Girljail è un bullet hell cyberpunk ispirato a UnderTale – Penny Playful

Siamo nel 2666, sono una ragazza rinchiusa in una piccola piccola prigione in un futuro cyberpunk, fatto di colori caldi, brucianti e neon. Non riesco quasi a muovermi nella mia cella, sbatto contro le pareti. Una figura appare dal buio, una figura enorme, sensuale, un misto di arterie e cavi, carne e plastica, e mi condanna a morte, mi condanna alla “morte massima” in una prigiona di sicurezza “supermassima”. La mia colpa è forse aver tradito il mio genere, forse è di aver cospirato con il pensiero, forse è di aver amato. Qualsiasi sia la mia colpa non mi resta che rotolarmi nella cella, sbattere contro le sue pareti, nel tentativo di evitare la condanna, nella speranza di una grazie all’ultimo minuto.

Girljail” è un bullet hell realizzato per una game jam di due giorni dagli australiani Lachlan Cartland e Alexander Ocias, mentre la musica viene da sintecta. L’ispirazione è evidentemente “UnderTale” di Toby Fox, videogioco di ruolo in stile giapponese dove però i combattimenti sono, in parte, gestiti come in un bullet hell, uno sparatutto a scorrimento orizzontale incentrato nell’evitare gli attacchi nemici che creano (appunto) “un inferno di proiettili”. In “Undertale” le sezioni bullet hell mi servono per evitare gli attacchi nemici (mentre la scelta delle mie azioni è fatta tramite un tipico menù a gioco di ruolo in stile giapponese a turni) e in esse, proprio come in “Girljail”, sono rappresentato come un cuore intrappolato in una scatola quadrata.

La scatola, che in “UnderTale” è forse il corpo che rinchiude l’anima (il cuore è la “Soul”), qui diventa la prigione che rinchiude la condannata a morte. E vuol dire forse qualcosa il fatto che sia posizionata come la vagina dell’antagonista sullo sfondo? Sto combattendo forse contro me stessa? “Girljail” è un gioco brevissimo, dura appena tre minuti (quando riesco a sopravvivere sino alla sua fine) ed è pensato prima di tutto per dispositivi mobili: premendo e strusciando il dito muovo il cuore, muovo me stessa, all’interno della scatola/prigione, e quando sollevo il dito il cuore torna rapidamente nella sua posizione originaria, al centro della cella. Posso giocarci anche su computer, usando il clic del mouse come il tocco del dito, ma diventa così un po’ troppo facile evitare gli attacchi nemici (un consiglio: potete premere il dito e il mouse e trascinare da qualsiasi punto dello schermo, non dovete per forza premere sul cuore/Soul per poter spostare il personaggio). “Girljail” è disponibile gratuitamente su Android, iOS e su itch.io, dove potete scaricarlo per PC Windows, Mac, Linux o come apk per Android.

I “penny dreadful” erano, nell’Ottocento inglese, racconti dell’orrore pubblicati a episodi e a basso prezzo (costavano appunto un solo penny). Penny Playful è una rubrica irregolare in cui segnaliamo videogiochi indipendenti disponibili su internet gratuitamente o quasi.

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