Queen of Thieves: Tre sorelle furbissime son tre ladre abilissime – Il mondo di Sofia

“Queen of Thieves” è un ibrido tra GdR e simulatore d’appuntamento di ambientazione fantasy e con protagoniste femminili distribuito da Winter Wolves. È realizzato con l’engine per visual novel Ren’py ed è disponibile per Pc, Mac e Linux, con la possibilità di provare la demo prima di acquistare eventualmente la versione completa. La narrazione (che a mio parere non brilla per originalità) fa da cornice a una meccanica GdR molto ben costruita e a un sistema di romance interessante e non banale.

Queen of Thieves: alla ricerca della regina perduta

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La storia ha inizio in una piccola casa di campagna: una giovane donna con una cicatrice sul viso e il marito cercano di far fronte alla catastrofe imminente. Lui è Lysander e lei è Arianna Spiros, la regina dei ladri, una versione femminile di Robin Hood un tempo amica del tiranno Raul Capello e ora sua nemica giurata, e la cicatrice che la segna ha compromesso la sua identità segreta. Il capitano delle guardie bussa alla porta, pugnala Lysander, che ha cercato inutilmente di difendere Arianna, e la porta via. Lysander e le loro tre figlie non avranno più sue notizie per anni. Ma un giorno, improvvisamente, un losco figuro mascherato avvicina un Lysander ormai anziano rivelandogli che Arianna è ancora viva e promettendogli informazioni in cambio di soldi, molti soldi. A Lysander non resta che chiedere aiuto alle figlie e convincerle a seguire le orme criminali della madre per racimolare la cifra necessaria stabilendosi ad Ahkra, la capitale del regno del perfido tiranno Raul. Di giorno gestiranno un modesto negozio e di notte le tre ragazze svaligeranno le case degli abitanti ricchi della città. Tra un furto e l’altro le tre ragazze faranno amicizia con Morgaine, la cameriera della taverna, Tiberius, il capitano delle guardie, Melvin, un nobile misterioso, Fredrick, un negoziante, Mary-Ann, il fabbro della città e Terjalla, la guaritrice elfica.

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Le tre sorelle hanno personalità molto diverse e ben caratterizzate che si riflettono sia nei loro gusti in fatto di partner sia nella classe che utilizzano in battaglia: Joanne (seria, posata e responsabile) è una maga, Kira (rude, aggressiva, amante della birra) è una guerriera, Thalia (sfacciata e sessualmente disinibita) è una ladra. Il gioco offre quattro diversi livelli di difficoltà (oltre a una modalità storia che disattiva interamente i combattimenti). La meccanica GdR è semplice ma ben curata: salendo di livello si possono assegnare liberamente i punti alle statistiche dei personaggi e sbloccare abilità differenti a seconda della classe del personaggio. Un utilizzo strategico di abilità e oggetti è indispensabile per qualunque difficoltà superiore a “facile”: le abilità offrono un’ampia gamma di effetti (potenziamenti, indebolimenti, guarigioni e status inflitti) e si ottengono con parsimonia. Se devo trovare un difetto sta nella ripetitività degli incontri casuali e nella lentezza con cui si ottengono soldi ed esperienza: se non siete fanatici dei GdR vi raccomando caldamente la difficoltà facile, se non altro per velocizzare l’esperienza di gioco.

Queen of Thieves: non è facile dire la cosa giusta per farsi amare

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Al contrario di molti dating simulator, in cui per ottenere l’affetto del personaggio che si è scelto basta volerlo, in “Queen of Thieves” non è immediato stabilire il rapporto causa effetto tra una nostra azione e la reazione dell’amato/a. Nell’interazione coi potenziali interessi romantici (maschi e femmine, anche se il gioco prevede la possibilità di disabilitare le interazioni yuri, ragazza con ragazza, o quelle otome, ragazza con ragazzo, a seconda delle preferenze del giocatore) ci vengono presentate opzioni di dialogo diverse tra loro ma  tutte in qualche modo valide, accettabili. È la personalità dell’altro che ne determina la reazione, proprio come nella realtà. Mi sono trovata a fissare lo schermo perplessa, chiedendomi quale fosse la cosa giusta da fare e rammaricandomi moltissimo per le reazioni, a volte adirate, a volte passivo-aggressive, che provocavo nei miei interessi romantici. Per conquistarli ho dovuto imparare a capirli: non è stato facile e sono stata mollata un sacco di volte. E le romance in “Queen of Thieves” si discostano dalla classica progressione conoscenza -> innamoramento -> bacio -> futuro insieme: sono contemplati amicizia, sesso occasionale, relazioni che finiscono. Proprio come nella vita. Nonostante non ci sia una rinuncia totale al classico “vissero felici e contenti” c’è almeno una verità maggiore nel modo in cui le relazioni si sviluppano, un’abbandono dell’interdipendenza tra romanticismo ed erotismo. Le nostre azioni possono far sì che la relazione si sviluppi in modi diversi al di là del fatto che il gioco aumenti o diminuisca il livello di cuoricini. Mi ha confortato tutto questo: se da un lato la rappresentazione delle relazioni come qualcosa di semplice, logico-matematico, è decisamente gratificante, è anche vero che perpetua il mito di un amore ideale che è solo figura vuota. Giocando “Queen of Thieves” invece ho vissuto delle storie concrete, dettagliate, non scontate: ho potuto empatizzare coi personaggi e trovare dei riferimenti alla mia esperienza personale. E allora un amore che è riuscito a nascere è diventato molto più prezioso: perché non è generico e non è scontato. È un tesoro.

“Il mondo di Sofia” è la rubrica della sviluppatrice indipendente Sofia Abatangelo su Webtrek. Ne “Il mondo di Sofia”, Sofia racconta i suoi videogiochi, i festival e le opere altrui non come giornalista o critico ma attraverso gli occhi dell’autrice e dell’artista. Trovate i giochi di Sofia sulla sua pagina di itch.io, piattaforma di distribuzione digitale, e trovate qui una sua lunga intervista di presentazione in cui Sofia si racconta come videogiocatrice e come sviluppatrice.

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