Deus Ex Mankind Divided si crede un freemium

La strada percorsa dai DLC dei videogiochi è ormai piuttosto chiara: nati come equivalente digitale delle “espansioni”, grosse aggiunte al gioco base degne di attenzione e di recensioni, sono via via diventati sempre più sottili e meno significativi, moltiplicandosi e perdendo di significato. Ora la sigla “DLC” (“downloadable  content”) indica tutto quello che viene comprato e aggiunto ai contenuti di un gioco base: un DLC può essere la skin mimetica di un’arma di “Evolve” o ore di espansione con nuove aree nemici e oggetti come “The Old Hunters” per “Bloodborne”. Un DLC può essere effettivamente un contenuto aggiuntivo creato dopo la fine dello sviluppo del gioco base, ma può essere anche una missione compresa solo in certe edizioni del gioco base e più tardi venduta e prezzo maggiorato, un pezzo di gioco base da comprare separatamente. “Deus Ex: Mankind Divided” di Eidos Montreal e Square Enix è riuscito però ad arrivare a livelli ancora più bassi con i suoi DLC e le sue microtransazioni.

L’idea base dei contenuti acquistabili tramite microtransazioni in “Deus Ex: Mankind Divided” è piuttosto semplice, perché è quella dei videogiochi freemium per dispositivi mobili. Con la differenza che “Deus Ex: Mankind Divided” è venduto a prezzo pieno. Le microtransazioni di “Deus Ex: Mankind Divided” servono a velocizzare lo sviluppo del personaggio e a aumentare le scorte di armi e munizioni, facilitando la partita, e sono fondamentali nella modalità multiplayer Breach, sostanzialmente pensata perché i giocatori ci sperperino denaro e organizzata esattamente come se fosse un videogioco free-to-play sin dal tutorial, incentrato sul comprare oggetti con denaro reale e consumarli.

Fortunatamente le microtransazioni e i loro bonus sono perfettamente evitabili giocando la campagna, ma è assai preoccupante vedere oggetti consumabili entrare nelle nostre partite di “Deus Ex: Mankind Divided” in un nuovo e subdolo modo: come parte di un DLC. Il DLC dell’edizione Day One di “Deus Ex: Mankind Divided” si chiama “Covert Agent Pack”, e parte degli oggetti contenuti è in realtà costituita da beni consumabili equivalenti a quelli acquistabili attraverso microtransazioni. Cioè, parte del DLC (e anche del Season Pass) può essere usata una volta sola in una sola partita. Ora il DLC è stato rinominato su Steam “Augmented Covert Agent Consumables Pack”, ma inizialmente non era stato spiegato in alcun modo che alcuni degli oggetti disponibili (i Kit Praxis, le munizioni, il denaro e le componenti per il crafting) fossero monouso, mentre solo gli oggetti come armi, skin e potenziamenti sarebbero saranno sempre disponibili in tutte le partite dell’account e non verranno persi ricominciando il gioco da capo.

Da quello che vedo e da quello che sto provando “Deus Ex: Mankind Divided” è un buon successore di “Deus Ex: Human Revolution”, anche se la sua versione PC è naturalmente appesantita da problemi di prestazioni e di controlli, come ormai dobbiamo ogni volta aspettarci. È inaccettabile che oltre a questi problemi (che potete provare a risolvere seguendo le indicazioni degli autori, in attesa delle necessarie patch) ci sia anche un sistema economico degno di un freemium nonostante il prezzo pieno di “Deus Ex: Mankind Divided”. E ogni volta che non alzeremo la voce di fronte a un simile schifo daremo alle compagnie una buona ragione per rendere le microtransazioni ancora più invasive, per aumentarne il peso nei DLC, per renderle infine (magari) necessarie anche nella campagna dei giochi. Pagando si può velocizzare e rendere più facile la campagna di “Deus Ex: Mankind Divided”: chi fermerà gli sviluppatori (e soprattutto i produttori) dall’incoraggiare pian piano col gameplay l’acquisto di Booster Pack e simili, come accade già nei videogiochi freemium per dispositivi mobili? Tra quanto le munizioni disponibili nei livelli non saranno più sufficienti a completarli e saremo costretti a comprare casse di pallottole usando valuta reale?

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