Sentenza shock del tribunale di Ivrea: “L’uso del cellulare può causare tumori al cervello”

E’ una sentenza storica quella che arriva dal Tribunale di Ivrea nel primo pomeriggio: il giudice Luca Fadda ha chiuso con un verdetto clamoroso una causa intentata da Roberto Romeo, un ex dipendente Telecom, nei confronti dell’INAIL. L’uomo si è ammalato di cancro al cervello dopo aver utilizzato il telefono cellulare per 3 ore al giorno di media, durante 15 anni; il tribunale ha riconosciuto il rapporto di causa-effetto e condannato l’ente Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro a pagargli la rendita perpetua (che ammonterà a 500 euro mensili).

Romeo ha spiegato: “Pensavo fosse un problema di poco conto, una semplice infezione all’orecchio…In ogni caso non voglio demonizzare l’uso dei cellulari ma solo sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento di cui si parla e si conosce ancora poco”. Ed è proprio questo aspetto che è stato ribaltato dal giudice Fadda: se è vero che non esistono studi che certificano in modo inappellabile i danni che possono creare le onde elettromagnetiche di uno smartphone al cervello, è altrettanto vero che non è stato dimostrato il contrario.

Anzi, leggendo in modo più approfondito la sentenza, una nota di un consulente esterno (Angelo Levis dell’Università di Padova) cita uno studio condotto dal Dipartimento di Oncologia dell’Università di Orebro (Svezia): “L’esposizione abituale e duratura ai dispositivi mobili raddoppia (come minimo) il rischio di tumori ipsilaterali alla testatumori ipsilaterali alla testa.

fonte repubblica.it
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