La fine della Net Neutrality USA mette a rischio anche noi

La Feral Communications Commission (FCC) statunitense è decisa a cancellare le regolamentazioni che difendono negli Stati Uniti d’America la net neutrality, la neutralità della rete. Secondo il principio di neutralità della rete chi ci fornisce la rete internet (i provider, i gestori telefonici) deve trattare i dati in maniera uguale, senza discriminarli: non c’è differenza, per esempio, per come vengono trattati i dati di Twitter e quelli di Facebook. Anche le grandi compagnie di internet, come Facebook e Google, si sono sinora sempre espresse a favore dei principi di neutralità della rete.

La fine della neutralità della rete americana provocherà sostanzialmente la fine di internet come lo conosciamo oggi e la definitiva fine dello spirito dell’internt delle origini, quando pensavamo che la rete potesse diventare uno spazio di uguaglianza, democrazia, contatto ed empatia al di là delle barriere e delle distanza geografiche. I provider potranno bloccare a piacere l’accesso ad alcuni siti chiedendo agli utenti pagamenti extra per accedere e potranno decidere a quali siti riservare più banda dati e a quali siti riservarne meno. Per far questo i gestori dovranno naturalmente sapere a quali siti mi sto connettendo, cioè dovranno avere accesso al mio traffico dati per monitorarlo. Si aggiunge quindi un rischio per la privacy.

La fine della neutralità della rete è discussa dal FCC sin dal 2014. Nel 2015 con l’amministrazione Obama sono finalmente arrivate in USA regole che difendessero questo principio, equiparando la rete internet a servizi pubblici come luce e gas, ma Ajit Pai, nuovo capo della FCC sotto Donald Trump, ha deciso di attaccarla nuovamente, proponendo quello che appare come un vero e proprio piano per la distruzione di internet negli USA. Piano che potrebbe essere approvato dalla FCC il 14 dicembre. Il progetto viene presentato come una necessaria deregolamentazione, un ridare potere al mercato e all’innovazione dopo anni di perdita di investimenti a causa di un eccessivo controllo dall’alto dell’attività degli operatori.

La fine della neutralità di internet negli Stati Uniti d’America riguarda anche noi; c’è il rischio che le compagnie, dopo la vittoria americana, inizino a far pressioni per avere una legislazione comparabile in Europa. In Italia esiste la “Dichiarazione dei Diritti in Internet” che vieta la discriminazione dei dati in base al loro contenuto, ai dispositivi e alle piattaforme, e l’Europa ha definito precise linee guide per le neutralità della rete, ma i provider possono ancora promuovere iniziative che non conteggiano consumo di dati quando usufruisco di un certo servizio (per esempio quando uso Instagram) favorendolo evidentemente rispetto alla concorrenza. In Portogallo il principio di neutralità della rete non viene rispettato e internet viene venduta agli utenti a “pacchetti”. La fine della neutralità della rete negli Stati Uniti d’America avrà anche ripercussioni sui videogiochi multiplayer e sulle strategie delle grandi compagnie videoludiche americane e internazionali.

fonte The New York Times
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