Codemotion. I miei sabati milanesi – Il mondo di Sofia

Il 25 e il 26 novembre si è tenuto a Milano, dentro agli spazi del Politecnico, un evento Codemotion: una due giorni di showcase e conferenze dedicate al mondo della programmazione. Quando gli amici di Hypothermic Games mi hanno invitata l’umanista che è in me voleva fuggire terrorizzata; ma per fortuna l’evento aveva una sezione di videogiochi indipendenti parecchio interessante tra giochi esposti e interventi di sviluppatori. Così, oltre ad aver finalmente provato “Edge Guardian”, ho potuto finalmente passare una giornata libera da stand e da obblighi e andare in giro a salutare amici e provare giochi. Molti mi limiterò purtroppo a citarli prima del consueto focus sui giochi che mi hanno sedotta… senza nessuna pretesa di imparzialità critica.

“Red Rope: Don’t Fall Behind” di Yonder (sito ufficiale) è un gioco cooperativo che mi piace molto e in cui i due giocatori esplorano un labirinto legati da un filo rosso. “SIHEYU4N” dei We Are Muesli (qua trovate la pagina itch.io) è un puzzle game cooperativo molto interessante ed è cresciuto molto rispetto a quando ne ho parlato nel mio primo articolo su Webtrek. “The Way of Life” (sito ufficiale) propone un’interessante traduzione in meccaniche ludiche di esperienze quotidiane. “Luna City: Codename 39” di ChroniclersGameStudio (qua trovate la pagina Facebook) è un’avventura grafica con elementi RPG dalle atmosfere urbane e industriali e a prima vista mi ha ricordato le atmosfere di “Final Fantasy 7”. Per rimanere nella città c’è “Milanoir” di Italo Games (trovate qua la pagina Facebook) che si rifà ai poliziotteschi meneghini degli anni ’70. Sono invece rivolti ai più piccini “Woodle Tree 2” di Chubby Pixel (pagina Steam), un platform classico adorabile e pacioccoso, e “KnotMania” di 2 Think (sito ufficiale), puzzle game basato sulla fisica in cui bisogna sciogliere vermi a cui piace molto annodarsi abbracciandosi.

Freedom Simulator

Freedom Simulator Codemotion

Bastano un paio di mani arancioni ed è subito Donald Trump. “Freedom Simulator” è il gioco vincitore dell’Hackaton del Corriere della Sera e potete raggiungere la sua pagina Facebook cliccando qui. È stato creato dalle menti malate di Christian Castelli, Sonia Casamento, Alessandro Osima e Marco Alfieri, trovatisi subito d’accordo sul non voler lavorare a un progetto serio. Infatti “Freedom Simulator” è l’antitesi della serietà: il giocatore indossa visore e controller dell’HTC Vive e si ritrova in uno strano ibrido tra un’ufficio e un seggio elettorale nei panni di Donald Trump alle prese con i brogli più scanzonati di sempre. Tra bianchetti giganti che sembrano sex toy, scatoloni con le faccione di Hillary e Trump, fiaccole con cui bruciare le schede elettorali e cassetti che si possono usare come mazze da baseball, “Freedom Simulator” è un luogo virtuale in cui sfogare la propria voglia di idiozia adolescenziale, un parco giochi pop-politico in cui scatenare la propria stupidità più creativa con quel tocco satirico che dà all’esperienza una marcia in più.

Terrorbane

Stavamo a Svilupparty, a Modena Nerd e al Game Over e non ci siamo mai incontrati prima. Stavolta è stato amore a prima vista: “Terrorbane” di BitNine studios (sito ufficiale) è un meta game demenziale e non potevo non adorarlo. Ho riso (tanto!) e ho desiderato picchiare fortissimo gli sviluppatori: segno che l’idea è buona e funziona! All’inizio del gioco si viene accolti da una schermata di errore e da una finestra di “chat” da cui il game dev (developer o devil?) comunica col giocatore con fare a volte presuntuoso, a volte passivo aggressivo, in ogni caso semplicemente insopportabile. È lui, in fondo, la vera nemesi del giocatore che si trova ad esplorare un RPG in stile anni ’90 ingenuamente programmato collezionando bug per far progredire la storia. Un po’ “Evoland”, un po’ “Pony Island”, un po’ “The Stanley Parable”, ma con un senso dell’umorismo tutto italiano.

Edge Guardian

Edge Guardian Codemotion

Sarò onesta: sono andata a Milano apposta per provarlo. Dimenticatevi ogni pretesa di imparzialità: per “Edge Guardian” (pagina Steam) ho solo lodi sperticate. È un piccolo capolavoro di game design. La meccanica è semplice e geniale e il gioco è curato nei minimi dettagli: se non conoscessi Marco e Maurizio faticherei a credere che è stato realizzato da un team di due persone in meno di sei mesi. Il giocatore, indossato l’HTC Vive, si trova su una piattaforma al centro di un deserto desolato, con intorno solo rovine. Il paesaggio è mozzafiato ma non c’è tempo per goderselo: bisogna difendersi a suon di pugni da un’invasione di cubi alieni che si comportano come zanzare fastidiose svolazzando intorno al giocatore e succhiando l’energia della base che si cerca di difendere. I controller, infatti, sono due manone robotiche. Il coinvolgimento è forte: prendere a pugni quei maledetti cubetti-zanzara è un atto concreto, non mediato da una pressione su un pulsante, e che soddisfazione che dà! È uno splendido antistress! Al momento è possibile giocare in modalità endless ma il team sta preparando la modalità storia, con nuove ambientazione graficamente mozzafiato. Alla sua prima uscita in pubblico “Edge Guardian” si è aggiudicato un premio che permetterà al team di partecipare spesato all’Indie Prize 2017. Che dire: compratelo subito se siete tra i fortunati che possono permettersi un HTC Vive.

Edge Guardian Indie Prize
Edge Guardian ha vinto un premione e si è guadagnato un posto all’Indie Prize 2017! E ci siamo pure fatti la foto insieme!

“Il mondo di Sofia” è la rubrica della sviluppatrice indipendente Sofia Abatangelo su Webtrek. Ne “Il mondo di Sofia”, Sofia racconta i suoi videogiochi, i festival e le opere altrui non come giornalista o critico ma attraverso gli occhi dell’autrice e dell’artista. Trovate i giochi di Sofia sulla sua pagina di itch.io, piattaforma di distribuzione digitale, e trovate qui una sua lunga intervista di presentazione in cui Sofia si racconta come videogiocatrice e come sviluppatrice.

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