Nintendo 3DS ha venduto molto meno di quanto pensiate

C’è stato molto stupore su internet quando l’analista Daniel Ahmad ha scritto una banalità: il Nintendo 3DS ha avuto vendite estremamente inferiori rispetto al Nintendo DS perché il pubblico si è spostato verso i dispositivi mobili. Secondo i dati distribuiti da Nintendo la famiglia del Game Boy originale (sino al Game Boy Color) ha venduto 118,69 milioni di esemplari in 14 anni, la famiglia del Game Boy Advance ha venduto 81,5 milioni di esemplari in 9 anni, la famiglia del Nintendo DS (comprendendo quindi anche il Nintendo DSi) ha venduto 154,02 milioni di esemplari in 10 anni e la famiglia del Nintendo 3DS ha venduto solo 59,79 milioni di esemplari in 5 anni, diventando la console portatile Nintendo attualmente meno diffusa della sua storia.

A prima vista può sembrare che la comparazione non abbia molto valore: il Nintendo 3DS è anche la famiglia di console portatili Nintendo più giovane e potrebbe sembrare normale che non possa competere sulle vendite con console che hanno avuto una vita molto più lunga. Ma dopo 5 anni, per esempio, la famiglia Nintendo DS aveva già raggiunto i 125,13 milioni di esemplari venduti, più del doppio di quelli venduti dalla famiglia Nintendo 3DS nello stesso periodo di tempo.

La famiglia Nintendo 3DS resta la console attualmente supportata più diffusa al mondo: la PlayStation 4 (uscita nel 2013) ha venduto 43,5 milioni esemplari  in tutto il mondo, la PlayStation Vita (uscita nel 2011) ne ha venduti 13 milioni, l’Xbox One (uscita nel 2013) ne ha venduti circa 19 milioni e lo Wii U (uscito nel 2012) ne ha venduti 13,02 milioni. Ma è facile vedere la perdita di giocatori nel settore portatile: ai tempi di Nintendo DS e PlayStaton Portable erano state vendute in tutto 240 milioni di console portatili, mentre ora la somma di Nintendo 3DS e PlayStation Vita non raggiunge gli 80 milioni.

In generale, è visibile una riduzione della spesa nel mercato console (almeno a livello di somma di software e hardware), soprattutto in Giappone dove, dopo la crisi del 2008, molti videogiocatori e molte compagnie si sono rivolte al free-to-play per dispositivi mobili. E i dispositivi mobili sono visti come la futura piattaforma da gioco anche da chi, come Square Enix, ha deciso invece di investire parte delle proprie forze in giochi premium, cioè a budget più alto e a pagamento. In questo panorama, considerando anche la perdita di giocatori tra Wii e Wii U, si inserisce il progetto del Nintendo NX che, come ha detto il CEO di The Pokémon Company, vuole far ripensare il confine tra console portatile e console fissa, cercando di unire quindi le due utenze. Il problema è che la domanda per giochi portatili potrebbe essersi ormai già spostata altrove.

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