Electronic Arts pensa che non vogliamo Darth Vader rosa. Si sbaglia

Electronic Arts non sembra avere idee chiare sul perché “Star Wars: Battlefront 2” abbia elementi di gameplay nelle loot box, nei forzieri dal contenuto casuale, e non elmenti solo estetici. Ho già discusso in passato sul perché io non creda che distinguere tra elementi estetici ed elementi di gameplay nelle loot box sia utile: sia l’aspetto visivo sia le meccaniche sono parti dell’esperienza di un videogioco, e rendere casuale l’acquisizione di qualsiasi parte di un gioco influenza comunque questa esperienza. Le loot box di soli elementi estetici, come quelle di “Overwatch” di Blizzard Entertainment, sono però molto tollerate dai videogiocatori e anzi hanno contribuito a rendere popolare il concetto stesso di loot box convincendo gli utenti che ne esistesse una versione “buona” da opporre a quella “cattiva”.

La versione cattiva sarebbe per esempio quella usata da Electronic Arts e DICE per “Star Wars: Battlefront 2”, dove le loot box sono il principale modo in cui viene gestita l’intera progressione dei personaggi e dell’account. Se voglio nuove abilità o potenziamenti per le abilità base devo cercare nelle loot box, non in un albero delle abilità. Durante la Credit Suisse 21st Annual Technology, Media & Telecom Conference, Blake Jorgensen, direttore finanziario di Electronic Arts, ha spiegato perché la compagnia abbia scelto di inserire elementi di gameplay nelle casse: lo ha fatto per difendere l’integrità del marchio di “Star Wars”.

È una risposta sorprendente. Precedentemente Electronic Arts aveva sostenuto che l’assenza di elementi estetici nelle casse fosse dovuta solo a ritardi nella creazione degli elementi estetici stessi, mentre ora dice che non sono stati previsti a causa della volontà di preservare l’integrità del marchio “Star Wars”. Ecco come aveva risposto Dennis Brännvall, direttore del design a DICE, durante un AMA (Ask me Anything) su Reddit quando gli era stato chiesto il motivo per cui gli oggetti acquistabili con micro-transazioni in “Star Wars: Battlefront 2” non fossero solo estetici e se fosse troppo tardi per cambiare. “Non è mai troppo tardi, come avrai notato non siamo riusciti a preparare gli oggetti per la personalizzazione dei personaggi in tempo per il lancio. Ma proprio oggi artisti e designer sono venuti da me a mostrarmi gli elementi estetici che vogliono far uscire. Penso che avremo probabilmente i migliori Cloni mai realizzati e so che i giocatori vogliono davvero poterli personalizzare (sìsì lo so). Non posso darvi ancora una data, ma ci stiamo lavorando e credo che questo cambierà il gioco a tutti i livelli”.

Una risposta abbastanza diversa da quella data da Jorgensen, che comunque conferma che EA stia lavorando, insieme a Lucasfilm, per capire come introdurre oggetti per la personalizzazione estetica in “Star Wars: Battlefront 2”. Sono convinto che l’integrità del marchio “Star Wars” sia importante per Electronic Arts, e soprattutto è importante per Lucasfilm/Disney che, come sappiamo, ha seguito molto da vicino lo sviluppo del gioco e ha fatto pressione per sospendere la sua monetizzazione proprio per difendere il marchio “Star Wars”. Ma in che modo elementi estetici dovrebbero mettere a rischio questa integrità?

“La cosa su cui siamo davvero concentrati e su cui sono davvero concentrati è non violare il canone di Star Wars. È un marchio incredibile costruito in tanti, tanti anni. Quindi se tu facessi un sacco di oggetti estetici potresti iniziare a violare il canone. Darth Vader in bianco probabilmente non ha senso, ha senso in nero. Senza contare che probabilmente non vorresti Darth Vader in rosa. Senza offesa al rosa, ma non penso che sia buono per il canone.” Un discorso che mostra quando questi dirigenti abbiano poca dimestichezza con il pubblico: Darth Vader rosa avrebbe un successo enorme. E poi “Star Wars: Battlefront 2” viola già il canone di “Star Wars”, mescolando liberamente epoche e personaggi, come è possibile che il problema siano i costumi? Non basta dare ai personaggi vari costumi ufficiali? Per esempio, Darth Vader non può avere un costume senza casco, o persino un costume da Anakin Skywalker? (questo probabilmente lo renderebbe poco riconoscibile, è solo una idea)  Jorgensen, rispetto a questo genere di monetizzazione solo estetica, difende invece quella introdotta inizialmente in “Star Wars: Battlefront 2”: “Alcune persone hanno più tempo che denaro, e altre hanno più denaro che tempo. Vuoi sempre avere un equilibrio tra questi.”

fonte Credit Suisse
via GamesIndustry.biz
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