Her tears were my light: poliamore al di là dello spazio-tempo – Il mondo di Sofia

Ho giocato di recente “Her tears were my light” (lo trovate qui), una breve visual novel fatta da nami per la NaNoRenO jam, un evento ospitato online che chiede agli autori che utilizzano Ren’Py di sviluppare un piccolo progetto in un tempo massimo di un mese. Ci sono tanti lavori davvero belli e di alcuni ho già scritto. Questa mi ha colpito particolarmente per la pluralità di interpretazioni che se ne possono dare: io stessa sono stata indecisa su cosa raccontare di questa piccola storia.

Her tears were my light: Darkness. Darkness and nothing, in all directions

Con questa frase ha inizio la narrazione di “Her tears were my light”. Il giocatore interpreta Time, una ragazzina geek, occhiali e lunghi capelli neri. Incontra Space, pelle chiara, femminile, capelli rosa: è subito un’intesa perfetta, troppo perfetta quasi per un primo incontro. Un paradosso, forse. Time può muoversi tra passato e futuro, può proteggere Space dalla propria stessa indelicatezza. Le due hanno un’intero universo a disposizione, sono felici. Ma Time chiude gli occhi per un’attimo e, quando si sveglia, Space è sparita. Al suo posto c’è Nil, oscura, arrabbiata. Chiede a Time di restare, ma Time desidera salvare Space e per farlo fuggirà da quella linea temporale iniziando una nuova partita, trovando una nuova Space lì dove stava la precedente. E così via.

her tears were my light poliamore

La struttura di “Her tears were my light” ricorda un po’ “Save The Date” (scaricabile gratuitamente qui), in cui in ogni nuova partita bisogna tentare di salvare la povera Felicia da una morte sempre più assurda quanto inevitabile (a livello tecnico si basa sull’uso di variabili persistenti che conservano le informazioni tra una partita e l’altra). Trovo molto interessante questo tipo di struttura che ingloba l’interfaccia di gioco nella narrazione espandendo l’universo narrativo oltre la sua cornice classica per invadere una zona tipicamente controllata dal giocatore: è una rottura della quarta parete che non fa entrare la realtà nel mondo della finzione rompendo l’illusione ma porta l’illusione nella realtà, nel mondo del giocatore/spettatore, riempiendolo di nuovi e profondi significati.

Her tears were my light: Anatomia di un (poli)amore

Per tutta la durata, o quasi, di “Her tears were my light” Nil è percepita come un mostro, una creatura perfida, assassina; ma basta fermarsi ad ascoltarla per sentirsi raccontare una storia molto diversa. Una  storia in cui è la prima Space che perdendo la propria luce si è trasformata in Nil, una creatura silenziosa, incapace di farsi guardare da Time che ogni volta l’abbandona per una nuova Space, luminosa e allegra, con cui correre per l’universo. Io ho interpretato questa storia come una metafora della monogamia seriale, che è lo stile relazionale maggioritario nel nostro tempo: quando l’energia di una nuova relazione si esaurisce, quando la spinta della passione giunge inevitabilmente al termine, il partner viene rimpiazzato da qualcuno di nuovo, qualcuno che possa portare la stessa luce. In gergo viene chiamata ENR, ovvero energia da nuova relazione (qui un articolo a riguardo).

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Dopo aver ascoltato questa storia al giocatore viene data la possibilità di scegliere come comportarsi: stare con Space e abbandonare Nil, correndo nella luce e nelle stelle, abbandonandosi ancora una volta all’ebbrezza dell’ERN? Restare con Nil, abbandonare la nuova Space e fare a meno della novità, della freschezza, della luce? Oppure c’è una terza possibilità ed è proprio questo uno degli aspetti più interessanti di questa visual novel. Ci si può rendere conto che sia Space che Nil occupano un posto fondamentale nell’affettività di Time e che rinunciare a una di loro, a chiunque di loro, significherebbe perdere una parte importante del proprio cuore; si può quindi prendere Nil per mano e insieme a lei andare all’inizio dell’universo a conoscere Space. In molti giochi è presente la possibilità di una threesome ma in nessuno avevo trovato esposte più chiaramente le motivazioni emozionali che stanno alla base del poliamore (un approfondimento qui), in nessun gioco questo stile di vita era rappresentato da un punto di vista affettivo anziché erotico. Ecco, ritengo che il pregio più grande di “Her tears were my light” sia l’aver creato un racconto emotivo coinvolgente con cui è stato facilissimo empatizzare e l’aver raccontato con romantica dolcezza una verità crudele che invece si tende quasi sempre a nascondere con l’illusorio “e vissero per sempre felici e contenti”. L’amore non è una favola: è una faccenda complessa e io credo che proprio in questa complessità risieda la sua grande magia.

“Il mondo di Sofia” è la rubrica della sviluppatrice indipendente Sofia Abatangelo su Webtrek. Ne “Il mondo di Sofia”, Sofia racconta i suoi videogiochi, i festival e le opere altrui non come giornalista o critico ma attraverso gli occhi dell’autrice e dell’artista. Trovate i giochi di Sofia sulla sua pagina di itch.io, piattaforma di distribuzione digitale, e trovate qui una sua lunga intervista di presentazione in cui Sofia si racconta come videogiocatrice e come sviluppatrice.

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