DiRT 4 – Recensione

È particolare il percorso che ha portato DiRT 4 sul mercato, dato che arriva a un solo anno di distanza rispetto DiRT: Rally. Due progetti diversi, è vero, perché l’appuntamento del 2016 era particolarmente rivolto agli appassionati del genere, in special modo per coloro interessati a un gameplay decisamente incentrato sulla simulazione. Il nuovo episodio che arriva invece nel 2017 è un po’ più tradizionale e guarda a un pubblico ben più vasto: non si dimentica dei fan del genere, ma vuole accoglierne anche di nuovi. Tuttavia, sarebbe stato un peccato buttare del tutto il lavoro che era stato fatto con DiRT: Rally. Anzi, quell’esperienza è servita allo sviluppatore per far tesoretto in termini di realismo e veridicità alla guida, coniugando il tutto con qualcosa che ritorni ad affacciarsi un po’ di più verso il mondo arcade. Il risultato finale è un prodotto che si pone esattamente nel mezzo tra le due filosofie riuscendo nel difficile compito di non snaturarne nessuna.

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Ed è una cosa che si nota subito quando il gioco invita l’utente a cimentarsi in una sorta di “Scuola Guida” oppure a lanciarsi immediatamente alla conquista di tappe e campionati della lunga modalità Carriera. La scuola guida, lasciatemelo dire, è probabilmente una delle cose migliori offerte da DiRT 4: non si tratta infatti di un banale e solito tutorial studiato per apprendere al meglio le basi del modello di guida, ma di un vero e proprio corso che, tramite un adeguato senso di progressione, parte dal semplice controllo dell’auto al come imbastire ad esempio le traiettorie o a gestire la macchina in condizioni particolari. Si impara davvero qualcosa, soprattutto se non siete particolarmente avvezzi al genere, ma persino i più esperti potrebbero assimilare qualche piccolo trucchetto che possa aiutarli poi nelle gare ufficiali. Il grande punto di incontro tra arcade e simulazione non lo si nota soltanto in questo aspetto, comunque già abbastanza evidente, ma anche dalla straordinaria scalabilità del modello di guida. Gli aiuti attivabili e disattivabili a piacimento permettono di costruire un gameplay il più possibile adatto alle proprie esigenze, in modo che riesca a divertirsi sia il novellino, sia il pilota esperto fresco dell’esperienza offerta appunto da DiRT: Rally. E in ogni modo, che lo si giochi in maniera simulativa o che si preferisca un’esperienza più accessibile, DiRT 4 ha il grande merito di divertire e appagare in entrambe le situazioni. E questo non è un obiettivo così scontato da raggiungere per un prodotto che vuole proporre un punto di incontro tra due filosofie diametralmente opposte tra loro.

Inutile dire che per arrivare al giusto mix è stato necessario ricorrere a qualche leggero compromesso, soprattutto per quel che concerne i danni subiti dalla vettura. Se in DiRT: Rally bastava veramente poco per ritirarsi, in DiRT 4 è un rischio ben più raro, perché certi danni (come le forature) non hanno l’incidenza che avevano nel 2016. Non si spaventino i puristi, dato che una certa veridicità è comunque garantita, ma bisogna essere consapevoli che si tratta di un racing “misto”, che per forza di cose rinuncia a qualche velleità realistica in favore dell’immediatezza. Anche perché, salvo casi specifici, ci sarà sempre pronto il proprio team a riparare eventuali danni subiti tra una tappa e l’altra. Con delle tempistiche da rispettare, è evidente, ma comunque abbastanza permissive e che difficilmente possano compromettere la partecipazione alla tappa successiva.

Sotto il profilo dei contenuti, DiRT 4 fa invece di tutto per non sorprendere l’utente, nel senso che si limita a riproporre quelle che sono le modalità classiche per un episodio della serie. La Carriera, composta da ben cinque discipline differenti, è in ogni caso abbastanza ricca e longeva e vi porterà via parecchio tempo. Sono presenti anche dei divertenti mini-giochi pensati unicamente per sfidare gli amici online in termini di punti guadagnati, mentre l’unica vera novità è rappresentata dalla possibilità di creare le proprie tappe, in modo da poterle anche condividere online. I parametri che il sistema permette di modificare sono in realtà abbastanza generici e riguardano scenario, disciplina di gara, meteo, ora del giorno, lunghezza e complessità della tappa. Ci penserà poi il gioco stesso a generare il percorso con risultati, a dire il vero, a volte soddisfacenti, in altri casi un po’ meno. È semplicemente il grande limite di soluzioni di questo genere.

Per quanto riguarda le auto e, appunto, gli scenari non c’è di che lamentarsi. Il parco vetture a disposizione non è certo sconfinato quanto quello di un Gran Turismo (e non vuole e non può esserlo), ma è comunque soddisfacente per soddisfare i gusti degli utenti tra auto storiche e contemporanee. Il vero dispiacere riguarda l’assenza della licenza ufficiale WRC 2017, affidata ad altre mani, che potrebbe scontentare i giocatori più esigenti. Le location sono diverse e abbastanza variegate, dando la possibilità di correre in tutti i tipi di condizioni.

Cosa delude veramente? Il comparto tecnico, che non solo si presenta evidentemente non al passo dei tempi, ma è addirittura inferiore rispetto quello che si era visto solo un anno fa in DiRT: Rally. Involuzione quasi inspiegabile che ci restituisce un prodotto che non fa per niente gridare al miracolo: i modelli delle auto sono poco più che sufficienti, così come la realizzazione delle location, che peccano soprattutto nei dettagli a bordo pista. Poco accattivante anche l’impianto di illuminazione, mentre va meglio per quanto riguarda gli effetti in generale: tuttavia, pure qui, nulla per cui strapparsi i capelli. Se non altro l’ottimizzazione è eccellente e vengono garantite buone prestazioni su tutte le piattaforme.

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DiRT 4 – Recensione: Commento Finale

DiRT 4 è in buona sostanza un prodotto dalle intenzioni semplici: riportare la serie, dopo la derapata simulativa con DiRT: Rally, sul percorso che le è sempre appartenuto, ovvero il perfetto punto di incontro tra arcade e simulazione. L’ultimo nato di casa Codemasters non vuole inventare niente, ma si limita a proporre un’esperienza rally abbastanza variegata e profonda adatta a tutti i palati. Si poteva fare di più con il comparto tecnico e magari con qualche vera novità sotto il profilo dei contenuti, ma sono aspettative che possiamo tranquillamente rimandare al prossimo episodio principale. Per adesso, va bene così.

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