Monolith giustifica (male) le micro-transazioni in Shadow of War

Monolith Productions e Warner Bros. Interactive Entertainment hanno avuto una serie di reazioni negative di fronte all’annuncio del sistema di “loot box”/”loot chest” presente in “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”). Il gioco, anche se sarà venduto a prezzo pieno e sarà un’esperienza prevalentemente dedicata al single player, avrà infatti un suo negozio interno in cui i giocatori potranno acquistare “forzieri” pieni di equipaggiamento e Orchi per il proprio esercito spendendo valuta in-game o valuta reale . Gli Orchi trovati potranno avere avere potenze diverse, e rarità diverse, e i forzieri in cui sarà più facile trovare Orchi di maggior valore saranno acquistabili unicamente con valuta reale.

Si tratta, insomma, di un vero e proprio meccanismo da videogioco freemium, da videogioco gratuito che offra la possibilità di acquisti. Non solo, si tratta di un sistema basato su forzieri dal contenuto casuale, quindi sull’impossibilità del giocatore di sapere esattamente cosa stia acquistando, una meccanica nata da quelle del gioco d’azzardo e che ne sfrutta gli stessi meccanismi mentali (con la differenza che in “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” pagando valuta reale non ottengo beni che abbiano un valore monetario). I produttori stanno chiaramente tentando i limiti dei videogiocatori, sperimentando con opere come “Dead Space 3”, “Mortal Kombat X”, “Deus Ex: Mankind Divided”, “Agents of Mayhem”, “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”) e “NBA 2K18” quanto in là possano spingersi inserendo micro-transazioni in videogiochi a prezzo pieno, magari con effetti sul gameplay e magari infine modificando il gameplay e il suo bilanciamento in modo da incoraggiarne l’acquisto, come è successo nella modalità per giocatore singolo di “NBA 2K18”.

Le Happy Merchant

Non aiuta il fatto che “il cacciatore di teste”, l’Orco mercante che gestisce il negozio in-game, sembri influenzato dallo stereotipo dell’ebreo mercante avido, come il celebre meme razzista chiamato “Le Happy Merchant” (o “Antisemitic Meme of the Jew”), creato da A. Wyatt Mann per un fumetto che proponeva un mondo senza ebrei e senza neri e reso popolare da 4chan in un periodo in cui la piattaforma era ancora più tollerante di oggi verso razzismo e simpatie neo-naziste. Non parlo di ispirazione consapevole, ma di influenza probabilmente dovuta al peso degli stereotipi anti-semiti sulle rappresentazione dei personaggi avidi in generale e, soprattutto, di banchieri e mercanti.

Monolith Productions si è giustificata a Eurogamer come abbiamo già visto e letto fare in passato: “Si tratta di dare al giocatore la possibilità di scegliere. La possibilità, dal mio punto di vista, serve alle persone che non se la sentono di dedicare al gioco troppo del loro tempo libero e che sono timorose di non riuscire a godersi la completa esperienza di un gioco tanto grande.” […] Si tratta di dare più controllo nelle mani del giocatore… dirgli… lo sai come preferisci giocare, puoi fare tu la scelta” dice Bob Roberts, designer del gioco, comparando la presenza di micro-transazioni in un gioco a prezzo pieno con la presenza di diversi livelli di difficoltà. Lo studio ha poi rassicurato che “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”) è stato bilanciato senza considerare la presenza del negozio interno, e che quindi l’intera esperienza resterà godibile per chi non vorrà spendere valuta reale.

Come ho spiegato in precedenza, questa spiegazione è falsa: per dare al giocatore la libertà di accelerare l’esperienza di gioco nel caso non abbia la quantità di ore necessarie per un gioco grande quanto pare essere “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”) non serve farlo pagare. L’esperienza lui la ha già acquistata, e come un lettore non deve pagare per saltare le pagine di un libro che ha comprato un videogiocatore non dovrebbe dover pagare per saltare parti di un gioco che ha acquistato: dovrebbe essere gratuito, le loot box dovrebbero essere totalmente gratuite. Questo, naturalmente, se a Warner Bros. interessasse davvero rendere il gioco più inclusivo, allargarne il pubblico, rispettare il tempo dell’appassionato e i diritti del consumatore. Perché inserire “loot box”, forzieri dal contenuto casuale, in un videogioco a prezzo pieno non vuol dire dare posibilità di scelta al giocatore ma vuol dire approfittare dei giocatori più deboli, magari di chi ha già problemi con il gioco d’azzardo o li ha avuti in passato.

E in che modo saltare parti di gioco permetterebbe a un giocatore troppo impegnato di godersi “l’esperienza completa”? Se le parti saltate sono inutili, se non fanno parte dell’esperienza completa del gioco, perché esistono? “Middle-earth: Shadow of War” è un gioco che ha un certo costo per essere acquistato e giocato nella sua versione completa, ma ha costi aggiuntivi per chi vuole giocarlo di meno, costa tanto di più quanto meno volete giocarne. È triste pensare a un designer costretto a convincere i giocatori a giocare al suo gioco spiegando che, pagando del denaro extra, potranno saltarne delle parti. Dico “costretto” perché queste son decisioni che vengono con molta probabilità dal produttore, e non ce l’ho con Bob Roberts o con Monolith Productions. Davvero, non prendetevela con loro.

E il fatto che Bob Roberts ci rassicuri spiegando di aver bilanciato il gioco senza considerare la presenza delle micro-transazioni e arrivi a dire che tutto il sistema non è stato usato durante i test (“abbiam tenuto spenti il sistema di loot box e l’economia basata su valuta reale durante le sessioni di prova”) pone altri problemi. Un gioco bilanciato interamente con le micro-transazioni si potrebbe rivelare ingiocabile senza, ma un gioco bilanciato interamente senza le micro-transazioni, pur avendole, come si rivelerà nella sua forma finale? Le micro-transazioni sono qui davvero un trucco a pagamento, qualcosa destinato a rompere il bilanciamento del gioco e di cui si ignorano gli effetti.

La verità è che Warner Bros. sa di poter ora puntare su un pubblico di videogiocatori sempre più adulti, quindi sempre più impegnati e con sempre meno tempo per giocare, videogiocatori che però hanno accesso a uno stipendio, o comunque a denaro, e la compagnia vuole sfruttare il bisogno del consumatore, del consumatore che già ha pagato, per aggredire questo denaro. “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”), seguito di “Middle-earth: Shadow of Mordor” del 2014, arriverà su PC, Xbox One e PlayStation 4 il 10 ottobre 2017.

fonte Eurogamer
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