Uwe Boll, regista di disastrosi cinegames, si è ritirato

Uwe Boll si è ritirato. Di nuovo (ogni tanto lo fa). Il regista tedesco, famoso per i suoi pessimi adattamenti da videogiochi (una volta nella vita dovreste vedere il terribile “Bloodrayne: Third Reich”) e per il suo odio verso la critica che (secondo lui) non riconosce i suoi meriti ha annunciato in un’intervista a Metro di aver deciso di abbandonare il cinema che, secondo lui, non è più capace di dargli il necessario sostentamento economico. Il suo prossimo film, “Rampage: President Down” (distribuito su circuiti digitali) sarà quindi l’ultimo della sua carriera.

Il mercato è morto. Non fai più soldi coi film perché il mercato globale di DVD e Blu Ray è crollato dell’80% negli ultimi tre anni. È questa la vera ragione: non posso più permettermi di fare film. E non posso tornare a fare film come uno studente perché ho fatto tanti film nella mia vita e non posso mettermi a fare film sempre più economici alla mia età. È vergognoso. Sarei felice di far film ma non è economicamente vantaggioso.” Curioso leggerlo ora, quando i film tratti da videogiochi vanno enormemente di moda e sembrano essere il prossimo fenomeno cinematografico dopo i cinecomics.

Se avete mai visto uno solo dei cinegames (film tratti da videogiochi) diretti da Uwe Boll potreste avere un’idea di quanto questo regista possa essere disastroso e capace di creare film non solo raffazzonati e dalla trama sgangherata, ma tanto noiosi quanto esagerati. “House of the Dead”, “Bloodrayne” (ne ha fatti ben tre di questa serie), “Postal”, “Alone in the Dark” e “Alone in the Dark 2”, “Far Cry”… tutti i suoi film tratti da giochi sono pessimi. Eppure quando si esce dai suoi tentativi di adattare il videogioco al cinema, cosa di cui evidentemente è incapace e che forse fa solo per recuperare il denaro per i suoi veri progetti (autoprodotti), si possono trovare anche opere più sorprendenti e interessanti che, negli anni, il carattere e l’arroganza di Uwe Boll hanno solo aiutato a nascondere. “Heart of America” per esempio racconta i massacri nelle scuole americane, “Darfur” parla della guerra nell’omonima provincia africana e “Stoic” offre un crudo sguardo alle prigioni americane. Uwe Boll continuerà a lavorare nel cinema con la sua casa di distribuzione e sappiate che ha un ristorante a Vancouver che, pare, i critici apprezzano molto.

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