Tomb Raider: perché il finale del film è tanto incoerente con i videogiochi?

Inizio subito dicendo che in questo articolo ci sono SPOILER SUL FILM DI TOMB RAIDER DEL 2018 CON ALICIA VIKANDER. Vi anticipo proprio il finale del film, quindi non leggetelo se non lo avete ancora visto. Oppure leggetelo: non sono vostro padre potete fare quello che volete.

spoiler

Nella mia recensione di Tomb Raider con Alicia Vikander ho notato le differenze tra la crescita di Lara nei videogiochi e nel film. I videogiochi del reboot di Tomb Raider raccontano l’incontro di Lara Croft con il sovrannaturale, la sua evoluzione da archeologa scettica a persona consapevole di quanto possa essere profonda la tana del Bianconiglio. Il film elimina invece qualsiasi elemento sovrannaturale e sposta altrove la trasformazione di Lara, raccontando una ragazzina senza direzione e senza futuro che diventa un’archeologa.

In Tomb Raider del 2018, come nel videogioco Tomb Raider del 2013, Lara Croft si dirige sull’isola giapponese di Yamatai alla ricerca della tomba della regina Himiko. L’identità della regina, il perché sia sepolta lì e l’intera isola sono decisamente diverse nel film rispetto a quelle viste nel videogioco (anche per dare qualcosa di nuovo a chi ha già giocato alla serie): Himiko non è la regina sciamano di Yamatai capace di controllare il tempo atmosferico, costretta a una vita eterna in un corpo morto dopo il fallimento del rituale che ne doveva prolungare l’esistenza e difesa da un ordine di samurai non-morti, ma è una ragina giapponese maledetta sigillata in Yamatai perché non potesse nuocere più al popolo con i suoi poteri mortiferi.

Ma alla fine del film di Tomb Raider scopriamo che non esiste alcun potere: come in Uncharted Drake’s Fortune di Naughty Dog il sarcofago della regina conserva una mummia che trasforma le persone in zombi per cause spiegate scientificamente. Himiko di Yamatai, nel film di Tomb Raider, era la portatrice sana di un morbo zombi che ancora vive nel suo cadavere e la malvagia organizzazione Trinity (l’antagonista del film) voleva ottenere il corpo della regina per usare il morbo zombi come arma biologica in stile Umbrella di Resident Evil.

In un’intervista a GameSpot il produttore Graham King spiega i motivi che li hanno spinti a fare questo importante cambiamento alla storia, tagliando interamente l’elemento sovrannaturale dalla serie Tomb Raider.

“Ne abbiamo parlato. In che modo dovremmo farlo? ci siamo chiesti. E penso che se avessimo fatto un terzo atto che cambia in quel modo… avrebbe rovinato la costruzione dei personaggi che gli spettatori hanno visto per un’ora e 25 minuti. La avrebbe completamente cambiata. E penso che devi stare molto attento a non cambiare troppo genere nel terzo atto. Ho fatto un film in cui lo facemmo [non so a quale film della sua lunga carriera si riferisca] e non andò bene.”

Non penso che la spiegazione sia molto convincente. Tomb Raider è certamente un film costruito in maniera molto banale sulla solita struttura in tre atti (mezz’ora di introduzione, un’ora di svolgimento, mezz’ora di conclusione) ma non credo che sia stata la coerenza narrativa a spingere gli autori a inventarsi un incredibile e irreale virus immortale preservato in un cadavere e capace di trasformare immediatamente le persone in zombi. Credo che la motivazione vada cercata altrove, in Cina.

La Cina ha quasi salvato il flop Warcraft L’inizio, la Cina è stata una grande componente nel successo dell’ultimo terribile film di Resident Evil, la Cina è in generale un mercato cinematografico che non può più essere ignorato. Ma in Cina non è possibile mostrare non-morti o creature sovrannaturali, in quanto è vietata ogni propaganda alle superstizioni e probabilmente Tomb Raider è stato modificato proprio per accontentare meglio la censura cinese.

Cerchiamo di quantificare quanto sia stato pesante, sinora, il contributo della Cina negli incassi di Tomb Raider: finora il film ha incassato fuori dagli USA 105,5 milioni di dollari, e più di 41 di questi milioni vengono dalla Cina, mentre in USA ha sinora raggiunto solo poco più di 28 milioni di dollari. Senza la Cina attualmente il film non avrebbe neanche recuperato i suoi costi di produzione (senza parlare di quelli di marketing).

“Il film non finisce lì” racconta King. “Lara torna a Londra. Torna alla sua vita. Come potevamo rendere questo convincente per il  pubblico? Se spingevamo troppo sul sovrannaturale o comunque rendevamo non realistici gli eventi che avvenivano nella tomba il pubblico non ci avrebbe seguito nella parte che doveva poi preparare il terreno per il film successivo.”

Proprio sulla difficoltà di Lara nel ritorno alla vita normale dopo aver scoperto il sovrannaturale si basa, nella serie videoludica, l’inizio di Rise of the Tomb Raider. 

fonte GameSpot
Potrebbe piacerti anche