Game Happens a Internet Festival 2017: i giochi dello showcase

Game Happens, festival di game design che si tiene ogni anno a Genova, ha portato all’Internet Festival 2017 uno showcase di videogiochi italiani e stranieri che era possibile provare durante l’evento. Siccome il tema del festival era #sentiment, cioè la passione che riversiamo nel mondo digitale e online, il rapporto tra emotività e virtuale, tra persona e community, anche i giochi dello showcase hanno seguito questo filo conduttore declinandolo in varie sotto-tematiche: cosa mettiamo di personale, di soggettivo, nel modo in cui vediamo il mondo? cosa mettiamo della realtà nel videogioco? cosa mettono i media dentro di noi? come influenziamo la realtà con le nostre scelte?

Punti di vista

Something Something Soup Something a Game Happens (Internet Festival 2017)

C’era “Keep Talking and Nobody Explodes” di Steel Crate Games, disponibile con Oculus Rift in fiera, un videogioco dove un giocatore deve disarmare una bomba, visibile in questo caso solo a lui attraverso il visore VR, mentre un altro giocatore gli dà indicazioni senza poter vedere la bomba ma cercando di capire come è fatta dalla descrizione del compagno e leggendo un manuale cartaceo. “Keep Talking and Nobody Explodes” è disponibile per Mac e Windows (con supporto per Oculus Rift e HTC Vive, ma potete giocarlo anche su uno schermo regolare), PlayStation VR, Samsung Gear VR e Daydream.

“Snakisms” di Pippin Barr, un gioco che nessuno dovrebbe perdersi come tutte le opere di Pippin Barr, racconta come le ideologie cambino la nostra vita e cercano di trovare un senso a essa ma le applica, invece che all’essere umano, al videogioco “Snake”: come sarebbe “Snake” se fosse un gioco capitalista, ascetico, determinista, apocalittico, post-apocalittico, utilistarista e così via? Come cambia, quindi, la realtà a seconda del punto di vista adottato da chi la guarda? Potete giocare “Snakisms” gratuitamente sul vostro browser dal sito di Pippin Barr, anche da dispositivo mobile.

“Something Something Soup Something” di Stefano Gualeni è un altro videogioco che parla di come noi vediamo la realtà. Cosa è per voi una zuppa? In “Something Something Soup Something” mi trovo in un prossimo futuro in cui gli alieni cucinano le zuppe per gli umani, teletrasportandole sul nostro pianeta, ma siccome gli extraterrestri non hanno una idea precisa di cosa sia “una zuppa”, una minestra, dovrò essere io a distinguere quello che è “soup” e quello che non lo è salvando i miei compagni umani da morte certa (per esempio nel caso mangiassero una minestra di batterie e sassi) ma anche definendo quello che per me questa parola significa. Potete giocare “Something Something Soup Something” gratuitamente sul sito dell’autore (attenti perché inizialmente non è sempre chiaro quali oggetti e bottoni siano interattivi e quali facciano semplicemente da sfondo).

“Like Roots in the Soil” di SpaceBackyard (abbiamo già parlato del loro “The Revolutionary Watermelon”) è un’esperienza interattiva delicata e raffinatissima, anche nella grafica e nel sonoro. Due uomini, in due epoche diverse, percorrono la stessa strada: c’è un tempo post-apocalittico, dove domina la distruzione e un uomo anziano barcolla forse alla ricerca di un modo per sopravvivere, e lo stessa città mostrata però integra, brillante, pulita, con un protagonista ancora ragazzo che passeggia per le sue vie con uno zaino in spalla. Mentre i personaggi camminano io posso solo spostare il punto di vista della telecamera, posso scegliere come guardare la scena, se vederla come la vedrebbe l’uno o l’altro o se restare a metà, spezzandola in due parti, in due sguardi tra loro simili e diversi. Potete scaricare “Like Roots in the Soil” gratuitamente dalla sua pagina itch.io.

Videogioco dentro la storia

1979 Revolution a Game Happens (Internet Festival 2017)

“1979 Revolution: Black Friday” di iNK Stories e N-Fusion interactive è un’esplorazione della storia attraverso il videogioco e attraverso la storia di una singola persona e il racconto di come una vicenda personale si intrecci con i grandi eventi che cambiano il mondo, in mezzo alla rivoluzione iraniana del 1979. La struttura del gioco ricorda i videogiochi narrativi di Telltale Games, ma qua c’è il chiaro intento di insegnare al giocatore qualcosa in più sull’Iran e su come dallo Shah siamo arrivati alla situazione odierna passando da una rivoluzione che tutti volevano portare in una direzione differente. È un gioco su cui mi riprometto di tornare, anche perché lo ho giocato interamente durante la fiera, ma intanto ve lo consiglio fortemente nonostante a volte voglia essere troppo giocoso e inserisca parti ludiche proprio nei momenti meno adatti e più drammatici, come Quick Time Events per schivare i colpi della polizia o minigiochi per curare le ferite di un amico morente. “1979 Revolution: Black Friday” è disponibile su Steam, GOG.com, Android e iOS.

Anche “Black the Fall” di Sand Sailor Studio (parte di Square Enix Collective) prende spunto da un’ambientazione storica, in questo caso rappresentando una fantascientifica fuga da un fantascientifico comunismo legato al comunismo romeno vissuto dai suoi sviluppatori. Il risultato (per quanto gli autori tengano a sottolineare che i due giochi hanno avuto sviluppi paralleli e indipendenti) ricorda fortemente “Inside” di Playdead, con scorrimento orizzontale, sfondi profondi e tridimensionali e un’ambientazione distopica dove, per sfuggire alla minaccia, bisogna a volte fingersi parte della massa. “Black the Fall” è disponibile per su Steam e per Xbox One e PlayStation 4.

Lo sguardo dei media

Orwell a Game Happens (Internet Festival 2017)

“Orwell: Keeping an Eye on You” di Osmotic Studios e Surprise Attack è l’incontro tra “Her Story” di Sam Barlow e “Papers, Please” di Lucas Pope: ho il compito di tenere sotto sorveglianza digitale la popolazione, recuperandone i dati con una meccanica di gioco in cui devo basarmi sulle informazioni che possiedo per trovarne di nuove (alla “Her Story” appunto) per poi decidere chi indicare alla polizia e far arrestare (e qua il gioco ricorda più “Papers, Please”) come colpevole di una serie di attentati. “Orwell: Keeping an Eye on You” è disponibile per PC su Humble Store, GOG e Steam.

“We Become What We Behold” di Nicky Case, che forse conoscete per i suoi meravigliosi saggi da giocare di cui abbiamo in precedenza parlato su Webtrek, è un breve gioco che racconta l’effetto dei media su di noi. L’effetto dello sguardo, del nostro guardare, su chi siamo, e su come questo sguardo possa essere guidato, deformato, filtrato dalla rappresentazione mediatica che riceviamo dalla realtà. Se noi siamo cosa guardiamo, cosa succede quando non siamo più padroni di scegliere cosa guardare e come? Potete giocare gratuitamente “We Become What We Behold” sul vostro browser su itch.io.

Le scelte che facciamo

Last Day of June a Game Happens (Internet Festival 2017)

“Last Day of June” di Ovosonico (“Murasaki Baby”) è la storia di un uomo deciso a sfidare lo spazio e il tempo e cambiare il passato per salvare la persona che ama. Se la grafica vi ricorderà un po’ quella delle opere di Tim Burton sappiate che il gioco è realizzato con la collaborazione di Jess Cope, scrittrice, regista e animatrice che ha lavorato anche a “Frankenweenie” e che collabora stavolta con Massimo Guarini, direttore del gioco (e di “Shadow of the Damned” per Grasshopper Manufacture)m e con il musicista Steven Wilson. “Last Day of June” è disponibile su Steam e per PlayStation 4.

“One Night Stand” di Kinmoku (Lucy Blundell) è una visual novel, arricchita però da ricche animazioni e fumetti, che inizia quando il protagonista si sveglia in una camera da letto sconosciuta accanto a una persona altrettanto sconosciuta dopo una notte di bagordi. Potrò esplorare la stanza, senza fare troppi danni e troppo rumore e potrò conversare con la proprietaria di casa magari senza far capire che non ricordo chi sia o potrò semplicemente scappare appena possibile togliendomi dall’impiccio, in un videogioco a scelta multipla con ben dodici finali diversi. “One Night Stand” è disponibile su itch.io e Steam.

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