Gears of War Ultimate Edition – Recensione

Nel corso di questi due anni dal lancio delle console di nuova generazione di Sony e Microsoft, Playstation 4 e Xbox One, l’offerta ludica non è stata di certo delle più entusiasmanti (eccezion fatta per titoli tripla A come The Order 1886, Bloodborne e Sunset Overdrive), con la preponderanza di collection in alta definizione e titoli rimasterizzati per l’occasione in Full-HD. E’ questa una mossa commerciale sempre più in voga e utilizzata da gran parte delle software house attuali, e durante gli ultimi mesi abbiamo assistito al lancio di diversi prodotti di questo tipo, tra cui menzioniamo Grand Theft Auto V (arrivato su console di nuova generazione con un comparto tecnico completamente rinnovato, oltre ad alcune migliori in termini di gameplay e di colonna sonora), The Last of Us Remastered dei Naughty Dog, Tomb Raider Definitive Edition, Devil May Cry Definitive Edition, Dead or Alive 5 Last Round, Dishonored Definitive Edition e così via, arrivando fino ai giorni nostri.

Un po’ a sorpresa, in occasione dell’ultimo Electronic Entertainment Expo tenutosi lo scorso Giugno in quel di Los Angeles, Microsoft ha avuto modo di annunciare il tanto rumoreggiato Gears of War Ultimate Edition in esclusiva per Xbox One, ovvero la versione rivisitata di uno dei giochi più apprezzati nel corso della scorsa generazione di console, vale a dire Gears of War, uscito originariamente nel 2006 in esclusiva per Xbox 360, e arrivato infine solo in un secondo momento su PC. Dopo una breve (ma intensa) beta aperta al pubblico, il titolo è finalmente arrivato nei negozi di tutto il mondo. Varrà la pena tornare nelle file dei COG per l’ennesima volta? Scopritelo leggendo il resto della nostra recensione.

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Se così si può dire, le novità iniziano a farsi intravedere già dal menu iniziale, che presenta sin da subito un aspetto particolare. Lo sfondo animato (o background) che si intravede dietro le scelte del menu sarà infatti soggetto a dei cambiamenti man mano che proseguiremo nella storia, per un totale di 5 atti. Per chi fosse alle prime armi (giusto per rimanere in tema) con la saga di Gears of War, la storia del gioco ha inizio 14 anni dopo l’emergence day (giorno in cui le locuste hanno preso il sopravvento e sono emerse dalle profondità terrestri) nel penitenziario di Jacinto, all’interno del quale è rinchiuso Marcus Fenix per disssertazione. L’uomo viene subito liberato da Dominic Santiago, dietro comando del colonnello Victor Hoffman, a seguito dell’invasione di locuste. A questo seguirà una forsennata corsa verso il salvataggio degli umani sopravvissuti alla minaccia delle locuste.

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Ciò che ha da sempre contraddistinto Gears of War, e che soprattutto lo ha reso famoso all’interno degli sparatutto in terza persona, è indubbiamente il sistema delle coperture, davvero rivoluzionario in riferimento al periodo in cui uscì. Le coperture assumono quindi un ruolo significativo all’interno del gioco, essendo fondamentali nello scontro tra i nemici, soprattutto alle difficoltà più elevate. Per quanto riguarda le armi, Gears of War non è mai stato forse il miglior esponente da un punto di vista quantitativo, essendo la scelta fondamentalmente relegata al Lancer, ovvero l’arma principale dei COG dotata di baionetta (utilissima per gli attacchi corpo a corpo), il fucile a pompa (in inglese “Gnasher“, per i combattimenti più ravvicinati) e infine il fucile a distanza (o “Shotgun“) utile per i più esperti dalle distanze.

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Tutto ciò si rivolta però in ambito multiplayer, dove le carte in tavola sono ben differenti. Se infatti all’interno della campagnia verrà dato molto spazio al Lancer, in multiplayer online gran parte degli scontri saranno basati sul fucile a pompa. Veniamo quindi al multiplayer di Gears of War Ultimate Edition, che pur cambiando -ovviamente- da un punto di vista tecnico, rimane inalterato nella sua formula di gameplay che lo ha reso vincente nel corso della scorsa generazione. Il feeling delle mappe è così rimasto assolutamente simile a quanto visto sinora, con la curiosa aggiunta di quelle contenute esclusivamente nella versione PC del gioco, per un totale di 19 mappe. Le novità fondamentali vanno però rintracciate in alcune piccole aggiunte in termini di gameplay derivate fondamentalmente da Gears of War 3, tra cui la rilevazione del nemico e la possibilità di sbloccare nuove skin personaggio. Le modalità principali del comparto multiplayer si dividono essenzialmente in due categorie, rispettivamente Partite Non Classificate e Classificate. Nel caso della prima potremo ad esempio trovare Deathmatch a Squadre, mentre nella seconda avremo a che fare con la più classica delle modalità di Gears of War, vale a dire Esecuzione, in cui non è permesso il respawn dei giocatori. La discriminante tra Non Classificate e Classificate sta ovviamente nei punti esperienza, che vengono tolti nel caso della seconda in caso d’uscita improvvisa dalla partita.

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Da un punto di vista tecnico, Gears of War Ultimate Edition ci è sembrato un lavoro di pregiata fattura, grazie allo sviluppo ad opera dello studio The Coalition, avvenuto incredibilmente in meno di un anno dall’uscita del gioco nei negozi. Il titolo supporta nativamente i 1080p (al contrario dell’originale, che girava a 720p), raddoppiando per giunta i frame al secondo, ovvero 60 contro i 30 del primo Gears of War. Non si ferma a questo però l’opera di rimaneggiamento da parte dei ragazzi di The Coalition, dato che una consistente mole di effetti sonori è stata nuovamente campionata, per garantire il massimo livello qualitativo anche sotto quest’aspetto.

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Commento finale

In definitiva, Gears of War Ultimate Edition è una rimasterizzazione che ha senso d’esistere, al contrario di altre realizzazioni simili dalla dubbia funzione. Il comparto tecnico è stato assolutamente migliorato, pur lasciando inalterato il gameplay e il feeling del gioco, sia a livello della campagna che nelle partite multiplayer. Consigliamo quindi questa Ultimate Edition sia ai veterani della serie, per le numerose nuovità introdotte, sia per i novizi, che possono ritrovare in questo titolo un gameplay convincente ancor oggi.

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