Gli USA cancellano la Net Neutrality, con conseguenze anche per noi

La Feral Communications Commission (FCC) statunitense ha votato ieri 14 dicembre 2017 per la fine della net neutrality, la garanzia di neutralità della rete. Secondo il principio di net neutrality i gestori telefonici devono trattare i dati che riceviamo o che inviaimo in modo uguale, senza distriminarli in base al loro contenuto. Per esempio non possono far viaggiare più rapidamente i dati di sito X rispetto ai dati di sito Y.

La neutralità della rete preservava gli ideali originari su cui internet è nato e si è diffuso come luogo dell’uguaglianza, come nuova frontiera. L’amministrazione Obama la aveva garantita e difesa, ma Ajit Pai, nuovo capo della FCC nell’amministrazione Trump, ha invece promosso una deregolamentazione in linea con gli ideali del Partito Repubblicano, che vuole limitare la presenza dello Stato nelle vite dei cittadini e nell’impresa per ridare indipendenza al mercato e favorire in questo modo concorrenza e innovazione. Almeno secondo i promotori della deregolamentazione.

Il risultato è che ora negli Stati Uniti d’America  i provider potranno decidere a quali contenuti permettere l’accesso, potranno decidere quali contenuti rallentare e quali promuovere e, per farlo, potranno visionare i dati dei loro utenti. Netlifx potrà per esempio non funzionare o funzionare male per chi non pagherà ai gestori una tariffa apposita per vedere i film, e i siti con contenuti sgraditi potranno essere praticamente oscurati.

Questo sarà permesso dalla “pacchettizzazione” dei dati internet: i siti potrebbero essere venduti dai gestori come Sky vende i pacchetti dei suoi canali. Negli USA gli utenti dovranno magari scegliere se comprare un pacchetto che dà alta velocità solo a Facebook, Twitter e Instagram, o un pacchetto che consenta di leggere solo le e-mail a velocità elevata, o pacchetti di pacchetti con le varie offerte.

Gli utenti saranno quindi incoraggiati a navigare solo sui siti a cui hanno acquistato l’accesso ad alta velocità, trascurando le altre piattaforme e gli altri siti. Ne potrebbero essere danneggiati tutti i giochi  e le app online che necessitano di bassa latenza e che potrebbero finire esclusi dai piani tariffari e il problema non riguarda solo gli USA.

L’Europa ha delle linee guida in difesa della neutralità della rete, in Italia esiste la Dichiarazione dei diritti di internet che vieta la discriminazione dei dati in base al loro contenuto. Nonostante questo esistono ancora varie offerte telefoniche che potrebbero essere considerate opinabili in un regime di vera neutralità della rete, con la possibilità di non calcolare nel consumo di dati alcune app.

La neutralità della rete è quindi un obiettivo ancora da raggiungere anche in Italia, e subiremo sicuramente le conseguenze della decisione degli Stati Uniti d’America, con la progressiva scomparsa o l’impoverimento di tutti i contenuti gratuiti che non saranno inseriti nelle offerte dei gestori e le conseguenze sui videogiochi e sulle app in quello che per molti produttori occidentali è il principale mercato.

fonte GamesIndustry.biz
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