Ori and The Blind Forest – Recensione

Il panorama moderno dei videogiochi è ormai piatto, dobbiamo tristemente constatarlo: gli sviluppatori sono quasi sempre “obbligati” a realizzare titoli appartenenti ai franchise più altisonanti (e conseguentemente redditizi, ma soprattutto con zero rischi) come Assassin’s Creed, Call of Duty e via dicendo, lasciando (il più delle volte) chiaramente ben poco spazio alla creatività e all’immaginazione. Fortunatamente però, c’è sempre uno spiraglio di luce (e proprio con le luci avremo a che fare nel corso di questa recensione), quei pochi titoli che cercano di portare avanti e preservare il lato più creativo degli sviluppatori di videogiochi.

Quando questo succede, accadono spesso belle cose: alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di Journey, uno dei titoli più spettacolari della passata generazione di console, sviluppato dai ragazzi di Thatgamecompany e uscito in esclusiva su Playstation 3. Per non parlare di Rayman Origins (e relativo seguito, Rayman Legends), tutt’oggi ritenuto uno dei migliori platform della scorsa generazione. Tra uno sparatutto e l’altro, ecco che arriva un altro titolo “creativo” degno di nota: Ori and The Blind Forest, platform sviluppato dal team di Moon Studios disponibile già da qualche giorno su Xbox One e PC, in digital delivery (sull’Xbox Marketplace e su Steam) ad un prezzo di 19.99 Euro.

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Le vicende di Ori and The Blind Forest iniziano in una foresta, nel bel mezzo di un violento temporale. Il giocatore si trova a seguire le vicende di Ori, una sorta di “foglia luminosa” (o piuma, che dir si voglia) che, a causa del temporale, viene brutalmente strappato dall’Albero Spirito. Per sua fortuna però, Ori cade nelle vicinanze di un paffuto e robusto personaggio, Naru, che prontamente lo assiste e si prende cura di lui, come se fosse sua mamma. Già a partire dai primi momenti di gioco (ogni sequenza è stata realizzata con lo stesso motore grafico del titolo, Unity) viene risaltata assolutamente la cura audiovisiva che i ragazzi di Moon Studios hanno riposto in Ori and The Blind Forest, sfidando quanto di buono avevamo già visto in precedenza con gli ultimi capitoli di Rayman. Questo platform 2D si contraddistingue per uno stile unico, leggiadro, particolare ed elegante. Ori and The Blind Forest è davvero un tripudio di colori, di energia, di luci che si mescolano per creare un’ambientazione del tutto suggestiva, viva, contraddistinta da una natura rigogliosa.

Ci ha letteralmente stupito e incantato la caratterizzazione stilistica di Ori, il protagonista della storia, che appare a tratti fluorescente ai nostri occhi, con un bianco che quasi accieca gli occhi del giocatore da quant’è candido e luminoso. Abbiamo apprezzato poi tantissimo il richiamo (più o meno dichiarato) ad alcune opere del celebre Studio Ghibli: Naru sembra infatti fare l’occhiolino allo spirito Senza Volto de “La Città Incantata” di Miyazaki, sia da un punto di vista estetico (entrambi hanno una maschera bianca che li copre) che caratteriale, dal momento che entrambi si prendono cura di un altro essere fino ad affezionarsi. Anche la natura, poi, è un fattore onnipresente all’interno del titolo, esattamente come succede con le opere del grande maestro Hayao Miyazaki.

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Ori and The Blind Forest non intrattiene il giocatore in lunghi e noiosi tutorial, limitandosi a impartire i comandi base che serviranno per muovere il nostro personaggio e poco altro: è anche questa la particolarità del titolo, che restringe al minimo sindacale i consigli dall’esterno, lasciando il giocatore in balia dell’avventura, di ciò che accade intorno. Non ci saranno quindi punti evidenziati da seguire o altri consigli di sorta come accade nella stragrande maggioranza dei titoli d’oggi, ma sarà il giocatore stesso a trovare una via (e un modo) per proseguire nella vicenda che fa da sfondo al titolo. Nel corso della storia Ori apprenderà tra le altre cose nuove abilità (sia offensive che di movimento), che saranno fondamentali per andare avanti. A tal proposito va evidenziata la reattività pressoché fulminea dei controlli, davvero precisi e immediati, a tal punto da risultare (poche volte, fortunatamente) frustranti in alcuni sprazzi, che richiedono un maggior impegno e concentrazione da parte del giocatore.

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Un altro aspetto che senz’altro aiuta ad immergersi ancor di più dentro le vicende del gioco è il comparto sonoro, pregevole tanto quanto quello visivo. Ogni arrangiamento musicale si accompagna perfettamente con le sequenze di gioco, emozionando il giocatore e aumentando il “pathos” di alcune scene in particolare (anche se non vogliamo dirvi di più, per non rovinarvi l’effetto sorpresa), che risulteranno essere davvero commoventi.

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Commento finale

In conclusione, se siete amanti dei platform bidimensionali, Ori and The Blind Forest è un titolo che non dovete assolutamente farvi sfuggire. Le meccaniche di gameplay sopraffini, un comparto tecnico e stilistico d’assoluta eccezione, una colonna sonora evocativa e immersiva, confluiscono insieme nel confezionare un prodotto di altissima qualità, e dalla spiccata originalità in termini creativi, che prende con coraggio le distanze dai soliti titoli dei giorni d’oggi, offrendo un’esperienza unica nel suo genere.

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