coppia più felice del mondo. Il demonio vuole l’anima umana – come in ogni film – ed è disposto a spingersi oltre qualsiasi limite pur di ottenerla. L’introduzione è piuttosto buona e senz’altro incuriosisce il pubblico, grazie a un background di spessore che fornisce i giusti dettagli come fossero tanti pezzettini di un grande puzzle da costruire. Manca però quel pizzico di ansia e angoscia duratura, che accompagnava lo spettatore per tutta la durata di The Conjuring. Chi mastica film horror difficilmente riuscirà a essere sorpreso, a “sobbalzare dalla sedia”, perché le scene sono piuttosto prevedibili e persino le apparizioni – specialmente da un certo punto in poi – risultano scontate.

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Tu mi fai girar…

Ciò che stona maggiormente in Annabelle, purtroppo, è proprio la figura della bambola assassina: non riesce a incutere veramente paura come ci si sarebbe aspettati, sebbene esteticamente possa risultare inquietante al punto giusto. Manca di movenze macabre, di movimenti impercettibili che accompagnati da effetti visivi e sonori avrebbero terrorizzato i più e, soprattutto, del cinismo naturale di un giocattolo (o di un altro oggetto qualsiasi) posseduto. Annabelle è viva ma non troppo, insomma. Prospettato dal trailer, il film sembrava molto più pauroso, più angosciante; invece non riesce a eguagliare The Conjuring, che era riuscito a introdurre la bambola assassina in maniera perfetta e con tanta naturalezza. Pure il cast non è che si sia distinto più di tanto, sebbene Annabelle Wallis sia da lodare per l’ottima interpretazione di Mia. Nel complesso un film horror nella media, consigliato soprattutto a coloro che hanno visto The Conjuring, più per completezza che per altro. Azzeccata la scelta della trama, buono l’intreccio narrativo e qualche (rara) sequenza da brividi; per il resto un po’ di amaro in bocca e nulla più.

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