Dynasty Warriors 8: Empires – Recensione

Il 2014 verrà ricordato in maniera particolare dai possessori di Nintendo Wii U, che hanno conosciuto un periodo davvero ottimo di uscite piuttosto importanti, partendo da Aprile con Mario Kart 8 e arrivando nel periodo autunnale con l’uscita di Bayonetta 2, Super Smash Bros e, ultimo ma non per importanza, The Legends of Zelda: Hyrule Warriors. Il titolo, uscito lo scorso Settembre, ha avuto un discreto successo tra la critica videoludica e i giocatori di tutto il mondo, riuscendo bene a fondere in un unico elemento la saga di Zelda e il genere dei musou. Proprio di quest’ultimo vi parleremo nel corso di questa recensione: il cosiddetto genere dei “musou” infatti consiste nel comandare un personaggio che si ritroverà a dover fronteggiare, da solo, decine e decine di nemici. Questo genere è iniziato più precisamente con Dynasty Warriors, sviluppato da Koei Tecmo e sbarcato inizialmente sulle console Playstation. In seguito, negli anni successivi, sono stati realizzati numerosi spinoff e crossover su licenza, come ad esempio Warriors Orochi, Fist of The North Star: Ken’s Rage (e relativo seguito), One Piece Pirate Warriors, Dynasty Warriors: Gundam e via dicendo.

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Diversamente da altre mosse commerciali come la rimasterizzazione o i porting HD, Dynasty Warriors vede sempre prima l’uscita del capitolo ufficiale vero e proprio, seguito poi a sua volta da uno o più spinoff (o per meglio dire espansioni), in questo caso Dynasty Warriors 8: Xtreme Legends, uscito a cavallo dello scorso anno nel mercato europeo. Quest’anno, la saga di Dynasty Warriors torna ai battenti con Dynasty Warriors 8: Empires, secondo spinoff dell’ottavo capitolo, già disponibile dallo scorso 27 Febbraio per console di nuova generazione, rispettivamente Xbox One e Playstation 4 (e PC, ovviamente, attraverso il canale di distribuzione in digital delivery, Steam), oltre che per la console Sony di scorsa generazione, Playstation 3.

Per i giocatori che non conoscessero eventualmente la celebre saga di Dynasty Warriors, è bene sapere che il titolo firmato Koei Tecmo si ripropone di ricostruire (più o meno verosimilmente, beninteso) la storia e le vicende della Cina nel suo periodo imperiale, ovvero a partire circa dal 200 A.C. fino ad arrivare al 220 D.C., in un susseguirsi continuo di dinastie e imperatori (come, tralaltro, suggerisce il nome). Bisogna constatare che, sebbene i fatti non sono sempre del tutto riconducibili alla realtà, la storia è raccontata in modo piuttosto piacevole con varie scene d’intermezzo, tutte realizzate in-game, quindi facendo utilizzo dello stesso motore grafico. Dynasty Warriors 8: Empires inizia quindi con la scelta del proprio ufficiale: la scelta sarà piuttosto ampia e i personaggi sono ben caratterizzati da un punto di vista prettamente estetico. Potremo scegliere quindi tra una decina di funzionari, tra cui ad esempio Li Dian, Lu Su, Dong Zhuo, Sun Jian, Liu Bei e altri ancora. Ognuno di questi personaggi sarà inoltre contraddistinto da una serie di valori, come i punti salute, attacco, difesa, leadership e, per finire, l’arma preferita. Sarà quindi discrezione del giocatore scegliere il personaggio che più si confaccia ai suoi gusti e preferenze.

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Iniziando il gioco saremo quindi chiamati a svolgere una serie di missioni, in cui il denominator comune (e obiettivo permanente) sarà quello di abbattere le decine e decine di nemici che avremo davanti a noi. E’ questa quindi l’essenza dei titoli appartenente al genere musou, abbattere orde di nemici in varie circostanze, siano esse un’invasione, una battaglia o un raid, o ancora la difesa di alcuni personaggi. La particolarità di Dynasty Warriors 8: Empires è che, oltre al combattimento vero e proprio, potremo gestire anche le nostre truppe impartendo dei comandi dal D-pad, come ad esempio l’avanzamento offensivo piuttosto che la difesa. I comandi per il combattimento sono piuttosto semplici e intuitivi: ci sarà, similmente ai titoli picchiaduro o action, un tasto riservato per l’attacco (quadrato nel caso della versione testata da noi, Playstation 4, e X per la controparte Xbox One) e un altro (tasto triangolo) per l’attacco più forte. Oltre a questi sarà possibile sferrare un altro tipo di mossa, il cosiddetto attacco musou, attraverso il tasto cerchio (o B, per la versione Xbox One).

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Una caratteristica di Dynasty Warriors 8: Empires che può sicuramente essere apprezzata da diversi giocatori, è il fatto che la ripetitività del gameplay (insita, comunque, nel genere stesso dei musou) viene in un certo senso “affievolita” dalla possibilità di salire di grado nell’avanzamento del gioco, fatto che comporta chiaramente delle responsabilità e delle mansioni aggiuntive (che esuleranno anche dai combattimenti, come i rapporti diplomatici), che dovranno essere gestite nel migliore dei modi.

Tecnicamente parlando, va subito detto che Dynasty Warriors 8: Empires non mostra di certo i muscoli delle console di nuova generazione, Playstation 4 e Xbox One. I modelli poligonali delle ambientazioni, così come quelli dei personaggi stessi sono piuttosto scialbi e poveri di dettagli, pur considerando il numero considerevole di nemici che avremo a schermo, i quali fortunatamente non mettono in pericolo il frame rate di Donasti Warriors 8. Ci saremmo aspettati sicuramente di più, questo è certo, anche se bisogna sempre tenere in considerazione che per un genere di gioco come questo (e per la presenza appunto di svariati nemici su schermo), “stratagemmi” come questi sono all’ordine del giorno.

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Commento finale

In definitiva Dynasty Warriors 8: Empires è un titolo che va sicuramente giocato da ogni appassionato dei musou, data la buona alternanza tra l’aspetto gestionale e quello più “caciarone” dei combattimenti. Non ci sentiamo però di consigliarlo a tutti, dal momento che il sistema di combattimento rimane ancora fin troppo ripetitivo e alla lunga, come ogni Dynasty Warriors d’altra parte, potrebbe stancare, senza considerare la poca cura riservata per il comparto tecnico, abbastanza deludente.

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