Electronic Arts: il videogioco diventerà indiscreto e subconscio

Andrew Wilson, presidente di Electronic Arts, ha rilasciato un’importante dichiarazione sul futuro dei videogiochi durante un’intervista a Bloomberg, Ho già citato questa intervista in passato parlando delle affermazioni di Wilson su titoli attualmente a cadenza annuale come “FIFA” e “Madden NFL”. Secondo il dirigente di EA in futuro questi videogiochi non avranno più una cadenza annuale come ora ma diventeranno servizi su abbonamento con aggiornamenti annuali e, ancora più in là, servizi in streaming per cui non avremo neanche più bisogno di console o PC: i giochi gireranno su macchine remote, ricevendo i nostri input e rispondendo a essi. Una prospettiva simile a quella presentata da Phil Spencer, capo di Xbox, che ha annunciato l’interesse della compagnia a lanciare un servizio di streaming per videogiochi nei prossimi tre anni (mentre la rivale Sony ha già PlayStation Now).

Ma il futuro del videogioco si spinge ancora oltre, secondo Wilson. Con lo streaming potremo portare con noi “FIFA” sul cellulare, sullo schermo della televisione, sul tablet nella pausa da lavoro, sul computer di bordo della nostra automobile, e il gioco dovrà essere pensato per tutte queste situazioni, dovrà esistere qualcosa da fare in un minuto di attesa in fila, su cellulare, e qualcosa da fare in un’ora comodamente seduti sul diviano. E a un certo punto l’esperienza diventerà ancora più diffusa, e lo diventerà grazie alla Realtà Aumentata.

Se la stereoscopia si è rivelata un’esperienza breve e sta scomparendo dai cinema e anche dai Nintendo 3DS (ora Nintendo investe solo sui Nintendo 2DS e i New Nintendo 2DS XL e tanti giochi non supportano più il 3D stereoscopico) e la Realtà Virtuale ha difficoltà ad affermarsi e sembra per tutti un’esperienza di passaggio, l’obiettivo dell’industria (anche bellica) è arrivare alla Realtà Aumentata e alla Realtà Mista, alla fusione di reale e digitale. E, combinata allo streaming e alla geolocalizzazione, la Realtà Aumentata potrebbe diventare la fusione tra videogioco e mondo reale, secondo Wilson: i videogiocatori, riporta Bloomberg, potrebbero ricevere ricompense in “The Sims” in base al numero di uova che hanno in frigo o potrebbero ricevere ricompense in “FIFA” per la partita di calcetto giocata insieme agli amici. “Esiste un futuro non tanto distante in cui i videogiochi smettono di essere esperienze discrete e conscie per diventare esperienze indiscrete e subconscie“.

Quello previsto (sognato?) da Electronic Arts è un futuro distopico in cui non è il gioco a diventare parte della nostra vita quotidiana, ma è il nostro rapporto con le multinazionali a essere indiscreto (nel senso di “privo di soluzione di continuità”), onnipresente. Prendiamo per esempio “Pokémon GO”, il gioco appunto in Realtà Aumentata di Niantic (so che l’uso di “Realtà Aumentata” per “Pokémon GO” è un po’ improprio ma perdonatemelo): il videogioco si propone come una trasformazione giocosa della città e dei suoi spazi, si propone come un nuovo modo di vivere le strade e la struttura urbana. Ma “Pokémon GO” non crea davvero un modo alternativo di attraversare la città: i suoi punti di riferimento, le sue Palestre e i suoi PokéStop, si sovrappongono ai punti di riferimento reali, si concentrano sulle vie e sulle piazze principali che normalmente noi attraversiamo. La città digitale che “Pokémon GO” crea su quella reale ne ripropone tutte le gerarchie e le strutture create da secoli di autorità (a volte con spinte contrarie e incoerenti). Così zone povere e rurali, e i quartieri a maggioranza nera degli Stati Uniti d’America, si son trovati senza Palestre e PokéStop, esattamente come si son trovati e si trovano senza servizi e senza presenza dello Stato, e spostarsi lontano dal proprio quartiere può farti uccidere se sei una persona di colore negli Stati Uniti d’America.

“Pokémon GO” riafferma le gerarchie urbane già esistenti, ma pensate invece a un futuro in cui multinazionali potranno fare accordi con altre multinazionali per incoraggiare comportamenti nella vita reale allo scopo di ottenere benefici in gioco. Succede già, per esempio con promozioni che legano oggetti in-game a bevande energetiche o con partnership più curiose, ma quello che Electronic Arts descrive è un mondo in cui le compagnie cercheranno di geolocalizzarci e guidarci in ogni momento della nostra vita, come già inseriscono nelle nostre case, con il cavallo di Troia della domotica, dispositivi capaci di triangolare la nostra posizione e di ascoltarci di continuo, dispositivi che lo Stato è capace di usare per spiarci e che altre compagnie usano per introdurre nella nostra giornata la loro pubblicità.

fonte Bloomberg
Potrebbe piacerti anche