DOOM: la Campagna sembra decisamente migliore del Multiplayer

Giocatori e critici hanno guardato con preoccupazione la Beta multiplayer del nuovo “DOOM” di id Software e Bethesda. Il multiplayer di “DOOM” non è per niente simile agli Sparatutto Arena degli anni 90, e anzi ha il ritmo, le meccaniche, la progressione dello sparatutto moderno, o di quello che qualche anno fa si pensava fosse lo sparatutto multiplayer moderno, con l’aggiunta della trasformazione in Demone che accentra inoltre tutto il gameplay. Curiosamente, giochi come “Overwatch” e “Halo 5: Guardians” dimostrano che lo sparatutto anni 90 (debitamente reinterpretato) può essere più attuale di “Call of Duty: Black Ops 3”. La Campagna di “DOOM”, però, potrebbe essere molto più interessante.

DOOM: analisi del livestream dalla Campagna

Mostrata in un’ora di livestream, che potete trovare nel video qui sopra, la Campagna per giocatore singolo di “DOOM” è veloce (secondo gli standard attuali almeno), violenta, piena di armi diverse e di nemici che cercano di uccidermi in modi differenti. Non si tratta, anche qui, di un vero ritorno allo stile anni 90 di “Doom” e “Quake” come probabilmente sarà “Blackroom” di Romero e Adrian Carmack, non c’è quella mobilità che era protagonista originale dell’esplorazione dei livelli, che non hanno l’aspetto astratto che ha caratterizzato gli sparatutto id Software. Però vedo comunque aree costruite più per creare spazi interessanti per combattere che per raccontare qualcosa, palle di fuoco che possono essere schivate e la necessità di muovermi in continuazione.

Il combattimento è fluido, le armi non devono essere ricaricate e si scambiano con naturalezza, venendo scelte da un menù circolare comodo per i gamepad (“DOOM” è pensato soprattutto per console, questo è inutile negarlo), alternandosi alla motosega che, consumando benzina, permette di uccidere i demoni più grandi ottenendo in cambio abbastanza munizioni da ricaricare quasi completamente tutte le armi. Ma può essere usata anche su quelli minori, in caso di necessità. I nemici storditi, segnati in blu nella grafica di “DOOM”, possono essere invece finiti con una spettacolare Glory Kill corpo-a-corpo (quando il giocatore è abbastanza vicino da poter fare la Glory Kill il nemico è segnato in arancione).

Se siete dei veri duri, però, potete disattivare il sistema di segnalazione per le Glory Kill. E, per chi vuole un livello di sfida davvero esagerato, in “DOOM” ci sarà una difficoltà chiamata Ultra Nightmare, Ultra Incubo, con morte permanente in caso di errori. Nel senso che se muoio ricomincio dall’inizio del gioco. È una modalità tanto dura che gli sviluppatori stessi hanno affermato di non aver ancora finito “DOOM” a Ultra Incubo.

La trama e il lore del gioco non sono invasivi, e il giocatore può scegliere quanto tempo dedicare a questi elementi, magari ignorandoli quasi del tutto e dedicandosi solo al massacro. Non ci sono neanche vere e proprie cutscene, che comunque sono un modo di raccontare così vecchio che spero sia ormai escluso quasi a priori da qualsiasi videogioco ben fatto. La storia di “DOOM” è raccontata attraverso scene del gioco e approfondita dai documenti e dalle informazioni recuperati, che vanno ad arricchire il CODEX. Infine, la tuta del protagonista e le sue armi saranno personalizzabili e potenziabili con vari aggiornamenti e con le Rune, ottenibili attraverso le Sfide delle Rune che saranno incontrate durante la partita. Insomma, il singleplayer di “DOOM” e la possibilità di creare modalità Sparatutto Arena con SnapMap, l’editor di modalità del gioco, potrebbero far perdonare le meccaniche multiplayer presenti al lancio.

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