Hellbound vuole riproporre lo sparatutto anni 90 nella sua beta

Saibot Studios ha annunciato l’inizio della beta chiusa su PC dello sparatutto in stile anni 90 Hellbound. Nonostante la sua grafica moderna e tridimensionale Hellbound risponde a tutti i canoni estetici dell’epoca di Doom e Quake: creature infernali, personaggi dalla voce rauca che urlano a ogni salto, armi che non hanno bisogno di essere ricaricate e musica metal.

Sarebbe molto più corretto trattare la beta chiusa di Hellbound se fosse un’alfa, perché è proprio a questo che assomiglia. Sembra la demo pre-alfa che viene mostrata prima di iniziare la campagna di crowdfunding, per intenderci: ci sono le basi, c’è qualche asset, ma non c’è ancora il gioco vero e proprio e tutto ha una forma provvisoria soprattutto e improvvisata.

La beta chiusa di Hellbound si concentra su un’unica modalità chiamata Survival. Come accade tipicamente in questo genere di modalità devo sopravvivere a ondate sempre più grandi di nemici sempre più potenti, e in questo caso con le prime ondate sblocco nuove armi recuperabili dall’ambientazione o dai nemici che le impugnano

Parto con pugni e mitra semi-automatico (con munizioni infinite), nella prima ondata ottengo una enorme mazza, nella seconda ottengo un fucile capace di sparare contemporaneamente tre proiettili, nella terza ottengo  una mitragliatrice laser a canne rotanti e nella quarta ottengo un lanciamissili.

Ogni arma ha una funzione di fuoco secondaria, ma non tutte sono perfettamente distinte in base alla grafica o in base al loro funzionamento. Per esempio, il mitra base e il fucile sono piuttosto simili graficamente, due tubi di acciaio con tre aperture da cui esce una luce (gialla nel mitra, blu nel fucile), il mitra e la mitragliatrice sono differenziate solo per la velocità di fuoco e hanno anche un identico fuoco secondario (si tratta semplicemente di uno zoom che migliora la mira dei colpi) e i pugni e la mazza sono entrambe armi corpo-a-corpo piuttosto simili.

Manca una vera ortogonalità tra le armi, e comunque in una modalità survival piena di orde nemiche è difficile rispondere a nemici diversi con armi diverse, come dovrebbe accadere in uno sparatutto anni 90, anche a causa dell’omogeneità della mappa.

La mappa del survival di Hellbound è una semplice arena circolare di pietra circondata da un terreno brullo dove si trovano fiori rossi (che esplodono se colpiti), fiori verdi (che possono liberare armi, cure per la salute o bonus di armatura quando colpiti) e armi e dove vengono generati i nemici. L’unica interruzione di questa mappa è un fiume di lava che si muove radialmente dal bordo sino a bordo dell’arena di pietra, una soluzione di continuità intelligente nella sua semplicità ma non sufficiente.

Lo sparatutto anni 90 nasce dall’interazione di tre elementi: nemici, armi e architettura. La beta di Hellbound ha armi interessanti ma ancora immature, nemici più o meno tutti identici (possono usare una delle armi del gioco o essere Imp che lanciano palle di fuoco) e una arena appena adatta a una modalità survival. Come ho detto prima, sarebbe meglio considerarla una semplice alfa che dimostri lo stile grafico e la competenza degli autori nel motore, perché è ancora molto lontana dal dimostrare di poter diventare in futuro uno sparatutto in stile anni 90.

Hellbound azzecca la velocità del genere, la mobilità, il bisogno di muoversi continuamente per evitare i colpi dei nemici e per cercare cure per la salute del personaggio tra i cadaveri, e prende l’interessante decisione di distinguere tra una camminata e una corsa che non permette di sparare o cambiare arma. Niente di particolarmente originale nello sparatutto realistico in prima persona, ma Hellbound dimostra che potrebbe aggiungere profondità e scelta anche a uno sparatutto più astratto.

Potete richiedere di iscrivervi alla beta chiusa di Hellbound dal sito ufficiale del gioco.

Potrebbe piacerti anche