Square Enix obbligò Eidos a mettere le microtransazioni in Deus Ex Mankind Divided

Quando lo sviluppo di “Deus Ex: Mankind Divided” era ormai concluso e la squadra di sviluppo di Eidos Montréal pensava di doversi occupare solo di bilanciare il gioco e risolverne i bug Square Enix li chiamò e li obbligò a modificare il gioco introducendo al suo interno il sistema di microtransazioni, di cui ho già lungamente parlato in questo articolo. La notizia viene da Jim Sterling, celebre e attendibile giornalista, che ha parlato direttamente con uno degli sviluppatori di Eidos Montréal dopo averne personalmente verificato l’identità.

Non è la prima volta che Sterling diffonde informazioni preoccupanti sulla strategia di Square Enix (leggete qui cosa ha scoperto sui motivi che spingon Square Enix a pubblicare i giochi divisi in episodi). E sinceramente non mi stupisce questa nuova rivelazione, come non mi stupisce che uno degli sviluppatori coinvolti abbia contattato Sterling per sfogarsi e far uscire all’esterno la situazione in cui si è trovato. Perché le microtransazioni nei videogiochi ad alto budget sono, spesso, una scelta che i produttori impongono e non qualcosa che gli sviluppatori vorrebbero vedere nel loro gioco.

Faccio notare, come fa correttamente Sterling, che l’aggiunta delle microtransazioni nel gioco non ha comportato uno sbilanciamento delle meccaniche di “Deus Ex: Mankind Divided”, non ha reso più faticoso avanzare di livello in modo che i giocatori debbano comprare punti abilità con valuta reale. Le microtransazioni hanno effetti nel gameplay solo nella modalità “Breach”, creata appositamente per far spendere i giocatori con una mentalità da videogioco free-to-play, ma sono aggiunte al resto di “Deus Ex: Mankind Divided” in modo forzato e incoerente, in qualche modo risparmiandone il bilanciamento. Anzi, “Deus Ex: Mankind Divided” smette di essere bilanciato proprio quando le microtransazioni vengono usate. Ma accettare ora l’ingresso delle microtransazioni nei videogiochi ad alto budget, accettare oggetti a uso singolo nei loro DLC (consumabili che vengono definitivamente persi dall’account quando attivati) vorrà dire trovarci in futuro con giochi bilanciati per obbligarci a spendere in microtransazioni.

Un’altra interessante informazione, che conferma l’impressione che penso abbiamo avuto tutti finendo il gioco, è che “Deus Ex: Mankind Divided” era pensato per essere un gioco molto più grande. Sterling non è riuscito ad avere conferma di questo dallo sviluppatore (che però neanche ha negato che fosse vero) ma ha scoperto che il seguito di “Deus Ex: Mankind Divided” è già in sviluppo da ben un anno. Vi invito a guardare interamente i due video che Sterling ha dedicato a “Deus Ex: Mankind Divided” e alle sue microtransazioni per altri dettagli sulla “Modalità spazzatura” “Breach” e sullo sviluppo del gioco. C’è anche la risposta a chi dice che le microtransazioni da videogioco freemium vadan bene in un gioco a prezzo pieno. Ah, e sapete che “Deus Ex: Mankind Divided” trasmette a Square Enix tutti i dati sulle azioni dei giocatori? Se sparate, se prendete un oggetto… anche se saltate, il gioco ne informa Square Enix. Questo sì che è cyberpunk.

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