Sonic Forces Speed Battle è un runner competitivo per smartphone

“Sonic Forces” di Sega è da ieri disponibile per PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Il gioco si propone come seguito di “Sonic Generations” e alterna come personaggi Sonic Classico, con livelli a scorrimento orizzontale tradizionali e ispirati al gameplay dei “Sonic the Hedgehog” per Mega Drive, Sonic Moderno, con livelli tridimensionali con visuale in terza persona e un gameplay appunto più “moderno”, e un terzo protagonista, un avatar zoomorfo creato dal giocatore e caratterizzato da un’abilità a scelta legata alla sua specie animale. Il gioco non è stato particolarmente ben accolto, soprattutto a causa dei suoi problemi di ottimizzazione che, su PC, arrivano persino a renderlo ingiocabile. Ma insieme al gioco per PC, Switch, PS4 e Xbox One è arrivato anche un videogioco per dispositivi mobili, “Sonic Forces: Speed Battle”.

“Sonic Forces: Speed Battle” è un videogioco di corse multiplayer, un’interpretazione competitiva del classico videogioco runner per dispositivi mobili (in stile “Temple Run” per intenderci), tra quattro giocatori. Al lancio ci sono sono in tutto quindici personaggi di “Sonic the Hedgehog” (Sonic Classico, Knuckles, Amy, Omega, Zavok, Metal Sonic, Chaos…) e dodici percorsi divisi tra tre ambientazioni diversi, tra cui due ambientazioni legate a “Sonic Forces”. È free-to-play, con le solite inserzioni pubblicitarie che, se guardate, possono darmi ricompense in-game e acquisti tramite le solite micro-transazioni, ed è sviluppato da HARDlight (“Sonic Dash”, “Crazy Taxi: City Rush”, “Sonic Jump”).

È per ora disponibile solo su App Store per iPhone e iPad (anche già ottimizzato per iPhone X). Il comunicato stampa mi informa che “Sonic Forces: Speed Battle” “dovrebbe” arrivare anche su dispositivi Android a partire dal 16 novembre 2017, se tutto andrà bene. Probabilmente Sega voleva a tutti i costi avere “Sonic Forces: Speed Battle” disponibile per il lancio di “Sonic Forces” anche se la versione Android non era pronta a causa della grande varietà di dispositivi su cui è necessario testarla e farla funzionare (un problema che rende spesso lo sviluppo per Android più difficile di quello per iPhone).

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