Alienation – Recensione

Dead Nation, Super Stardust e soprattutto Resogun: è questo il curriculum di tutto rispetto con cui gli sviluppatori finlandesi del team Housemarque si presentano nel lanciare Alienation, un nuovo twin stick shooter votato principalmente al multiplayer con visuale isometrica. Il sodalizio con Sony ha indubbiamente dato i suoi frutti e adesso lo studio con sede a Helsinki è una delle certezze nell’universo dei titoli digitali sviluppati appositamente per piattaforma PlayStation Network: non a caso i suoi prodotti condividono la filosofia volta a proporre un’esperienza leggera ma solida nella realizzazione e che soprattutto spinga al gioco in multiplayer coopertivo con altri giocatori.

Alienation recensione ps4 02

Alienation – Recensione: Escono dalle fotture pareti!

Il pretesto che sostanzialmente muove le fila di tutta quella che è l’azione e il progredire degli eventi in Alienation è la solita invasione aliena che costringe la razza umana a unire le forze e tentare l’utilizzo di nuove scoperte tecnologiche per far fronte alla minaccia. Ci si ritrova in un futuro non molto lontano, ma imprecisato, ragion per cui ci si ritrova a controllare soldati dotati di armature esoscheletriche e di un arsenale di armi di tutto rispetto. All’inizio della campagna, di fatto l’unica modalità di gioco disponibile, il giocatore è chiamato a scegliere il proprio alter-ego fra tre classi differenti: è una scelta di fondamentale importanza perché per cambiare personaggio sarà necessario re-iniziare daccapo. Ovviamente, ogni classe ha specifiche caratteristiche ed equipaggiamenti che di fatto modificano lo stile di gioco ed è cosa consigliabile optare per un protagonista che si adatti meglio alla propria filosofia d’azione.

Una volta in battaglia coloro che fossero pratichi di titoli del genere, e prendiamo in esempio lo stesso Dead Nation, si ritroveranno immediatamente a proprio agio: basta poco in effetti perché comunque il gameplay è abbastanza accessibile e le facoltative missioni di addestramento preparate dagli sviluppatori sono sufficienti per prendere confidenza con la struttura progettata da Housemarque. In fondo, Alienation non fa nulla per innovare il genere e soprattutto non si prefigge di farlo: i due analogici servono a gestire movimenti e direzione del soldato, mentre il grilletto destro permette di sparare. Poi, agli altri pulsanti è affidata la gestione degli oggetti secondari e delle abilità attive proprie di ogni classe. L’utilizzo intelligente e combinato di armi e caratteristiche diviene fondamentale, specialmente ai livelli di difficoltà più elevati, per riuscire ad avere ragione dei nemici, magari non particolarmente forti se presi singolarmente, ma sicuramente pericolosi nel momento in cui decidono di attaccare in gruppo.

Alienation recensione ps4 03

Ora, occorre fare un distinguo circa quanto Alienation si adatti bene a seconda se si giochi in singolo o in multiplayer. Andando in ordine, giocato da soli il titolo indubbiamente perde qualcosa: è un prodotto che è chiaramente progettato per funzionare meglio in cooperativa, soprattutto per i risvolti tattici che ne conseguono e anche per la conformazione dei livelli, che si adatta meglio al gioco di squadra. In quest’ultimo modo ci si gode il gioco per quello che effettivamente é: in quattro ci si cordina meglio e soprattutto si integrano perfettamente le caratteristiche di ogni singola classe, cosa che diviene a dir poco fondamentale negli scontri più complicati. C’è da dire in tal senso che Alienation non offre comunque quasi mai un esagerato livello di sfida tale da rendere frustrante l’esperienza di gioco: questo perché comunque il numero di nemici si adatta ai giocatori presenti sul terreno di scontro, in modo che un solo utente non debba affrontare i gruppi di avversari che spetterebbero a quattro persone e viceversa.

Forse gli alieni che si è chiamati ad affrontare in cooperativa in certi casi diventano persino troppi, rendendo un po’ caotiche le sessioni di gioco, ma nel complesso è una meccanica che funziona e diverte, merito anche di un diversificato arsenale di armi e oggetti che a loro modo permettono di personalizzare ulteriormente l’esperienza di gioco. Non è un prodotto che comunque riesce a raggiungere le vette di eccellenza toccate da Resogun: la mancanza di boss finali, o comunque di sfide particolari che invoglino il giocatore e il team a studiare strategie apposite e più complesse per riuscire a vincere la partita, si fa sentire alla lunga e ogni tanto si finisce per sentire puzza di ripetitività. Anche perché i nemici da sconfiggere non sono tanti o particolarmente vari e spesso ci si riduce a farli fuori con semplici scariche di proiettili continue. C’è da dire che si tratta di un sistema che viene in larga parte compensato dal ricco sistema di bottini e dalla possibilità di esplorare a fondo livelli comunque abbastanza vasti, quindi non è una problematica che si fa sentire più di tanto: è chiaro però che i giocatori più esigenti avrebbero desiderato di più sotto questo punto di vista.

Perché in fondo Alienation è un prodotto ben confezionato e solido sotto ogni aspetto: il comparto grafico, per concludere, offre un impatto visivo notevole e che non cade nella minima incertezza, con i suoi 30 FPS granitici che reggono anche di fronte alla risoluzione nativa 1080p. Anche l’accompagnamento sonoro è più che buono, con effetti generali di pregevole fattura e musiche sufficienti ad accompagnare l’azione.

Alienation recensione ps4 04

Alienation – Recensione: Commento Finale

Housemarque non sbaglia e con Alienation confeziona quella che è probabilmente la naturale e miglior evoluzione possibile di Dead Nation. Siamo di fronte a un twin stick shooter solido, divertente, con un ottimo gunplay e abbastanza profondo nelle meccaniche di gioco offerte. Le tre classi differenti, ognuna con armi e abilità specifiche, garantiscono un’esperienza ludica personalizzata a seconda delle propria filosofia d’azione. Alla lunga si avverte forse un po’ di ripetitività, dovuta essenzialmente all’assenza di sfide particolari che varino la sostanza (come boss di fine livello, per esempio), ma è la sola grossa macchia di un gioco capace di divertire in singolo e, specialmente, in cooperativa online.

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