Halo 5: Guardians – Recensione

Il ruolo di Halo nell’universo del marchio Xbox è sempre stato quello del “capo” pronto a guidare le console di casa Microsoft verso nuovi successi sul mercato e oggi, più che mai, il compito di questo nuovo capitolo ufficiale sembra proprio questo. Xbox One, lo sappiamo, non è partita proprio bene, ferita da scelte che hanno compromesso persino la fiducia degli utenti storici e che solo ultimamente, grazie alla saggia guida di Phil Spencer, uno che vive evidentemente di pane e videogiochi, sta recuperando terreno. La line-up di fine anno della terza console del colosso statunitense è solida e ricca di esclusive interessanti, tra cui svetta indubbiamente Halo 5 Guardians: aldilà della raccolta de la Master Chief Collection dello scorso anno, si tratta del primo episodio della ormai storica saga ad essere realizzato esclusivamente per Xbox One con risultati che rispecchiano le aspettative, ma non sorprendono.

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A caccia del Capo

Halo 5 Guardians recensione 01
La campagna di Halo 5 Guardians parte da premesse piuttosto coraggiose: lo sviluppatore 343 Industries, che da Halo 4 ha raccolto il testimone da Bungie, ha deciso di introdurre un nuovo protagonista, lo Spartan Locke, chiamato a fiancheggiare l’amato Master Chief. La storia parte subito dopo la fine del capitolo precedente e, in seguito a una serie di eventi che preferiamo non svelare per non rovinare la “sorpresa”, vede la Squadra Osiris mettersi letteralmente a caccia del Capo e del suo Blue Team, rei di non aver obbedito agli ordini pur di scoprire un segreto che mette in discussione praticamente l’intera saga. È il grande colpo di scena che viene svelato verso la fine dell’avventura e che, come sempre accade per le grandi storie, farà storcere il naso a molti e scatenerà la curiosità di altri ancora. Un forte antipasto di quel che presumibilmente vedremo in Halo 6: non si nasconde del resto che Halo 5 Guardians sembra essere il classico episodio di mezzo di una trilogia, con tutti i pro e i contro della situazione.

Halo 5 Guardians recensione 03
Questo pretesto è servito allo sviluppatore per permettere ai giocatori di impersonare entrambi i protagonisti: va però ammesso che Master Chief e il suo team hanno un ruolo piuttosto ridotto e le missioni nei panni dell’icona della saga sono indubbiamente meno rispetto quelle in cui si controlla lo Spartan Locke. Ma, a conti fatti, si tratta solo di un espediente utile alla storia visto che gameplay alla mano non cambia assolutamente nulla. Impersonare il Capo o Locke non restituisce la minima differenza, se non ovviamente negli obiettivi della missione. Il tutto scorre a ritmi serrati, per una campagna che offre ambientazioni più aperte rispetto al predecessore, ma medesimo stile senza vere e proprie novità. Sì, è stata introdotta la possibilità di mirare tramite il grilletto sinistro (non ce ne vogliano i puristi di Halo, ma nel 2015 è lecito attendersi uno svecchiamento delle meccaniche), scatti direzionali tramite i Thruster e nel complesso una maggiore mobilità che permette ad esempio di scavalcare ostacoli o una corsa utile ad aumentare la velocità nelle situazioni in cui è necessario: inoltre, la cooperativa per quattro persone (nel caso si giochi in solitaria è possibile impartire ordini specifici ai compagni di squadra) aggiunge nuove velleità tattiche alle situazioni di gioco, merito anche di una quantità superiore di nemici accompagnati da una sorta di mini-boss non molto semplici da abbattere. È un quadro complessivo di piccole introduzioni che ha l’indubbio merito di svecchiare la formula di gioco e di rendere più accattivanti le soluzioni proposte al giocatore, ma alla fine si tratta sempre del solito Halo, nel bene e nel male.

Valutando generalmente la campagna possiamo dire che non è certamente la migliore che è possibile trovare nella storia della saga e 343 Industries non riesce ancora ad eguagliare la bravura dei ragazzi di Bungie nel saper creare momenti epici ed originali in quasi ogni episodio, ma nel complesso è ben realizzata, l’intelligenza artificiale è sempre su ottimi livelli (marchio di fabbrica per la saga) e non stanca mai nelle 6-7 ore di gioco richieste per completare l’avventura a livello Normale. Ce ne vogliono circa 2-3 in più se si considera l’aumento della difficoltà o l’uso dei teschi che, come al solito, permettono di variegare l’esperienza. Ma anche qui una tirata d’orecchie va agli sviluppatori, dato che avevano promesso una longevità raddoppiata rispetto al predecessore e invece siamo praticamente sugli stessi livelli. Quindi, per quanto buona, la campagna rappresenta certamente un po’ l’anello debole di questa produzione, considerata anche una storia che al netto di qualche bel momento poteva decisamente essere narrata meglio e più approfondita, specialmente per quanto riguarda i nuovi protagonisti.

Zona di guerra

Halo 5 Guardians recensione multiplayer 02
Il piatto forte è il multiplayer. Non è una sorpresa data l’epoca iperconnessa in cui viviamo e considerato che Halo non ebbe soltanto il merito di sdoganare il genere degli sparatutto in prima persona in console, ma anche di introdurre un modo di intendere e fare il multiplayer (Halo 2) che è stato poi imitato e perfezionato dai concorrenti futuri. Halo 5 Guardians non poteva dunque esimersi da offrire qualcosa di forte sotto questo punto di vista e puntualmente non rimaniamo delusi, perché siamo di fronte a quello che è uno dei migliori sparatutto multiplayer degli ultimi anni.

La grande novità è rappresentata dalla modalità Warzone, che propone partite fino a 24 giocatori accompagnati da un gran numero di IA Covenant e Prometeici. L’obiettivo degli utenti, divisi in due squadre, è quello di conquistare prima degli avversari tre avamposti disseminati lungo le enormi mappe che contraddistinguono questa modalità. Ci sono pure piccoli boss da affrontare il cui abbattimento garantisce punteggio extra. Si tratta di una grande trovata, non propriamente innovativa, ma che trasferisce nel multiplayer lo spirito della campagna. È richiesto notevole acume tattico e un grande gioco di squadra (la comunicazione con gli altri elementi è quindi fondamentale) per prevalere sui giocatori nemici.

Continuando a parlare di introduzioni, è interessante il debutto dell’inedito sistema di ranking stagionale del giocatore che prevede una scalata fino al livello Campione, passando per Bronzo, Argento, Oro, Diamante e Onice. Il tutto è stato progettato affinché l’utente abbia maggior consapevolezza dei propri progressi online, venga “spinto” a rimanere più a lungo nei server di Halo 5 e soprattutto per permettere ai giocatori dello stesso livello di affrontarsi tra loro, con l’obiettivo di garantire partite tutto sommato equilibrate. Questa soluzione funziona ma non sempre, dato che ci è capitato di imbatterci in giocatori dal ranking decisamente superiore al nostro: piccoli difetti del sistema di matchmaking che per fortuna non si presentano in maniera frequente e che potranno essere risolti facilmente con i prossimi aggiornamenti. Strettamente correlati alla modalità Warzone sono invece i REQ, delle carta abilità ottenibili giocando o acquistandoli anche con valuta reale, che offrono oggetti di personalizzazione per la propria armatura o utilizzabili durante le partite. Ma non si ottiene mai nulla che possa veramente sovvertire le carte in tavola, in nome dell’equilibrio che deve essere mantenuto a ogni partita.

Halo 5 Guardians recensione multiplayer 03

Queste sono solo le novità e già basterebbero per disegnare il quadro di un multiplayer molto divertente e destinato a durare alla lunga: in realtà, c’è ancora molto di più e ovviamente parliamo del corollario di tutte le tipologie di gioco classiche della saga racchiuse nella modalità Arena. Cattura La Bandiera, Tutti contro Tutti, SWAT e Massacro per citare solo alcuni dei ritorni e Fuga per parlare di una delle novità, dai ritmi serrati e a nostro parere veramente molto divertente. I giocatori hanno a disposizione una sola vita e devono impegnarsi a vincere i round all’interno di mappe particolari ricche di dislivelli. Ci si affronta a squadre in diversi match e vince la prima che raggiunge i cinque punti: per ottenerli, durante i vari turni bisogna riuscire a rubare la bandiera oppure uccidere tutti gli avversari. Si va molto veloci e solo i giocatori più svegli e rapidi riescono ad avere la meglio.

Insomma, dopo il “flop” di Halo: The Master Chief Collection, che ebbe problemi con netcode e Matchmaking per diverse settimane dopo il lancio, tanto da costringerci ad abbassare persino il voto nella nostra recensione, 343 Industries e Microsoft hanno svolto un lavoro eccezionale per Halo 5 Guardians. Si è connessi a una partita quasi immediatamente anche con reti internet non propriamente veloci e non si notano praticamente mai grossi problemi di lag o disconnessioni durante i match. Infine, per completare il lungo discorso sul multiplayer, ritorna ovviamente la possibilità di personalizzare esteticamente il proprio Spartan e di salvare alcune tipologie di partite. La modalità Cinema è sempre ben apprezzata e permette di riguardare i propri incontri e le relative migliori azioni: entro la fine dell’anno arriverà anche la Fucina, l’immenso editor di mappe potenziato rispetto al passato che promette un livello di libertà mai visto nella storia della saga. Ma per giudicarlo dovremo aspettare dicembre.

Halo 5 Guardians recensione multiplayer 04

A chiusura della recensione ci concentriamo invece su una veloce valutazione del comparto tecnico, che offre un buon passo in avanti rispetto ad Halo 4, il tutto a 60 frame stabili per secondo. Una promessa fatta e mantenuta ai giocatori che ha portato a qualche compromesso, visto che la risoluzione in qualche situazione “scende” dai 1080p di default e il livello di dettaglio non è sempre molto elevato. Piccole cose molto difficili da notare comunque, dato che vi si troverà di fronte ad ambientazioni quasi sempre enormi e molto spettacolari. Halo 5 Guardians non punta certo a un aspetto fotorealistico, ma il risultato complessivo è comunque di ottima fattura.Il comparto audio offre una buona colonna sonora in grado di rimaneggiare storici pezzi del pazzato con alcuni composti per l’occasione e un doppiaggio in lingua italiana più che ottimo, specialmente per i personaggi principali.

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Commento finale

Halo 5 Guardians pone le basi per Halo 6: lo fa dal punto di vista della storia, proponendo una campagna buona ma non indimenticabile che mostra però tanto potenziale in vista del futuro; lo fa dal punto di vista del gameplay, inserendo piccole novità che potranno essere approfondite ulteriormente nel prossimo episodio; lo fa anche per quanto riguarda il multiplayer, offrendo un comparto solido, variegato e particolarmente riuscito che funge da nuova rinascita per la community, un po’ fredda nei confronti del seppur ben fatto multigiocatore di Halo 4. Un ottimo sparatutto a cui manca la ciliegina sulla torta per aspirare ai grandi della saga e del genere di appartenenza, estremamente consigliato a tutti i fan. Se non lo avete mai amato, invece, non cambierete idea con questo episodio.

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