Nintendo Switch e Zelda rompono record di vendita nelle Americhe, ma non in Giappone

Secondo un’intervista di Nick Wingfield del New York Times a Reggie Fils-Aimé, presidente di Nintendo of America, il lancio di Nintendo Switch nelle Americhe (cioè in Nord America, Centro America e Sud America) è stato il miglior lancio nella storia di Nintendo, con risultati superiori persino a quelli dello Wii. “The Legend of Zelda: Breath of the Wild” sarebbe il gioco con il miglior lancio in assoluto per la compagnia, migliore anche di quello di giochi come “Super Mario 64” o “The Legend of Zelda: Twilight Princess”. Naturalmente non dovete in questo contare invece giochi come “Wii Sports” usciti in bundle con la console (“Wii Sports” è uno dei giochi più venduti della Storia e basta). Potete trovare questa e altre informazioni precedenti sul lancio di Nintendo Switch nel nostro approfondimento Videogame Charts Weekly, di cui potete considerare questo articolo una breve appendice.

Il Nintendo Switch ha venduto però solo 330.637 unità nei suoi primi tre giorni in Giappone (da venerdì a domenica) in Giappone. La cifra è quella stimata dai dati di vendita di Famitsu, la più importante rivista videoludica giapponese e un’attendibile fonte per informazioni sul mercato retail (alternativa a quella che usiamo di solito qui su Webtrek, Media Create). Il mercato giapponese delle console non è in salute come in passato, soppiantato da quello degli smartphone, ora piattaforma di gioco preferita in Giappone e nel mondo soprattutto dal pubblico casual a cui Nintendo ha puntato a partire da Wii.

Nonostante questo il lancio di Nintendo Switch ha avuto risultati migliori rispetto a quelli delle console immediatamente precedenti: al lancio PlayStation 4 ha venduto 322mila unità, PlayStation Vita ha venduto 321mila unità e Wii U ha venduto 308mila unità (Xbox One è quasi inesistente in Giappone). 330.637 resta però un numero inferiore a quanto hanno venduto nello stesso periodo di tempo Wii e Nintendo 3DS (371mila), senza contare console del passato dal grande successo come Nintendo DS (441mila) e Game Boy Advance (611mila). Considerate che però Nintendo Switch è uscito a marzo e non nel periodo delle festività natalizie come Wii e Wii U. La mia impressione è che Nintendo punti con Nintendo Switch sia ai videogiocatori abituali (i “core gamers”) sia a quelli più casuali, cercando di recuperare pubblico che si è forse irrimediabilmente spostato su smartphone e tablet. Lanciare Nintendo Switch a marzo vuol dire dividere le fasi di acquisizione dei due obiettivi e non costringere le due popolazioni di giocatori a concorrere per le scorte: ora saranno i videogiocatori abituali a comprare Nintendo Switch, mentre a Natale vedremo davvero cosa accadrà alla console Nintendo e se riuscirà ad attirare una fetta di casual.

Anche le vendite di “The Legend of Zelda: Breath of the Wild” non sembrano eccezionali su suolo giapponese: 193mila unità vendute nei negozi (e per una volta è probabile che le vendite digitali non siano molte e che questa cifra mostri quasi la totalità delle copie vendute). Mi chiedo se in questo c’entri anche l’averlo trasformato in un open-world, aprendolo all’influenza del videogioco di ruolo d’azione occidentale come è già successo a “Final Fantasy 15” di Square Enix. Insomma, se l’occidentalizzazione di “The Legend of Zelda” abbia contribuito ad allontanare l’interesse del pubblico giapponese, anche proprio di chi ha già comprato un Nintendo Switch.

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