Naughty Dog ancora accusata di molestie, stavolta da una giornalista

La giornalista di The Verge e, precedentemente, Polygon Megan Farokhmanesh ha accusato in un cinguettio su Twitter uno sviluppatore di Naughty Dog, non nominandolo per nome, di aver fatto una disgustosa battuta nei suoi confronti durante il loro primo incontro, quando lei si è qualificata come giornalista. Farokhmanesh ha deciso di parlarne dopo le precedenti accuse che hanno colpito Naughty Dog e Sony, che secondo un ex dipendente dello studio avrebbero coperto un caso di molestie sessuali.

“Throwback Thursday [ricordo del giovedì su Twitter]: una volta uno sviluppatore di Naughty Dog mi chiese se mi scopassi tutte le mie fonti come avviene in House of Cards dopo che mi ero presentata come giornalista.” Il riferimento è alla serie televisiva “House of Cards” tratta da Beau Willimon dall’omonima mini-serie inglese di Andrew Davies per la BBC tratta dai romanzi di Michael Dobbs ma non avendola mai vista non son riuscito a identificare il personaggio citato dallo sviluppatore.

Naughty Dog è stata di recente accusata da un suo ex dipendente, David Ballard, di aver coperto le molestie sessuali subite dall’uomo da parte di un suo capo. Quando le molestie uscirono fuori e arrivarono all’orecchio di Sony, secondo la ricostruzione di Ballard, la vittima fu licenziata e ricevette un’offerta in denaro in cambio del suo silenzio. Naughty Dog ha immediatamente affermato di non sapere di cosa Ballard stia parlando, perché non esisterebbero relazioni ufficiali su queste molestie né presso lo studio né presso Sony. La discussione su molestie e violenze sessuali sul luogo di lavoro è diventata centrale dopo il caso del produttore cinematografico Harvey Weinstein, accusato da inchieste giornalistiche e da moltissime donne del mondo dello spettacolo di averle molestate, violentate o di aver chiesto prestazioni sessuali in cambio di lavoro. Weinstein è stato per anni coperto dai suoi colleghi in un’industria dove tutti sapevano cosa stesse accadendo ma nessuno parlava, per omertà, complicità o perché vittima impaurita dalle conseguenze di un attacco solitario a un simile gigante. L’inizio della discussione ha spinto altre vittime a raccontare la loro esperienza, anche nell’industria videoludica.

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