Batman: Return to Arkham – Recensione

Batman: Return to Arkham arriva dopo l’ultimo seguito dei capitoli inseriti in questa raccolta. È un modus operandi differente rispetto altri casi del genere, in cui si è preferito comprensibilmente lanciare prima la collection di una saga e poi il nuovo episodio, così da provare a formare una fanbase ancora più ampia. Vero è che nel caso di Batman Arkham c’era davvero poco da costruire ulteriormente: già di per sé è stata una saga molto famosa e amata, dal quasi sorprendente Arkham Asylum al solido Arkham City. C’è anche un Arkham Origins, prequel non passato tra le mani di Rocksteady, fin troppo bistrattato seppur meritevole: anzi, non vi nascondo che per vari motivi resta il mio episodio preferito della serie. Sta di fatto che proprio Origins non è stato incluso in questa collection, probabilmente per ragioni di licenza, lasciando spazio soltanto ai due capitoli principali. Return to Arkham si rivolge in parte a coloro che, stregati dallo splendido Arkham Knight, volessero recuperare i precedenti appuntamenti della saga. Ma si rivolge anche a coloro che li hanno già vissuti, giustificando il tutto con, addirittura, il cambiamento del motore grafico rispetto i titoli originali.

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Batman: Return to Arkham – Recensione: Di nuovo nei panni di Batman

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Sì, perché i “nuovi” Batman: Arkham Asylum e Batman: Arkham City possono vantare la presenza del più moderno Unreal Engine 4, che sostituisce quindi l’ormai originale e vetusto Unreal Engine 3. La scelta indubbiamente paga e i miglioramenti grafici nei confronti delle versioni PlayStation 3 e Xbox 360 sono clamorosamente evidenti: ambienti più realistici e dettagliati, migliori effetti visivi, la tuta di Batman che sembra scintillare tanto è bella e nel complesso un impatto che non ha nulla da invidiare a molti prodotti sviluppati appositamente per questa generazione di console. È una scelta pesante, voluta per non limitarsi a un semplice aggiornamento della risoluzione dei giochi originali, ma anche per restituire ai due prodotti un aspetto più moderno nonostante, bisogna dirlo, non che ne avessero tanto bisogno.

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Questa soluzione ha prodotto da un lato grossi passi in avanti dal punto di vista grafico ma, e questo sorprende in negativo, non l’ha fatto dal punto di vista delle prestazioni. Anzi, nel caso di Arkham Asylum ho registrato un peggioramento del frame rate rispetto la versione originale per console di scorsa generazione. Situazione complessivamente migliore per Arkham City, ma sempre a un massimo di 30 FPS. Virtuos, lo sviluppatore che è stato messo al lavoro su questa collection, ha preferito optare infatti per un frame rate che non superasse i 30 per secondo, ma che purtroppo riesce sempre a tenerli ancorati. Questo comporta sensazioni miste: da una parte c’è la felicità di vedere quanto Asylum e City siano davvero belli da vedere con il nuovo motore grafico, dall’altra resta il rammarico non solo per l’assenza dei 60 FPS, ma anche per il semplice fatto che neanche i 30 riescono ad essere effettivamente granitici.

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Così sorge il problema, quasi imbarazzante, che in fondo il miglioramento è solamente visivo e non prestazionale sebbene le due cose vadano generalmente pari passo in operazioni del genere. Ad ogni modo, lo dico chiaramente: è una questione che semplicemente abbassa il valore del lavoro svolto per questa collection (e di conseguenza il numerino che trovate in fondo all’articolo), ma non rovina affatto l’esperienza e la qualità di due prodotti tutt’ora straordinari. Perché Arkham Asylum e Arkham City sono invecchiati benissimo, le loro meccaniche non sentono affatto il peso del tempo e risultano godibilissime anche oggi. Quindi, se non avete avuto modo di giocarli all’epoca diventa un acquisto imprescindibile, in caso contrario magari sarebbe meglio pensarci su e aspettare, chissà, un taglio di prezzo dato che, in fondo, i contenuti sono sempre gli stessi. Seppur con l’inclusione dei DLC.

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Batman: Return to Arkham – Recensione: Commento finale

Batman: Return to Arkham è una collection discreta che fa del valore dei giochi originali il suo principale punto di forza. Questo perché il lavoro svolto da Virtuos entusiasma da una parte e delude dall’altro: il nuovo motore grafico utilizzato per entrambi i titoli regala miglioramenti molto evidenti al confronto con le precedenti edizioni per PlayStation 3 e Xbox 360. Di contro, non è stato svolto un buon lavoro di ottimizzazione e le prestazioni, specie nel caso di Arkham Asylum, rischiano di essere addirittura deludenti. Come detto in sede di recensione, non si tratta di nulla che comprometta l’esperienza di gioco, ma da una collection è quasi inaccettabile assistere a problemi di questo tipo.

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