Watch Dogs 2 – Recensione

Grand Theft Auto 5 ha rappresentato una sorta di nuovo inizio per il genere dei free roaming: il titolo Rockstar, tornato anche su PlayStation 4 e Xbox One, continua ancora a essere il leader indiscusso, sia sul mercato sia dal punto di vista meramente qualitativo, e nessun titolo congenere si è finora avvicinato a certi livelli. Watch Dogs 2 arriva ereditando una situazione particolare: il primo episodio fu uno dei prodotti che avevano il compito, l’onore e l’onere di mostrare la potenza dell’allora nuova generazione di console, sebbene poi si presentò sul mercato in forma decisamente meno smagliante rispetto alla prima presentazione, cosa che non mancò di suscitare diverse polemiche. Ma a parte questo, era un titolo che riuscì a porre le basi per qualcosa di interessante, dalle potenzialità sicuramente ancora da sfruttare in pieno e comunque in grado di divertire, seppur senza sorprendere. Watch Dogs 2 si è fatto carico di questa responsabilità e fortunatamente non sbaglia: non saremo di fronte al vero rivale di GTA 5, ma finalmente il mercato offre una valida alternativa.

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Questo perché, innanzitutto, la cosa sorprendente e che ho più apprezzato nel nuovo episodio è la sua capacità di riprendere il concetto dell’hacking applicato all’ambiente circostante ed espanderlo all’ennesima potenza. Ciò significa che già nelle prime ore di gioco si rimane quasi spiazzati dalla libertà d’azione che viene concessa al giocatore per eseguire gli incarichi a lui assegnati: una missione può essere completata infatti in vari modi, decidendo di volta in volta come interagire con il mondo di gioco e sfruttare al massimo le proprie caratteristiche. Spostare una gru, attivare una macchina, far esplodere un ripetitore, controllare un drone radiocomandato, aprire e chiudere porte: queste sono soltanto alcune delle possibilità che vengono offerte già all’inizio. Poi arriva il bello, perché il senso di progressione in Watch Dogs 2 non è dettato da una maggior resistenza alle armi da fuoco e un po’ tutto quel lungo e solito elenco di caratteristiche fisiche, quanto da nuove abilità sempre legate all’hacking che andranno a sbloccarsi nel corso della campagna principale. Trattasi di abilità che non solo permettono di completare al meglio le missioni successive, ma danno anche la possibilità di interagire ancor di più con ciò che circonda il protagonista: ad esempio, disattivare l’allarme di un auto prima di poterla rubare è una delle comodità che finirete per desiderare. Ci sono anche queste piccole cose, infatti, che nel complesso vanno a migliorare l’esperienza.

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Esperienza free-roaming che, a proposito, è solida e ben realizzata: aldilà degli incarichi principali, che vi porteranno via circa 20 ore di gioco, l’utente viene calato all’interno di una San Francisco splendidamente realizzata, con una cura nel dettaglio che negli ultimi anni avevo visto solo nella Los Santos di GTA 5. Bella da vedere, viva, ma soprattutto ricca di cose da fare, tra missioni e attività secondarie di ogni tipo. E poi diventa anche un piacere andare a scoprire lentamente le potenzialità delle nuove abilità acquisite e gli effetti che possono avere sul mondo di gioco. Il tutto si regge su una trama che definirei a dir poco particolare. Mi spiego meglio: il primo Watch Dogs era decisamente più cupo e dark del suo seguito diretto, sia nelle tematiche trattate, sia nel modo in cui venivano narrate. Qui, seppur le fondamenta siano sempre le stesse, si assiste a un totale stravolgimento: uno stile più leggero, che sprizza cultura pop/nerd da tutte le parti e che ci offre dei protagonisti tanto brillanti quanto ingenui. Sono fondamentalmente dei ragazzi, a volte con comportamenti e mentalità da ragazzini, che si ritrovano a gestire una situazione più grande di loro e che presto vede il coinvolgimento delle unità governative. C’è molto umorismo, si cerca di far ridere e talvolta questa narrazione ci riesce pure: francamente, dai primi trailer avevo già intuito che ci fosse qualcosa di diverso da questo punto di vista e ritrovarmi la cosa nel gioco completo non mi ha sorpreso né infastidito più di tanto. Mi rendo conto però che forse in questo caso entriamo in un discorso più soggettivo che mai: mi è capitato di leggere diverse critiche ai toni eccessivamente scanzonati di una trama che, va detto, va avanti e si conclude senza infamia e senza lode. Tuttavia, non mi sento di condividerle sebbene mi renda conto che qualcuno possa effettivamente essere infastidito da dialoghi e situazioni che a volte, nel tentativo di risultare simpatici, si rivelano essere solamente un po’ ridicoli.

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Ciò detto, non è la trama il punto di forza di Watch Dogs 2 e non è questo ciò a cui puntava lo sviluppatore: l’obiettivo era sfruttare le fondamenta del primo episodio per costruire un impianto di gioco solido, ricco e divertente. Ci riesce, e ci riesce benissimo. Il tutto peraltro accompagnato da un interessante multiplayer che si integra direttamente con il mondo di gioco: ciò significa, e chi ha giocato il precedente Watch Dogs lo sa, che nel momento in cui si è online si offre automaticamente la possibilità ad altri giocatori di “invadere” la propria partita. Ovviamente, anche per evitare di essere infastiditi, è un’opzione tranquillamente disattivabile. Ancor più interessante a mio parere è invece la modalità cooperativa, in cui si collabora con altri utenti per il completamento di incarichi di qualunque tipo. È molto divertente perché si richiede una grande collaborazione e un importante gioco di squadra: chi controlla i droni, chi entra direttamente all’azione e così via. Ogni singolo elemento del team si prende la responsabilità di un determinato compito per il bene della missione: funziona, specialmente nel caso in cui si riesca a giocare con utenti che abbiano ben percepito questa filosofia.

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Insomma, nel caso ancora non si fosse capito, questo Watch Dogs 2 mi ha veramente convinto superando forse le mie stesse aspettative. Siamo lontani dalla vetta e dalla perfezione, perché tra un’intelligenza artificiale a volte non esaltante, una trama e una narrazione dallo stile leggero e spesso un po’ eccessivo, qualche missione secondaria non esaltante alla lunga e anche per delle questioni tecniche, come una sistemazione non elegante dei checkpoint, i difetti ci sono ed emergono presto. Però è un gioco veramente solido e ricco di cose da fare, vario e raramente noioso. Peraltro impreziosito da un comparto tecnico notevole, specialmente nel caso si abbia la possibilità di sfruttare il 4K con PlayStation 4 Pro.

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Watch Dogs 2 – Recensione: Commento Finale

Watch Dogs 2 è la perfetta evoluzione del suo chiacchierato predecessore: un impianto di gioco solido, ricco di cose da fare e che sfrutta alla grande il concept dell’hacking si amalgama alla perfezione a un’ambientazione fantastica, una delle città virtuali più belle mai viste in un videogioco. A ciò si aggiunge un comparto multiplayer coerente con la filosofia del single player e che sa regalare i suoi bei momenti. Si poteva fare di meglio con alcune cose, a partire dalla trama e dalla caratterizzazione dei personaggi, ma per gli amanti del genere questo sarà indubbiamente un gran bel regalo di Natale.

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