Call of Duty vuole arrivare con i suoi film al pubblico più giovane

Sappiamo che Activision Blizzard, con i suoi nuovi Activision Blizzard Studios, sta lavorando a una serie di film, un universo cinematografico, di “Call of Duty”. Anche se mancano ancora informazioni precise su quanti e quali saranno questi film, da queli ambientazioni prenderanno spunto (si inizierà con la Seconda Guerra Mondiale? o con un’ambientazione contemporanea in stile “Call of Duty: Modern Warfare”? avremo varie sotto-serie come nei videogiochi, magari narrativamente collegate?) Tim Kilpin di Activision, capo del Consumer Products Group, ha chiarito quli sono gli obiettivi della compagnia in questo progetto.

In un’intervista a MCV Kilpin spiega le cautele necessarie per portare una serie tanto famosa, e con una tale eredità, in un nuovo medium. “Se la sceneggiatura e la storia non sono esattamente quello che vogliamo non faremo i film, non siamo in una situazione in cui c’è qualcuno che ci dice che non importa come stanno venendo e l’importante è che siano fatti. Non è quello che sta succedendo. Noi pensiamo che se riusciamo a lavorare bene ci sarà l’opportunità di espandere il nostro pubblico oltre a quello tradizionalmente interessato ai videogiochi.”

Il problema, secondo Kilpin, è che “Call of Duty” è un videogioco “M-rated” (negli tati Uniti d’America vuol dire che è vietato ai minori di 17 anni), mentre con i film potrebbero raggiungere un pubblico più ampio. Staremmo quindi parlando di film adatti anche a persone di età inferiore ai 17 anni, forse PG-13 (visione consigliata in presenza di un adulto nel caso di spettatore di età inferiore ai 13 anni), e il modello di riferimento di Activision è chiaramente l’universo cinematografico creato da Disney per i personaggi Marvel.

fonte MCV
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