Assassin’s Creed: padre uccide la figlia per giocare

Era solo di ieri la notizia secondo la quale i videogiochi creerebbero una dipendenza simile a quella dell’eroina. Anche oggi, purtroppo, si torna a parlare di videogiochi sotto una luce ancora più cupa, e a pagarne le conseguenze è una bambina di sole 5 settimane.

Secondo quanto rivelano diversi giornali stranieri, Mark Sandland, ragazzo di 28 anni, mentre stava giocando al popolarissimo videogioco Assassin’s Creed III – probabilmente in preda ad un raptus di follia – uccide la figlioletta di cinque settimane che lo stava “disturbando” con le tipiche urla da neonato. Il giovane è stato condannato ad una pena di 8 anni di carcere per omicidio colposo, nonostante la difesa abbia provato a giustificare l’accaduto con una crisi epilettica durante la quale Mark non si sarebbe reso conto di quanto stava facendo.

Le diverse analisi compiute sul luogo del delitto e sul corpicino della povera vittima (lesioni al viso, torace, addome e fianchi),  tuttavia, hanno convinto la corte a condannare il ragazzo poiché, dopo l’omicidio, avrebbe tentato di insabbiare le prove che lo avrebbero incolpato. Ovviamente non riuscendoci.

Anche in questo caso, come per le altre volte, la colpa di quanto è accaduto non è assolutamente riconducibile al videogioco, ma unicamente alla persona che ha compiuto quel folle gesto. In quel momento avrebbe potuto fare anche altro, come leggere un libro o guardare un film, e, purtroppo, il risultato non sarebbe cambiato.