Hitman: Pacchetto Intro – Recensione

Non è affatto semplice recensire questo Hitman. La formula episodica scelta dallo sviluppatore per questo nuovo capitolo della serie che, come si intuisce dal titolo senza numeri e sottotitoli, vuole rappresentare una sorta di reboot per l’Agente 47, ci costringe a valutare un prodotto ben fatto sotto diversi punti di vista, ma ancora carente per quel che riguarda i contenuti. È solo l’inizio di un lungo percorso che nel corso dell’anno vedrà il lancio di altri cinque episodi, per completare un pacchetto che verrà venduto anche in formato retail agli inizi del prossimo anno. Una scelta tanto coraggiosa quanto rischiosa, perché è chiaro che un’impostazione di questo genere può “diluire” il prodotto, soprattutto sotto l’aspetto narrativo, ma che se ben gestita potrebbe regalarci a fine percorso l’Hitman più completo e vario di sempre.

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Hitman: Pacchetto Intro – Recensione: Le origini dell’Agente 47

Lo spettacolare prologo introduce immediatamente il giocatore nel mondo di gioco permettendogli di prendere confidenza con quella che è la struttura ludica. Chi ha giocato Absolution si troverà immediatamente a proprio agio, dato che il nuovo Hitman riprende chiaramente quello stile. Le due missioni iniziali hanno comunque il merito di introdurre gradualmente quelle che sono le tante possibilità di approccio offerte al giocatore, che può scegliere di arrivare all’obiettivo nel modo che preferisce. Noi ovviamente abbiamo seguito inizialmente quelle che erano le indicazioni del tutorial, prima di riprovare la stessa missione più volte per capire quante volte effettivamente si potessero cambiare le cose scegliendo semplicemente un’azione piuttosto che un’altra.

Su questo aspetto vogliamo soffermarci perché è chiaro che, per la sua natura, questo primo episodio di Hitman non è particolarmente ricco di contenuti. Sono disponibili soltanto tre ambientazioni: due piccole che servono appunto da addestramento e quella principale che vi porta in una nobiliare villa di Parigi in cui passerete inevitabilmente gran parte del tempo. E qui si scorge immediatamente quello che è il più grande pregio, ma al contempo può per molti essere un difetto non da poco in questo ritorno dell’Agente 47: la varietà del sistema di gioco. Grazie a questa formula a episodi si nota infatti come lo sviluppatore abbia più tempo per cercare di curare al meglio ogni singola ambientazione e per questo il livello di Parigi è davvero eccezionale sotto il profilo del level design. Prima di tutto si tratta di una villa veramente enorme, a tre piani e con l’aggiunta di un piano sotterraneo. Ogni piano è lavorato con una cura certosina, ha le sue caratteristiche, i suoi possibili nascondigli e naturalmente le sue potenzialità con cui proseguire nella missione. Sì, perché se l’obiettivo in fondo è sempre lo stesso (eliminare i due facoltosi proprietari della villa), sono i modi per arrivarci che variano e che soprattutto dipendono dal volere del giocatore. E questo è importante, perché si ha davvero l’impressione di avere in potere il destino dell’incarico: un singolo errore può costringere a mandare tutto in malora e cambiare strategia al caricamento successivo, va perfezionato il singolo dettaglio per evitare di essere scoperti.

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Il giocatore deve essere insomma un abile stratega nella preparazione e un killer professionista nel momento in cui c’è da affondare il colpo finale. Si resta strabiliati dalle possibilità offerte, che vengono segnalate anche dal gioco tramite le “Opportunità”, che consistono in modi in cui si potrebbe completare la missione. Ma sta all’utente scegliere se seguire questi suggerimenti oppure continuare a fare di testa sua. Ecco, qui c’è la grande vittoria del nuovo Hitman: ambientazione enorme e curata, il ritorno intelligente di tutte le componenti che hanno sempre contraddistinto la saga (i travestimenti giocano un ruolo fondamentale più delle armi che vi servono per far fuori i bersagli) che riporta a un approccio puramente stealth che talvolta si era perso un po’ nell’ultimo episodio. L’Istinto è stato sostituito da un sistema che permette, tramite i sensi del protagonista, di percepire i movimenti in una stanza vicina e dunque comportarsi di conseguenza: nulla che vada a semplificare troppo l’azione, ma anzi ridona maggior spazio ai travestimenti. Noi abbiamo impiegato ben tre ore e mezza per completare la singola missione principale, cadendo peraltro in qualche errore. La perfezione richiede dedizione e impegno.

E qui appunto entra in campo l’altra faccia della medaglia. Se ci si lascia prendere dalla struttura di gioco e quindi si desidera mettersi alla prova non solo tentando nuovamente le stesse tre missioni più e più volte giusto per studiare approcci differenti, ma anche con i vari contratti creati dagli altri giocatori che permettono di dare vita a sfide personalizzate (per non parlare dei contratti a difficoltà aumentate e le varie singole sfide), allora questo primo episodio di Hitman può regalare una longevità non indifferente al fronte di un costo di appena 15 euro. In caso contrario, se volete vivere semplicemente la storia e non siete interessati a provare la stessa ambientazione diverse volte, seppur con la varietà garantita dai tanti approcci disponibili e dai contratti online, allora la durata potrebbe ridursi ad appena 3-4 ore. Patti chiari, amicizia lunga.

Anche dal punto di vista tecnico poi questo nuovo inizio di Hitman ha superato la prova. La zoppicante beta che aveva preceduto il lancio poteva lasciar spazio a qualche comprensibile preoccupazione; invece, il codice finale si è rivelato solido e “pulito” dei bug più gravi che erano stati riscontrati nelle versioni non definitive. L’aspetto visivo in generale è notevole, soprattutto per l’ambientazione parigina che spicca per la cura riposta in ogni singolo dettaglio. Anche su console si è liberi di scegliere se liberare il frame rate in modo che arrivi spesso anche a 60 fps, oppure bloccarlo a 30 fps se si preferisce un’esperienza visiva più “stabile”. Ma in generale si può lavorare meglio sull’ottimizzazione, visto che i caricamenti sono apparsi un po’ troppo lunghi: magari i miglioramenti arriveranno con i prossimi episodi.

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Commento finale

Hitman abbraccia la formula a episodi e la inaugura con un buon inizio. Questo primo capitolo non si rivela particolarmente ricco di contenuti, ma sostanzioso nell’offerta di gioco, con una libertà d’azione impressionante e varie possibilità di approccio che rendono l’esperienza potenzialmente molto lunga, se ci si lascia prendere da questo stile ludico. Il tutto è molto curato, ma solo parte di un progetto che si completerà con calma nel corso dei prossimi mesi. Già in aprile è previsto il lancio del secondo episodio e via via continuerà così fino al gran finale previsto per il termine di quest’anno. Per questo “limitiamo” un po’ il voto, ma se gli altri appuntamenti dovessero essere di questa qualità, quando il pacchetto sarà finalmente completo potremmo avere tra le mani il gioco di Hitman più grande, ricco e spettacolare di sempre. E scusate se è poco.

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