Sin City 2 – Una donna per cui uccidere: recensione

Dopo tanta attesa, ecco finalmente Sin City 2 – A dame to kill for o in italiano “una donna per cui uccidere”, diretto di nuovo da Robert Rodríguez  e coadiuvato alla regia ancora una volta dallo stesso autore della graphic novel: Frank Miller. Questo secondo Sin City è ovviamente basato sull’ononima serie a fumetti del 1991 ed edita in Italia da Star Comics. Scrivere una recensione per Sin City 2 non è semplice: ci sono un paio di fattori con cui bisogna fare i conti, come ad esempio l’effetto alone dato dal successo del primo Sin City e dalle caratteristiche visive che lo accomunano. Lo sappiamo tutti: il primo Sin City è stato un capolavoro assoluto, un film che è riuscito a creare un lungo e profondo solco in un genere cinematografico da me molto apprezzato: quello dei film tratti dalle graphic novel. Purtroppo il secondo capitolo è una ciambella che non è riuscita perfettamente col buco e dopo le necessarie premesse vediamo come mai.

Come non è…

Non è, purtroppo, all’altezza del suo predecessore. Sì, ripropone gli stessi personaggi; sì, segue la stessa atmosfera noir, ma, c’è un qualcosa di fondo che non convince del tutto. Innanzitutto il cast: identico a quello di 9 anni fa, fatte eccezione per Josh Brolin il quale ha rimpiazzato Clive Owen a causa degli impegni cinematografici di quest’ultimo. J.Brolin ha interpretato egregiamente il personaggio di Dwight McCarthy, ma Clive Owen era riuscito a rendere proprio quel personaggio e a far associare quel nome a quel viso. Cambiando faccia, purtroppo, si è perso un po’ di continuità, creando un leggero senso di smarrimento. Discorso analogo per Jamie Chung la quale ha sostituito Devon Aoki. Fortunatamente ci sono sempre Micke Rourke, Jessica Alba e Bruce Willis i quali sembrano volerci ricordare che quello che stiamo guardando è il sequel di quel film che tanto ci è piaciuto 9 anni fa. Volti nuovi: Joseph Gordon Levitt ed Eva Green. Entrambi interpretano egregiamente i loro ruoli, soprattutto la statuaria Eva Green, la quale sfoggia, oltre una dote recitativa di alto livello anche un corpo mozzafiato.

Eva Green-sin city 2

Come è…

Sin City 2 ci catapulta in una città dove tutto è permesso, dove se imbocchi il vicolo giusto, a Sin City puoi scoprire qualsiasi cosa e lo fa partendo da una scena d’azione che fa da prologo all’intero film e che ben fa presagire sulla bontà dello stesso. Un prologo che fin dai primi minuti fa pensare allo spettatore di non aver aspettato invano 9 anni. Le scene si susseguono ad un ritmo non incalzante, ma che comunque riescono a far stare incollato sullo schermo lo spettatore, tranne per alcune piccole sequenze le quali hanno l’effetto di appesantire la visione, dando proprio l’idea di aggiungere un qualcosa che non serve. Le stesse scene d’azione, benché ben realizzate non riescono sempre a risultare convincenti. Forse si è persa un po’ di quella sana violenza cinematografica che caratterizzava il primo Sin City, non che intendiamoci questo Sin City 2 – Una donna per cui uccidere sia da meno, ma nel primo sembrava il tutto più che giustificato. Quello che si avverte è una cura leggermente minore rispetto al primo film per quanto riguarda questo preciso aspetto. Ma come detto, il film funziona bene: l’intreccio e la trama sono avvincenti, forse non quanto il primo Sin City, ma sicuramente ad alto livello. Un livello che forse scende un attimo nell’ultimo capitolo del film, dove vengono proposti un Marv e una Nancy che altro non fanno che sparare a destra e a sinistra.

In conclusione…

… È un film che, chi ha apprezzato il primo Sin City deve assolutamente vedere, anche soltanto per rivere quell’atmosfera così caratteristica di questa produzione. È un film che sicuramente tiene alta la bandiera dei cine-graphic novel e che vi farà sentire soddisfatti di aver speso i soldi per il biglietto del cinema.

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