Injustice 2 – Recensione

Se volessi definire Injustice 2 in una sola parola penso che userei il termine “esagerato”. Non nel senso negativo del termine, si intende, piuttosto è esagerato nei tanti contenuti che riesce a mettere in campo senza sbagliare un colpo. Perché si tratta di quantità che corre a pari passo con una qualità che pone il nuovo nato di casa NetherRealm al livello dei migliori picchiaduro degli ultimi anni. I margini di miglioramento ci sono ancora, è chiaro, ma i passi avanti attesi dagli appassionati rispetto al prequel ci sono stati e si sentono in maniera a dir poco prepotente.

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Ogni singolo aspetto di Injustice: Gods Among Us è stato ritoccato in meglio, a cominciare dalla modalità Storia, che ha ormai un ruolo sempre più importante anche tra i picchiaduro. In questo senso, Injustice 2 propone qualcosa dalla qualità addirittura sorprendente, perché non solo la trama sarebbe perfettamente trasportabile in un bel cinecomic, ma è anche ben scritta e girata, oltre a prendersi qualche libertà nella gestione dei tanti personaggi in ballo senza snaturarne le origini. Ciò significa che le 5-6 ore di gioco richieste per completarla, tra una settantina di incontri, qualche bivio e un finale veramente stupefacente, non saranno soltanto di allenamento per il multiplayer, ma vi troverete proprio a viverle con attenzione e curiosità. Non vorrei azzardare a dire che Injustice 2 meriterebbe di essere acquistato soltanto per questa modalità, ma trattandosi indubbiamente di una delle migliori storie offerte dai videogiochi sull’universo DC, consiglierei di provarla anche a chi non è un grande amante del genere.

Ma l’esperienza single player non si ferma certo qui perché, come dicevo in apertura, Injustice 2 è veramente esagerato nella quantità di contenuti che riesce a proporre e a farlo bene. La grande novità, e al contempo anche l’ottimo prolungamento (non proprio letteralmente, ma diciamo così) alla Storia, è la modalità Multiverso. Come suggerisce il nome, si tratta di una tipologia di gioco che estremizza il concetto dei differenti universi alternativi che da sempre riguardano le produzioni legate ai fumetti. Quindi, tramite un sistema ciclico che rinnova costantemente gli scenari, i giocatori verranno di volta in volta scaricati all’interno di differenti mondi e ambientazioni con diversi personaggi da controllare per completare le missioni messe a disposizione. Ogni Terra Alternativa ha un timer che, una volta scaduto, rinnova l’Universo in cui combattere, che viene generato casualmente tramite un sistema studiato a puntino dallo sviluppatore. Una modalità Arcade più espansa? No, c’è molto di più. Prima di tutto, al gameplay base di Injustice 2 vengono inserite delle variabili che rendono ancor più eccitante e variabile la sfida: ostacoli in arena, l’obbligo di utilizzare determinate mosse, eventuali lottatori pronti a dare una mano, vari modificatori che possono semplificare o complicare la situazione e così via. Inoltre, il completamento delle quest offre la possibilità di sbloccare nuovi oggetti di equipaggiamento per i personaggi giocabili.

E qui sta l’altro colpo di genio di NetherRealm che unisce alle caratteristiche tipiche di un picchiaduro alcune velleità che solitamente ritroveremmo in un gioco di ruolo. Il tutto si riassume infatti nel Gear System: i pezzi di equipaggiamento sbloccabili, infatti, non hanno soltanto delle finalità estetiche ma conferiscono modifiche di fondo che riguardano caratteristiche come Forza, Abilità, Difesa e Salute. Esatto, come in un gioco di ruolo, si finisce per personalizzare a fondo il proprio personaggio preferito: si lavora sui danni inflitti da mosse speciali o normali, sui punti vita a disposizione e sulla quantità di colpi che, viceversa, è possibile incassare. E poi ci sono i set di equipaggiamento speciali, che conferiscono bonus specifici a seconda sia del lottatore controllato, sia di quello affrontato. Il tutto è coordinato tramite un sistema di leveling up e punti esperienza: guadagnare livelli in Injustice 2 significa poter equipaggiare i pezzi più importanti, oltre ad avere il naturale miglioramento delle caratteristiche di base. Ovviamente, per non farsi mancare niente, lo sviluppatore ha inserito anche le classiche modalità Arcade e Survival, adatte per gli appassionati in cerca di un’esperienza di gioco più tradizionale.

La genialità del Multiverso si espande del resto anche al multiplayer grazie all’inserimento della modalità Gilde. Si tratta di un vero e proprio multiplayer a squadre in cui un gruppo di giocatori si ritrova ad affrontare vari scenari proposti dal gioco a seconda dei personaggi controllati. La filosofia del Multiverso viene trasportata dunque in ambito multiplayer: ovviamente cambia la difficoltà, rimodellata verso l’alto specialmente per i boss, ma ci si diverte davvero tanto. Anche perché non mancheranno pure in questo caso gli oggetti da sbloccare.
Al divertimento contribuisce un net-code stabile: nonostante siano passate ormai diverse settimane dal lancio, devo dire di non aver mai riscontrato gravi problemi, e un po’ tutte le partite fatte sono andate via in maniera fluida e convincente. Chiaramente, aldilà del multiplayer a squadre, c’è tutta la sezione competitiva che per fortuna non sembra soffrire di gravi problemi di bilanciamento. La questione degli elementi GdR viene risolta in fretta e in maniera abbastanza intelligente semplicemente azzerando, o meglio pareggiando, i contendenti in gioco. Non temete quindi di affrontare un personaggio troppo potenziato: il gioco è stato progettato per far sì che si combatta sempre alla pari, senza bonus o modifiche particolari che possano snaturare i delicati equilibri di uno scontro multiplayer. Il confronto tra i vari lottatori disponibili, invece, non ha restituito particolari differenze. È chiaro, ci sono dei personaggi veramente entry-level, come Batman, e altri invece per cui è richiesta una certa dimestichezza con il genere per essere padroneggiati al meglio. Ma non mi è mai capitato di avvertire un senso di forte squilibrio tra un lottatore e l’altro. Lo sviluppatore è comunque molto attento su questo aspetto e lo sottolinea con la pubblicazioni di nuove patch che sistemino eventuali squilibri segnalati dai giocatori.

Merito di questo equilibrio va dato senz’altro anche al gameplay. Injustice 2 non rinnega la filosofia del predecessore, anzi la conferma e possibilmente la espande. Il sistema di gioco è al contempo abbastanza accessibile e particolarmente profondo: il tutorial e la modalità Allenamento sono perfetti per i neofiti in cerca di lezioni e pratica per capire come sfruttare al meglio le caratteristiche di base della produzione. Alla lunga, come in ogni buon picchiaduro che si rispetti, paga però l’esperienza e i giocatori più bravi saranno in grado di capire come sfruttare al meglio le caratteristiche di ogni personaggio. Perché il bello di Injustice risiede proprio nella grande varietà insita nello stile di combattimento di ogni lottatore, tra chi si rivela ottimo per la lunga distanza, chi invece è più adatto nella gestione degli spazi medi e infine chi è più indicato per sfruttare al meglio l’ambiente circostante, tra pareti e oggetti interattivi da utilizzare. Insomma, alla fine sta al giocatore, ed è un’ovvietà dirlo, capire quale personaggio e quale tipologia di approccio si adattano meglio al proprio stile. Un gameplay talmente profondo e malleabile da essere adatto per tutti i gusti: in più è assai piacevole da giocare, cosa non del tutto scontata.

Injustice 2 è insomma un picchiaduro veramente completo, che può pregiarsi anche di una realizzazione tecnica niente male: le prestazioni sono garantite a 60 frame per secondo nonostante l’ottimo lavoro svolto sul dettaglio dei personaggi e della varie location, ben costruite e con una sapiente gestione dei colori. Belle da vedere e ben girate, come dicevo, le sequenze filmate. A ciò si aggiunge il supporto per HDR su PlayStation 4 Pro e Xbox One S, per non parlare dell’adeguamento alla risoluzione 4K. Il comparto sonoro, tra ottime musiche e un buon doppiaggio in italiano per gli interpreti principali (il cast di voci del resto è lo stesso dei cartoni animati e della serie Batman: Arkham), rappresenta la perfetta ciliegina sulla torta.

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Injustice 2 – Recensione: Commento Finale

Injustice 2 è quindi un picchiaduro solido, ricco di contenuti (anche in single player), bello da vedere, accessibile, piacevole e profondo quanto basta da giocare. Non offre in realtà nulla di veramente clamoroso e indimenticabile, ma le idee messe in ballo funzionano e lo rendono uno dei migliori esponenti del genere degli ultimi anni. La modalità Storia è talmente ben curata da essere quasi sorprendente, mentre il Multiverso, insieme alle caratteristiche da GdR, è quella trovata geniale che potrebbe renderlo infinito persino in single player. Per non parlare poi di un ottimo multiplayer, merito di un cast di lottatori vario e che non sembra soffrire di gravi sbilanciamenti e pienamente rispettoso dell’universo DC Comics. Adatto a tutti, sia agli appassionati del genere, sia ai neofiti, è l’ennesima conferma di NetherRealm, sempre più protagonista nel panorama dei picchiaduro.

Injustice 2 Recensione 05

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