Mick Gordon e Martin Stig Andersen raccontano la musica di Wolfenstein 2

“Wolfenstein 2: The New Colossus” di MachineGames avrà una colonna sonora dinamica composta da Mick Gordon e Martin Stig Andersen. In occasione della prossima uscita del gioco, che arriverà il 27 ottobre 2017 su PC, PlayStation 4 e Xbox One, Bethesda Softworks sta pubblicando molto materiale promozionale e informativo e oggi ci ha mandato una specie di intervista organizzata da Bethesda per presentare il lavoro dei sue artisti per “Wolfenstein 2: The New Colossus”.

Mick Gordon ha già composto la colonna sonora di “Wolfenstein: The New Order” (2014) e “Wolfenstein: The Old Blood” (2015), ma è diventato noto forse soprattutto per il suo lavoro sulle musiche di “DOOM” (2016) di id Software dove ha incrociato analogico ed elettronico spingendo sugli elementi metal della colonna sonora del “Doom” originale. Dopo, Gordon ha anche composto per “Prey” di Arkane Studios, stavolta spostandosi su toni horror, thriller, su fascinazioni provenienti da certa dance elettronica italiana degli anni 90. Martin Stig Andersen è invece noto per il suo lavoro come musicista per “LIMBO” (2010) e “INSIDE” (2016) di Playdead.

Mick Gordon durante l’estate è stato una settimana a Uppsala, in Svezia, dove si trova l’ufficio di MachineGames e dovegli sviluppatori gli hanno fornito la documentazione necessaria per conoscere il gioco, la sua trama e tutti i suoi momenti principali e poter da lì costruire la sua parte di musica. Diverso è stato invece il rapporto tra MachineGames e Martin Stig Andersen, che vivendo a Copenaghen non è poi così distante da Uppsala e ha potuto frequentare lo studio durante l’intera produzione, collaborando strettamente con la squadra audio del gioco e riutilizzando nella colonna sonora elementi già presenti in “Wolfenstein 2: The New Colossus”.

Diverso è stato anche l’indirizzo dato alla musica dai due artisti, anche se in entrambi i casi la musica è stata pensata e registrata in modo che la produzione stessa riportasse agli anni 60 (seppur ucronici) in cui è il gioco è ambientato e a toni analogici piuttosto che digitali. Chi ha sentito le colonne sonore di Martin Stig Andersen per Playdead conosce già il suo stile, il suo inglobare anche i rumori ambientali all’interno della colonna sonora, e potrebbe riconoscere questo tono anche in “Wolfenstein 2: The New Colossus”, dove la musica sarà costruita per esempio sulle scintille che animano una struttura magnetica, o sul metallo lacerato nella Manhattan devastata dallo sgancio della bomba atomica. Martin Stig Andersen afferma di aver costruito la sua musica anche su elementi musicali popolari durante il nazismo, come il Seufzermotiv (un motivo musicale che rappresenta il sospirare ansioso e che è ben radicato nella musica tedesca a partire dal barocco), che qua diventa il suono prodotto dal volo degli aerei. E alcuni suoni sono stati incisi su vinile e poi ri-registrati su un vecchio registratore in modo da creare un effetto di “orchestra su vinile” che riportasse all’epoca trattata.

MIck Gordon ha voluto invece lavorare sul contrasto tra le due fazioni, sullo scontro tra il colosso brutale e oppressivo del nazismo e la colossale lotta, fatta di gentilezza, solidarietà e disperazione, della resistenza. Ha ripreso lo stile anni 60 che aveva già usato per “Wolfenstein: The New Order”, con chitarre acustiche, chitarre con corde di nylon, violoncello e mandolino, facendo passare tutto da veri amplificatori per avere un tono vecchio, caldo e realistico.

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