Da alcuni mesi Google sta lavorando su delle nanoparticelle magnetiche pensate per monitorare la salute ed in grado di interagire con un braccialetto intelligente: analizzando il sangue dell’utilizzatore, sarebbero in grado di rilevare l’eventuale presenza di cellule tumorali e comunicare il risultato al bracciale. Ad occuparsi di tale progetto è Google X, la divisione dell’azienda di Mountain View addetta alla sviluppo di progetti rivoluzionari ed innovativi che già qualche tempo fa aveva affrontato il tema della sclerosi multipla.
Grazie a questo braccialetto, Google punta alla diagnosi precoce del Cancro. Si tratta di una ricerca davvero interessante il cui funzionamento è stato mostrato in un video di “The Atlantic”: i pazienti ingoiano pillole contenenti le nanoparticelle di cui sopra che, non appena trovata una cellula cancerosa, vi si agganciano. I dipendenti intervistati hanno spiegato come avviene la comunicazione tra le nanoparticelle, che inviano segnali luminosi, e il braccialetto che li capta attraverso le vene superficiali del lato inferiore del polso.
Naturalmente tale fluorescenza deve attraversare tutti i tipi e colori di pelle, per questo motivo i ricercatori Google hanno costruito delle braccia finte molto realistiche, in grado di riprodurre tali situazioni: da qui la pelle finta. Molti rimangono scettici sul fatto di avere nanoparticelle all’interno del proprio corpo, ma Andrew Conrad ha replicato affermando che sicuramente è meglio non avere cellule tumorali che galleggiano costantemente nel nostro corpo cercando di ucciderci. Vi lasciamo il video che illustra il lavoro di Google X, sicuramente ammirevole dato che è pensato per salvare delle vite umane.