Final Fantasy 6 perché sei così brutto su PC?

Square-Enix ha deciso di portare “Final Fantasy 6” (ultimo capitolo della serie uscito per Super Nintendo) su dispositivi mobili e, poi, su PC. E di farlo rendendo orribile la sua caratteristica grafica in pixel art. Sull’argomento esistono due scuole contrastanti: c’è chi si lamenta della qualità visiva del port e chi comunque sostiene che una qualsiasi grafica non pixelata sia comunque migliore e più moderna di quella di partenza. Capisco le ragioni di chi sostiene quest’ultima idea. All’epoca, la pixel art era l’unico modo per esprimersi, e si faceva di tutto per alzarne la qualità e spremere i motori grafici. Oggi, la pixel art vuol dire (solitamente) nostalgia e ritorno all’infanzia degli sviluppatori che la usano. Detto questo, il problema non è che “Final Fantasy 6” non è più in pixel art: il problema è che… no via guardate da soli.

final fantasy 6 grafica mod

La versione PC di “Final Fantasy 6” proviene direttamente dal remake realizzato per dispositivi mobili, esattamente come è successo per “Final Fantasy 5” (e la grafica dei giochi è in entrambi i casi un disastro). Lars Doucet , su Gamasutra, affronta nel dettaglio i problemi della grafica nel suo blog “Doing an HD Remake the Right Way” e vi invito a leggere l’articolo originario per approfondire la questione, che mi limiterò a trattare nelle sue linee generali.

Intanto, potete intuitivamente notare che qualcosa non va nelle proporzioni. Beh, ogni singola schermata è il risultato di uno stretching orizzontale del 21% delle schermate originarie. Hanno preso le schermate dallo SNES e le hanno slargata in orizzontale per farle entrare negli schermi widescreen e nella proporzioni attuali con cui di solito giochiamo, senza alcun riguardo. Altri problemi sono nati quando i diversi tileset, gli oggetti bidimensionali che compongono le scene, sono stati ridisegnati a più alta risoluzione. I diversi “pezzi” della grafica si fondevano naturalmente tra di loro quando la resa era in pixel, perché le figure non avevano contorni e dettagli netti. I difetti tra gli incastri delle diverse parti erano semplicemente meno visibili… e invece nella versione ad alta risoluzione quello che non torna è visibile in modo spettacolare. Un esempio? Guardate con attenzione la successione dei mattoni nelle colonne dell’immagine qua sopra

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Inoltre, la grafica ha subito qualche violento procedimento coi filtri per diventare quella che vediamo nel gioco. Disegnata in pixel-art (vedete una ipotetica versione di partenza qua sopra, chiamata “Native Pixels”) viene trasformata in una roba vaga e nebbiosa dal terribile filtro bilineare. Come evidenziato da Doucet, si possono preferire dei pixel ben visibili, si può preferire uno stile più moderno e ad alta risoluzione, ma non ha senso prendere una grafica realizzata in pixel art e spiaccicarci sopra un filtro bilineare. L’algoritmo suggerito da Doucet (ingrandimento con XBR e poi rimpicciolimento con filtro bicubico) dà risultati nettamente migliori, e sopravviverebbe anche a una ulteriore applicazione di un filtro bilineare su tutto lo schermo.

Traduzione: si poteva fare molto meglio con molto poco. Inoltre, mentre ai personaggi nel port di “Final Fantasy 6” su PC viene applicato un filtro e poi viene applicato un ulteriore filtro bilineare che colpisce tutto lo schermo (deformandolo nelle nuove proporzioni), gli ambienti sono fatti ancora in pixel art, e il loro aspetto dipende solo dall’applicazione del secondo filtro bilineare, quello che agisce su tutta la schermata. Fortunatamente, un gruppo di modders si è messo al lavoro nel tentativo di risolvere un po’ di questi problemi e di donare alla grafica di “Final Fantasy 6” una tarda giustizia.

Jed Lang per esempio ha rilasciato una patch che intanto toglie il filtro bilineare, migliorando nettamente la qualità. La strada per rendere il gioco tollerabile è ancora però molto lunga. Square-Enix, evidentemente a corto di idee nuove per i suoi videogiochi di ruolo, ha da tempo intrapreso l’opera di remake e restaurazione dei suoi classici con l’obiettivo di renderli giocabili su ogni possibile piattaforma di ogni possibile epoca. Ma dovrebbe dare un po’ di attenzione in più al suo lavoro.

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