Oculus viene sabotata dal suo stesso fondatore, Palmer Luckey

Palmer Luckey, co-fondatore di Oculus e, almeno ufficialmente, inventore dell’Oculus Rift, si è allontanato dall’azienza da lui stesso creata quando le sue posizioni politiche lo han reso una figura troppo scomoda. Oculus è ora proprietà di Facebook, che a quanto pare non voleva più essere collegata a Luckey dopo che erano state rivelate le sue donazioni a una associazione, dalla dubbia legittimità dal punto di vista legale, impegnata nel creare e diffondere meme anti-Clinton durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali americane. L’associazione, tra l’altro, era stata ideata da Milo Yiannopoulos, uno dei principali promotori del movimento GamerGate (contro la presenza di donne nell’industria videoludica) e famoso per essere stato espulso per sempre da Twitter dopo aver organizzato una campagnia di molestie contro l’attrice Leslie Jones. Ora Palmer Luckey sta creando una nuova compagnia con cui aiuterà Donald Trump a creare il muro tra USA e Messico, un muro che secondo Luckey non sarà fisico e concreto, ma costituito da sistemi di vigilanza all’avanguardia. Il co-fondatore di Oculus sta però anche finanziando un gruppo… che lavora per danneggiare Oculus stessa.

Come scoperto da Waypoint, Palmer Luckey sta contribuendo con un finanziamento di duemila dollari al mese al Patreon di Revive, uno strumento che permette di giocare alle esclusive di Oculus Rift sul suo principale rivale, l’HTC Vive di Valve. Facebook è molto gelosa delle esclusive per Oculus Rift, esclusive vendute attraverso l’apposito Oculus Store, anche perché ha attivamente finanziato molte delle opere su cui poi esige l’esclusività, opere che non sarebbero sennò mai esistite in un mercato piccolo e rischioso come quello della VR, ma questo spezza ulteriormente la piccola comunità dei giocatori di VR di alta qualità, una comunità che già manca di grandi titoli da giocare. Nonostante i tentativi fatti da Facebook per bloccare l’uso di Revive, implementando un procedimento di controllo sull’identità del visore VR nei suoi giochi, gli sviluppatori di Revive sono riusciti a rompere e superare tutti i sistemi di DRM (di difesa del diritto d’autore e di controllo della legittimità) di Oculus e le due parti sembrano in qualche modo aver poi firmato una tregua: Facebook ha eliminato il controllo sul visore e Revive ha in cambio smesso di superare i controlli e i sistemi di DRM di Oculus. Con i sistemi di DRM in funzione queste esclusive Oculus, anche se giocate su Vive, devono comunque essere acquistate dal negozio ufficiale di Facebook (e non possono essere piratate) e sembra che alla compagnia questo basti come compromesso.

L’annuncio delle donazioni di Luckey viene direttamente da Jules Block, lo sviluppatore di Revive. “L’improvvisa crescita nelle nostre entrate è responsabilità di Palmer Lucky. Vorrei ringraziarlo per la sua donazione e per quello che ha fatto per l’intera comunità VR”. Luckey stesso ha successivamente confermato a Waypoint la veridicità di questa dichiarazione. Luckey, va detto, non risulta aver mai voluto o supportato l’esclusività di software su Oculus, un’iniziativa che potrebbe essere dovuta più a Facebook e alla sua acquisizione della società. È comunque curioso vedere il fondatore di un’azienda finanziare attivamente chi lavora per danneggiarne le strategie.

fonte Waypoint
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