Assassin’s Creed: The Ezio Collection – Recensione

Ezio Auditore, più di Altair, è probabilmente il personaggio iconico di Assassin’s Creed. L’assassino italiano, che ha debuttato nel secondo episodio della serie, ha immediatamente conquistato gli appassionati della saga, grazie a quel carisma e a quell’eccellente caratterizzazione che spinsero Ubisoft ad approfondirne le vicende, tanto da realizzare due seguiti tutti a lui dedicati prima di chiudere definitivamente la storia di Desmond Miles con Assassin’s Creed 3. Un successo, quello di Ezio, finora non replicato da nessun altro successore: Connor, Kenway e i protagonisti di Unity e Syndicate non sono riusciti nell’impresa di far breccia nel cuore dei fan della serie, complice una certa stanchezza accusata dal brand che ha infatti spinto il publisher francese a sospendere le pubblicazioni annuali iniziate proprio con Assassin’s Creed Brotherhood, primo sequel dedicato al buon Auditore. Ma per non lasciare i giocatori completamente a secco, Ubisoft ha deciso di proporre una rimasterizzazione per PlayStation 4 e Xbox One di alcuni degli episodi lanciati nella scorsa generazione: appunto, non poteva che essere selezionata la trilogia di Ezio.

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Assassin’s Creed 2, Assassin’s Creed: Brotherhood e Assassin’s Creed: Revelations ci permettono di vivere in prima persona l’intero percorso dell’assassino fiorentino: dalle zuffe giovanili a Firenze, fino agli oscuri segreti di Masyaf, dove un ormai invecchiato Ezio cerca di scoprire qualcosa di più sul millenario e sempre più confuso scontro tra Assassini e Templari. Aldilà di quelle che possono essere le preferenze personali, i tre episodi della serie dedicati a Ezio Auditore sono indiscutibilmente anche tra i migliori mai realizzati: togliendo dal conto Brotherhood, interessante all’epoca per l’introduzione di nuove meccaniche ma un po’ debole fino alla metà dell’avventura, Assassin’s Creed 2 e Revelations rappresentano al meglio ciò che dovrebbe offrire un videogioco della serie. Una storia interessante, ambientazioni straordinarie e un gameplay non ricco, ma comunque funzionale nella gestione di ciò che è offerto dalla struttura di gioco. Funzionano e, non lo nascondo, sono i due episodi della serie che preferisco insieme all’atipico (per la serie) ma straordinario Assassin’s Creed 4: Black Flag. Merito di Ezio Auditore, personaggio che è riuscito ad appassionarmi a tal punto da arrivare con il cuore in gola all’epilogo di Revelations. Perché effettivamente questa trilogia può vantare l’arco narrativo migliore dell’intera serie, per qualità della sceneggiatura e coerenza nella gestione dei vari eventi che si susseguono.

Ma ciò che preme valutare per Assassin’s Creed: The Ezio Collection è chiaramente il versante tecnico. Va fatta subito una premessa, molto simile a quella già espressa per la rimasterizzazione di Skyrim: se avete giocato soltanto le versioni originali per PlayStation 3 e Xbox 360 noterete un discreto passo in avanti, dettato specialmente dall’aumento di risoluzione, adesso in Full HD. Se invece avete avuto la possibilità di giocare i titoli su PC con una configurazione che vi permettesse di spingere dal punto di vista delle opzioni grafiche non troverete grandi differenze, per non dire nessuna. Perché qui, e torniamo a fare un discorso generale, l’occhio “allenato” nota tutti i grandi limiti di questa remastered, riscontrabili in particolare in uno scarso miglioramento di tutto ciò che è il comparto tecnico dei tre giochi originali. Vero, si è lavorato per migliorare il dettaglio di qualche texture, l’illuminazione e la palette cromatica, ma niente di trascendentale o che faccia gridare al miracolo. Anzi, agire sui colori ha creato in qualche caso più danno che altro, specialmente nel caso di Assassin’s Creed 2. Quello che tutto sommato riesce a garantire un buon impatto visivo è Revelations, ma l’impressione è che si tratti più di meriti del gioco originale, adesso “sparato” in Full HD, che di effettivi miglioramenti applicati per questa collection. Il frame rate è comunque ancorato a 30 fps in ogni caso, garantendo in questo senso una fluidità che non compromette l’esperienza di gioco. Tuttavia, continuo a battermi affinché si cerchi di puntare ai 60 fps laddove possibile, e nel caso di prodotti comunque partoriti per sistemi vecchi di una generazione si poteva certamente fare di più.

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Per il resto, i giochi sono esattamente come li avevate lasciati su PlayStation 3 e Xbox 360, con l’aggiunta dei DLC e la scomparsa del multiplayer: obiettivo della rimasterizzazione, in maniera simile alla Nathan Drake Collection di Uncharted, è quello di focalizzarsi esclusivamente sulla storia del suo iconico protagonista e offrire decine di ore di gioco soltanto in single player. Per Assassin’s Creed 2 e Brotherhood si patiscono un po’ i segni del tempo, mentre Revelations è il più “moderno” dei tre, raccogliendo praticamente il meglio dei predecessori con l’aggiunta di qualche novità. Qualche maligno potrebbe sostenere che in fondo non è che adesso sia cambiato così tanto: vero in parte, nel senso che l’essenza dell’esperienza di Assassin’s Creed è rimasta sempre la stessa, ma bisogna ammettere che l’assenza di alcune migliorie introdotte con gli ultimi episodi si fa sentire.

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Assassin’s Creed: The Ezio Collection – Recensione

Assassin’s Creed: The Ezio Collection non è quella rimasterizzazione impeccabile che ci si poteva aspettare. Lo sviluppatore si è limitato a svolgere il minimo sindacale, offrendo un miglioramento netto di risoluzione e poco altro. Un lavoro un po’ pigro che, se svolto diversamente, ci avrebbe restituito una trilogia comunque particolarmente amata dagli appassionati con un aspetto ancora migliore. La qualità dei tre giochi, soprattutto Assassin’s Creed 2 e Revelations, è indiscutibile e se non li avete mai giocati questa potrebbe essere un’ottima occasione. In caso contrario, a meno che non siate grandi appassionati della serie o non abbiate particolarmente voglia di riprendere i panni di Ezio Auditore, potete tranquillamente guardare oltre.

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