Bloodstained sembra Castlevania, ma ha senso lamentarcene?

È difficile non avere dubbi e sospetti su “Bloodstained: Ritual of the Night”. “Bloodstained: Ritual of the Night” è il nuovo videogioco di Koji Igarashi (“Castlevania”), è l’erede spirituale di “Castlevania: Symphony of the Night”, è il ritorno di Igarashi al metroidvania, il piattaforme/azione esplorativo. Su di esso di concentrano aspettative esagerate, perché “Castlevania: Symphony of the Night” è forse il miglior videogioco mai creato (scusami “The Legend of Zelda: Ocarina of Time”) e “Bloodstained: Ritual of the Night” è stato annunciato come se fosse la sua seconda venuta. È anche uno dei giochi che ha raccolto di più su Kickstarter (5,5 milioni di dollari), dove ha cercato finanziamenti nonostante avesse già degli investitori. Ma la campagna Kickstarter è servita più a dimostrare agli investitori che c’era effettivamente un pubblico interessato ed è stata un’iniziativa promozionale non pensata per raccogliere davvero fondi necessari. Il comportamento non mi è risultato simpatico.

Dopo essere stato rimandato, colpito dalla maledizione di cui soffrono tanti progetti finanziati con Kickstarter, ora “Bloodstained: Ritual of the Night” è previsto nella prima parte del 2018 (doveva uscire nel 2017), nonostante Igarashi avesse annunciato un’uscita di contenuti nel tempo progettata proprio per non dover rimandare l’arrivo della parte principale del gioco, che aggiornamenti, espansioni e DLC avrebbero poi arricchito con calma. Ai dubbi contribuisce che “Bloodstained: Ritual of the Night” sia sviluppato da Inti Creates, ormai celebre per aver confezionato il fallimento di un altro grande autore giapponese, cioè “Mighty No. 9” di Keiji Inafune (“Mega Man”). Solita storia: l’autore di una serie celebre ma abbandonata dal suo produttore (Igarashi per “Castlevania” e Konami, Inafune per “Mighty No. 9” e Capcom) cerca fondi su Kickstarter e, con Inti Creates, realizza un gioco che si propone come erede spirituale della sua celebre serie.

In occasione dell’E3 505 Games (divisione editoriale di Digital Bros.) ha pubblicato un nuovo trailer del gioco. Lo trovate qua sopra, e ha attirato tanto entusiasmo ma alcuni dubbi per la sua grafica, le sue animazioni e la lentezza del suo gameplay. Prima di tutto, anche se gli effetti prospettici degli ambienti di “Bloodstained: Ritual of the Night” sono piuttosto belli ammetto di non essere io stesso entusiasta del risultato complessivo. Ma immagino sia una necessità economica passare dal 2D, dove ogni sprite va fatto a mano e dove ogni animazione va fatta a mano fotogramma per fotogramma, alle comodità della modellazione e dell’animazione tridimensionale, e immagino sia difficile convincere degli investitori a finanziare un’opera costosa pur di essere bidimensionale e sacrificare finanze sulla grafica e non su elementi di gameplay.

Diverso è il discorso sulla lentezza del gameplay, perché i movimenti e la velocità del personaggio sono piuttosto fedeli a quelli di “Castlevania: Symphony of the Night”, alla lentezza dei suoi spostamenti, alla sensazione di galleggiamento. Chi ha finanziato “Bloodstained: Ritual of the Night” voleva queste sensazioni, le sensazioni di “Castlevania: Symphony of the Night”, ed è questo che sta ottenendo. Ammetto che la resa tridimensionale ad alta definizione possa contribuire a non rendere giustizia a questo aspetto degli Igavania (i metroidvania di Igarashi) e che la sensazione di galleggiamento appaia persino esagerata a causa di qualche problema nell’animazione della corsa e nel salto, mentre le nuove proporzioni dello schermo (non più in 4:3) danno agli ambienti una vuota ampiezza che non giova al tutto. In un certo senso, siccome posso vedere più lontano e ho spazi quindi più grandi da attraversare (o spazi che almeno mi appaiono più grandi) avrei bisogno di muovermi effettivamente più veloce che in “Castlevania: Symphony of the Night”. Consideriamo anche che “Bloodstained: Ritual of the Night” ha ancora quasi un anno di sviluppo davanti, cioè ha ancora ampi margini di miglioramento, soprattutto se il problema è sistemare una animazione e una velocità.

“Bloodstained: Ritual of the Night” mi sembra riproporre in modo molto fedele, quindi, “Castlevania: Symphony of the Night”. Più che delle sue animazioni mi sembrerebbe interessante discutere di quanto il genere sia cambiato negli anni, e di quanto l’aspetto di “Bloodstained: Ritual of the Night” sembri ignorare dieci anni di metroidvania indipendente per riprendere un po’ ciecamente gli Igavania classici. Potete vedere qua sotto un video di gameplay più lungo dalla demo presente all’E3, e anche se è interessante la possibilità di acquisire attacchi dai nemici, il livello mostrato mi sembra una riproposizione manieristica del mondo di “Castlevania: Symphony of the Night”. Il level design è però una parte però assai importante di un metroidvania e la narrazione ambientale è cresciuta molto dall’ultimo “Castlevania” di Igarashi (“Castlevania: Harmony of Despair” del 2010, un gioco ben poco esplorativo). Quanto è utile finanziare un autore perché si ripeta, e non perché rinnovi? Ma ha poi senso lamentarsi se rispetta la missione che gli è stata affidata (e mi pare che Igarashi la stia rispettando)?

“Bloodstained: Ritual of the Night” uscirà nel 2018 (se non verrà ulteriormente rimandato) per Windows, Mac, Linux, PlayStation 4, PlayStation Vita, Nintendo Switchy (la versione per Switch ha sostituito quella per Wii U) e Xbox One.

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