Google nel mirino: da Maps mancano riferimenti alla Palestina

Google finisce nuovamente nella bufera, ma stavolta non lo fa (stranamente) per un’indagine dell’Antitrust Ue, quanto invece per una leggerezza compiuta da coloro i quali si occupano della divisione Google Maps. Il motivo per cui il colosso di Mountain View è finito nel mirino dell’opinione pubblica internazionale ha a che fare con la cancellazione della Palestina dalle sue mappe.

L’aver eliminato lo stato palestinese dalle mappe digitali viene ritenuto un endorsement da parte di Big G a favore di Israele che, come sappiamo, combatte da decenni una sanguinosa guerra contro la Palestina per il controllo del territorio. Facendo una ricerca un po’ più approfondita si scopre che Cisgiordania e Striscia di Gaza vengono opportunamente segnalate da Google Maps, mentre del nome Palestina, niente, non c’è proprio traccia.

Lo sdegno degli attivisti filopalestinesi, della comunità musulmana e di certo mondo politico ha portato alla creazione di una petizione su Change.org tramite la quale si chiede a Google di ritornare sui suoi passi.

Ma il motore di ricerca si difende affermando che “i dati su cui si basano le nostre mappe derivano da una combinazione di terze parti e di fonti pubbliche”, e che in realtà la Palestina da Google Maps non è stata eliminata dal momento in cui “non è mai stata inserita”.

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