Perché non pubblicheremo il prossimo leak su Cyberpunk 2077 di CD Projekt

CD Projekt RED, studio autore della serie “The Witcher” culminata con il videogioco d’azione open-world “The WItcher 3: Wild Hunt”, sta ora lavorando a un nuovo videogioco, stavolta di ambientazione cyberpunk e intitolato semplicemente “Cyberpunk 2077”. Per rimanere nel tema del gioco (il genere cyberpunk è sempre stato pieno di hacker), dei ladri hanno rubato documenti riservati che riguardano questa nuova opera e hanno chiesto un riscatto minacciando sennò di pubblicare le informazioni su internet.

Come potete leggere nel cinguettio qui sopra, CD Projekt RED ha già pubblicamente dichiarato che non si piegherà al ricatto. “Uno o più individui ancora non identificati ci hanno appena informato che sono in possesso di alcuni file interni appartenenti a CD Projekt RED. Tra questi file ci sono documenti che riguardano le prime idee per il nostro nuovo videogioco, Cyberpunk 2077. Ci han chiesto un riscatto, dicendoci che se non pagheremo diffonderanno i file. Non siamo disposti a soddisfare la richiesta di questo individuo (o di questi individui), e questo potrebbe comportare la pubblicazione online dei file. Ne saranno informate le autorità competenti. Si tratta inoltre di documenti vecchi, per la maggior parte non rappresentativi della visione che abbiamo ora per questo gioco. Ma comunque se non vedete l’ora di giocare a Cyberpunk 2077 vi consigliamo di evitare informazioni non provenienti da CD Projekt RED. Avrete notizie di Cyberpunk 2077 quando sarà il momento opportuno, da noi.”

Non ci siamo mai tirati indietro quando si è trattato di pubblicare leak, se provenienti da fonti credibili. Stavolta si tratta però di materiale rubato e diffuso su internet come risultato di un ricatto (o meglio, dei mancato pagamento di un riscatto) e quindi, come responsabile della sezione Videogames di Webtrek, ho deciso che non copriremo la notizia, se i documenti verranno pubblicati, e non ne riporteremo i contenuti. Farlo vorrebbe dire incoraggiare comportamenti criminali, dimostrando che la stampa e i suoi professionisti sono disposti a contribuire nella realizzazione di quello che è un piano criminale. Non ci abbasseremo al livello di siti come GQ, che pubblicano foto rubate a ragazze e diffuse illecitamente e poi promuovono per mesi, su Facebook, l’articolo in cui mostrano la refurtiva. Scusa GQ, mi hai ingolfato la sezione Notizie per troppo tempo con questa spazzatura e aspettavo solo l’occasione per chiarire la differenza tra il vostro comportamento e quello che dovrebbe avere una qualsiasi testata seria, online o no.

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