Uno smartphone Android vende i dati utenti (senza consenso) ad altre società

Si chiama Singtech P10, è uno smartphone di un’azienda cambogiana che viene venduto anche in altri paesi dell’Asia sud-orientale (come il Myanmar) e nelle ultime ore si è guadagnato un bel po’ di pubblicità in tutto il mondo. Pubblicità, meglio specificarlo da subito, non esattamente positiva.

Tutto è scaturito da un articolo del Wall Street Journal in cui si è parlato di una collaborazione tra Singtech e un’agenzia pubblicitaria di Taiwan, la G-mobi. Una collaborazione che non mancherà di far discutere, visto che l’agenzia – grazie ai dati personali degli utenti che le vengono forniti dai cambogiani – mostra annunci pubblicitari pertinenti alle abitudini degli ignari possessori del Singtech P10.

Occhio, però: gli utenti non forniscono alcun consenso di trattamento dei propri dati. Dati che riguardano in particolare, IMEI, MAC address, spostamenti geografici e probabilmente anche sulla navigazione e sul tipo di app installate. Come ben sappiamo, diverse applicazioni (anche le più popolari) richiedono il permesso ad esempio di consultare dati personali (rubrica, galleria media, ecc.).

Ciò non accade su Singtech P10 che ha un software di proprietà G-Mobi pre-installato e “non dichiarato”; oltre che di difficile rimozione. Insomma, un bel pasticcio in un’epoca in cui gli scandali riguardo al mancato rispetto della privacy hanno colpito altri giganti della privacy. Da segnalare anche che G-Mobi millanta collaborazioni anche con Huawei e Xiaomi (prontamente smentite dalle aziende interessate): chissà se c’è altro da scoprire…

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