Niantic: gli scambi potrebbero distruggere Pokémon GO

Durante la Game Developers Conference di San Francisco svolta questa settimana Tatsuo Nomura di Niantic ha incontrato Polygon e ha parlato con il sito dei prossimi aggiornamenti di “Pokémon GO“, tra cui finalmente l’aggiunta degli scambi, una caratteristica promessa sin da prima del lancio del gioco. Ma se speravate di poter sfruttare gli scambi per risolvere la carenza di Pokémon e PokéStop nella vostra zona, perché magari vivete in campagna, credo che resterete delusi: lo scambio potrà avvenire solo di persona.

[Gli scambi] non avverranno attraverso internet. Non dovresti essere capace di scambiare il tuo Pokémon con qualcuno che vive 100 miglia da te… La persona dovrebbe stare vicina.” Questo limite è piuttosto coerente con l’idea che sta dietro a tutto “Pokémon GO”: far uscire i giocatori, farli incontrare e farli interagire tra loro (e con l’ambiente circostante) di persona. Inserire la possibilità di scambiare i Pokémon online vorrebbe dire tradire questo progetto e rendere alla fine inutile il fatto che esistano alcuni Pokémon che appaiono solo in alcune specifiche regioni del mondo: a cosa servirebbe questa differenziazione se bastasse poi andare online per trovare tali Pokémon invece di dover viaggiare o incrociare viaggiatori?

Ma Nomura conclude dicendo una cosa interessante: “Stiamo ancora cercando di trovare una risposta [per introdurre gli scambi] che abbia senso e che non distrugga l’esperienza di gioco. Se falliamo in questo possiamo facilmente distruggerlo.” Ed è vero, è tanto vero che (so che scrivo qualcosa di magari poco popolare) “Pokémon GO” rischia di trasformare l’introduzione degli scambi in un problema che uscirà dalla dimensione del gioco e coinvolgerà la vita reale, anche per il particolare rapporto che reale e virtuale hanno in un’opera in Realtà Aumentata. Non voglio con questo cadere nei toni esageratamente allarmistici con cui Forbes ha affrontato la questione arrivando a chiedere che lo scambio non venga implementato in “Pokémon GO”, ma il gioco di Niantic pone, con l’introduzione degli scambi, problemi vecchi e problemi nuovi che gli appassionati sembrano non porsi. Per il giocatore medio di “Pokémon GO” l’idea di avere gli scambi fa venire in mente scene di amicizia, condivisione, di Raichu col cappellino festivo scambiati col cugino, di incontri casuali sotto i portici di Bologna…

Ma la nascita di mercati neri reali e paralleli è un problema con cui tutti i giochi multiplayer dotati di meccaniche di scambio hanno dovuto avere a che fare e hanno a che fare ed è un problema che non risparmia neanche i giochi che ne sono totalmente privi. Può rovinare l’esperienza dei giocatori, ma può, soprattutto, rovinare l’economia di un gioco, anche nel caso in cui non sia direttamente scambiabile la valuta in-game. Togliere la possibilità di scambiare i Pokémon online può sembrare un passo ma la cura può diventare per “Pokémon GO” ancora peggiore del malanno: il mercato nero che si potrebbe creare, soprattutto nelle grandi città, sarebbe non virtuale ma reale. “Pokémon GO”, anche in questo, pone nuove sfide che non sono solo concettuali ma economiche e commerciali, sfide che diventeranno sempre più comuni con la progressiva fusione di Realtà e Realtà Virtuale, la compresenza di online e vita quotidiana, la connessione perpetua e la sovrapposizione di economia monetaria ed economia digitale. In questo senso Niantic ha una responsabilità enorme: gestire la prima Economia Aumentata della storia umana.

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