Cinque ragioni per giocare a Black Desert Online

“Black Desert Online” è la cosiddetta “ventata di freschezza” nel panorama degli mmorpg e ci sono molti motivi per amarlo. Ne ho scelti cinque, ma voglio aggiungerne un sesto a cui dedico questa breve introduzione e che dipende dagli altri fattori che elencherò: in “Black Desert Online” non devo aspettare l’endgame per divertirmi, non devo neanche aspettare di essere al massimo livello. Certo, l’endgame aggiunge a “Black Desert Online” aspetti PvP assenti nelle fasi iniziali dell’avventura, ma già dopo le prime missioni introduttive mi ritrovo in un mondo enorme pieno di cose interessanti da fare e di gameplay da scoprire: ho missioni da compiere, luoghi da esplorare, nemici da combattere e attività secondarie che potrebbero occupare da sole il mio intero tempo di gioco. E se proprio voglio raggiungere il livello 50 velocemente, ignorando storie, missioni, personaggi, crafting e gathering, posso riuscirci in forse appena una dozzina di ore.

Cinque ragioni per giocare a Black Desert Online: Il Black Spirit

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Il vero protagonista di “Black Desert Online” il Black Spirit, il mio misterioso compagno di viaggio. All’inizio del gioco so solo che ho stretto un patto con questa creatura, da tutti temuta, e che per farlo ho rinunciato ai miei ricordi perdendo le mie conoscenze e le mia abilità di combattimento, che devo recuperare. Il Black Spirit mi guida in questo cammino per tornare a essere il guerriero che ha conosciuto. Perché gli servo, perché anche lui deve diventare più forte e per farlo ha bisogno di essere portato a contatto con antichi e misteriosi artefatti. All’inizio il Black Spirit è solo una massa nera con due malvagi occhietti rossi, poi gli crescono i denti (“Guarda i miei denti” mi dice, felice), poi gli crescono le braccia, gli cambia la voce… sempre più umano, sempre più una caricatura dell’umanità.

In molti videogiochi di ruolo, e soprattutto in molti mmorpg, ricevo ridicole missioni come “uccidi cinquanta goblin”, missioni che sono veri atti di crudeltà, genocidi, più che quest eroiche. Possono convincermi di starlo facendo per una giusta causa, che la storia lo richieda, che tutti quei goblin (tutti!) siano malvagi, cattivi, meritevoli di essere uccisi nel sonno, colpiti alle spalle, massacrati nelle loro case. Posso fingere di crederci, ma so che non è vero, so perché lo faccio: lo faccio perché così guadagnerò esperienza, soddisferò una missione, diventerò più potente. “Black Desert Online” e il suo Black Spirit non hanno, per una volta, paura di dirlo: il dolore e la morte che mi porto dietro hanno lo scopo di farmi diventare più forte, secondo il volere del demone che mi guida. A un certo punto accetto di portare delle merci in città per conto di un personaggio secondario, ma il Black Spirit spunta al mio fianco e mi consiglia: “Potremmo fare più soldi tradendolo e vendendo queste merci per conto nostro”. Posso scegliere se seguire il Black Spirit o no, ma la sua voce mi è familiare: è la voce che ho sempre sentito in tutti i videogiochi di ruolo, stavolta incarnata.

Cinque ragioni per giocare a Black Desert Online: Il sistema di combattimento

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Il sistema di combattimento di “Black Desert Online” sembra una rivoluzione, perché toglie quasi totalmente la necessità di hotkey e di una barra delle abilità. Sono abituato a MMORPG in cui ogni diverso potere del mio personaggio deve essere inserito in una barra apposita e richiamato con un tasto numerico della tastiera, ma in “Black Desert Online” la maggior parte delle abilità è attivata da un tasto specifico (Q, E, F, clic sinistro, clic destro) o da una combinazione di tasti (Q, E, F, clic sinistro, clic destro, Maiusc, Spazio e frecce direzionali). Sono pochissime le abilità che devo effettivamente inserire nella barra delle hotkey e collegare ai tasti numerici, mentre tutto ciò che uso normalmente in battaglia è posto sui tasti intorno alla combinazione WASD, in modo da facilitarne l’uso e le possibilità di combinazione. Il sistema di combattimento d’azione di “Black Desert Online” assomiglia apparentemente a quello di TERA, ma è così ulteriormente spostato verso il picchiaduro, la combo, la velocità.

Non è ancora solido come i sistemi di combattimento dei videogiochi single-player (non è “Dark Souls”) e non ha la complessità tecnica e maniacale di “Blade & Soul” ma con questo sistema di combattimento anche grindare è un piacere. Mi butto in un accampamento in mezzo ai goblin. Non stavano facendo niente di male: alcuni sono seduti intorno a un calderone, forse di minestra, altri fanno la vedetta, timorosi dell’arrivo dei nemici. Di me. Mi pare di sentire le parole del Black Spirit nelle mie orecchie. Le parole del Black Spirit le sento sempre, le ho sempre sentite: uccidili, ruba i loro averi, diventa più forte. Sono qui per questo. Prima uccido i nemici dotati di abilità a distanza: scatto verso di loro (Maiusc+Spazio) e, prima che possano colpirmi, li butto a terra con un calcio (E) e infierisco in modo che non possano rialzarsi. La mia Tamer è un personaggio pieno di abilitatà AoE, non ci metto molto a uccidere la massa dei nemici più deboli: con un passo avanti colpisco orizzontalmente con la mia katana (clic sinistro+indietro), poi affondo nel branco la lama (un altro clic sinistro, concatenato al precedente), evoco il potere della bestia divina Heilang (clic destro+freccia avanti) e salto contro i miei nemici e atterro travolgendoli col potere della bestia (spazio). Mi muovo intorno agli avversari più forti alternando schivate (Maiusc+frecce laterali) e attacchi in schivata (clic sinistro+frecce laterali), cerco un’apertura, cerco di arrivare alle loro spalle per ottenere un bonus di danno. Intorno a me c’è ormai solo morte, il Black Spirit sogghigna lo so che sogghigna. Pigio R, rovisto i loro corpi. Ripigio R: prendo tutto ciò che hanno. Centinaia di esemplari di oggetti apparentemente inutili da ammassare e poi da scambiare in cambio di monete d’argento. Anche il farming torna a essere un piacere quando non è più pigiare in ordine dei tasti e aspettare un cooldown.

Cinque ragioni per giocare a Black Desert Online: Un vero open-world

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Il mondo di “Black Desert Online” non è solo enorme: è davvero open-world. Tutto viene caricato via via che mi muovo, e non sono mai bloccato da una schermata, da una porta, da un’attesa. È tutto a mia disposizione, grande e sconfinato, pieno di possibilità. In mezzo al mare ci sono isole su cui si nascondono i tesori maledetti dei pirati, nelle pianure corrono liberi cavalli selvaggi che posso catturare e addomesticare, sotto i laghi ci sono caverne in cui gli Imp si raccolgono intorno a misteriosi capi, lungo le strade maggiori ci sono città in cui i venditori non sono solo interfacce per funzioni del gioco, ma personaggi con nomi, storie, motivazioni. Persone con cui posso chiacchierare, che posso imparare a conoscere nel tempo. La storia di “Black Desert Online” suggerisce una direzione, ma la velocità con cui posso livellare mi permette di andare ovunque io voglia sostanzialmente sin dall’inizio, e il gioco non perde occasione per stornarmi dalla strada maestra.

A questo senso di vera grandezza e vera libertà contribuisce anche il sistema di movimento di “Black Desert Online”. Cavalco, salto, mi arrampico liberamente. Ho la sensazione di poter andare ovunque, di poter raggiungere la cima di ogni montagna balzando da roccia a roccia, di poter scendere in ogni canyon. E se l’assenza di sistemi di Viaggio Rapido può pesare (anche se detesto i sistemi di Viaggio Rapido e li considero più che altro soluzioni disperate al complesso problema del backtracking), il classico autorun mi porta speditamente alla destinazione impostata o all’obiettivo della quest, lasciandomi godere delle dimensioni del mondo e dandomi sempre la possibilità di perdermi in esso e di esplorarlo senza però la continua frustrazione del non sapere dove andare. Così percorrere e ripercorrere le strade, i campi, le foreste, quello che in “Dragon’s Dogma: Dark Arisen” era una ossessiva e tediosa routine, diventa in “Black Desert Online” solo l’affascinante conseguenza di un mondo troppo grande per l’uomo.

Cinque ragioni per giocare a Black Desert Online: Un (quasi) vero sandbox

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È probabilmente impossibile, anche se sarebbe molto interessante, realizzare qualcosa di totalmente sandbox ma che sia multigiocatore e massivo; qualcosa in cui, per esempio, sia possibile uccidere i personaggi non giocanti necessari alle quest e vederne le conseguenze sul mondo. Immagino che un simile mmorpg smetterebbe di avere quest givers in forse una settimana. Ma le varietà di situazioni che “Black Desert Online” offre lo avvicina veramente a un sand-box, a uno spazio di libertà in cui i giocatori possono trascorrere il tempo facendo quello che vogliono e perdendosi non solo nei luoghi di un mondo immenso, ma anche nelle sue mille attività. Posso affittare un edificio e trasformarlo in una fucina da fabbro, facendoci lavorare dentro i miei lavoratori (caratterizzati da razza, statistiche, livelli di esperienza e abilità speciali) mentre altri sottoposti scavano dalle rocce i minerali necessari per le mie creazioni. Intanto, posso mandare altri manovali a lavorare nei campi, in modo da avere gli ingredienti per poter poi preparare la birra necessaria a ristorare le energie dei miei operai, mentre carico le casse dei prodotti agricoli in eccesso su un asino o un carro e vado a venderle lontano, dove magari la loro carenza ne alza il prezzo.

Una notte ho fatto le cinque di mattina insieme ai miei compagni di Gilda. Non siamo andati a esplorare pericolosi luoghi sotterranei, non abbiamo combattuto contro mostruose creature dimenticate. Ci siamo trovati a Veila, una città sul mare del nord, dove uno dei miei compagni aveva costruito una povera zattera e, dopo esserci montati tutti sopra, siamo andati a pesca insieme. Abbiamo attraversato isole e arcipelaghi in cerca di acque pescose, consumando le nostre canne da pesca per tirare su pesci rari e oggetti misteriosi, tra cui un Ancient Relic Crystal Shard che, rivenduto nel mercato dei giocatori, mi ha riempito delle monete necessarie per un bel po’ di tempo. Una persona potrebbe fare solo questo in “Black Desert Online”: potrebbe solo andare a pesca sulla sua barca e poi tornare in città e rivendere il pescato, vantandosi con gli amici delle bestie rare catturate in alto mare. Ed è forte la tentazione di perdere ore e ore curando le vie commerciali del gioco, investendo nei nodi che creano la rete dei mercati di “Black Desert Online” per poi dedicarsi alla raccolta, alla produzione e alla vendita dei beni.

Cinque ragioni per giocare a Black Desert Online: Grafica e ambientazione

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La grafica di “Black Desert Online” è uno dei migliori elementi del gioco, ma non per i motivi più evidenti. La grafica di “Black Desert Online” non è bella solo per la sua ricchezza persino esagerata ma, soprattutto, per l’eleganza dei design e delle ambientazioni: in “Black Desert Online” non c’è un costume o un nemico che non abbia un aspetto interessante e dettagliato. “Black Desert Online” non cerca di stupirmi con bizzarre architetture fantastiche o con terre dai colori sgargianti e dalla geologia impossibile, ma mi porta in un mondo che ha un aspetto concreto, credibile, realistico. Potrei quasi definire “Black Desert Online” un low fantasy, se le sue città dalle credibili architetture medievali e le sue foreste non fossero invece piene di razze fantastiche, di piccoli elfi e di mezze bestie, di nani e di goblin, che rendono le comunità del gioco varie e colorate.

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Con questa mediocrità dell’ambientazione stonano alcuni dettagli: le classi magiche di Wizard e Witch usano la magia con troppa facilità, come se fosse un potere comune e domestico in un mondo invece costruito non dalla magia, ma dalla pietra e dal lavoro. E, in generale, gli effetti che accompagnano le abilità di combattimento dei personaggi sono forse troppo rumorosi e spettacolari. Ma non sottovalutate “Black Desert Online” per questo: è meritevole il modo in cui gli autori di Pearl Abyss sono riusciti a creare un mondo realmente interessante e capace di incuriosirmi e di stupirmi senza doverlo infarcire di sorprendenti banalità ma sfruttando, invece, dettagli e credibilità. Mi sembra di poter toccare le rocce delle scogliere di “Black Desert Online” e il grasso nasone dei suoi imp vestiti come conquistadores spagnoli.

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