Time Magazine pubblica una ridicola classifica dei videogiochi migliori della Storia

Se qualcuno di voi ha ancora fiducia in Time Magazine, una rivista capace di darci in ogni occasione prova della sua mancanza di connessione con la realtà (e con i Millennials), la sua lista dei 50 migliori videogiochi della Storia vi farà cambiare idea. “Volendo Rappresentare multiple generazioni di videogiocatori, la squadra della sezione tecnologia di TIME ha analizzato più di 150 titoli attraverso un processo di voto multistadio per compilare uno sguardo alle migliori idee che il videogioco ha avuto in circa quattro decadi.” Detto così sembra un metodo molto scientifico, ma i risultati sono ridicoli.

Chiariamo, fare una lista dei 50 migliori videogiochi della Storia sarebbe difficile e poco sensato anche per qualsiasi rivista o sito specializzato, e ogni volta che ne appare una vedo il solito incontro di banalità e di necessità. Ci sono i soliti titoli nelle solite inevitabili posizioni, ci sono titoli recenti in alto solo perché la nostra memoria dei loro gameplay è fresca e le loro meccaniche sono ancora attuali, ci sono alcuni giochi irrinunciabili, come la pizza Margherita nella carta di una pizzeria Gourmet, di cui però potremmo tranquillamente fare a meno. Ma una lista può essere divertente e provocare anche dibattiti interessanti se creata secondo un principio, dando una lettura alla storia del videogioco. Io ho la mia lista dei migliori videogiochi mai realizzati sostanzialmente organizzata in base alla qualità del loro level design perché è così che secondo me va letta l’evoluzione dell’industria videoludica.

Invece è difficile trovare una logica nella lista di Time Magazine (a parte il loro “processo di voto multistadio”) e i suoi autori sono chiaramente interessati non a parlare dei migliori videogiochi della Storia, ma dei videogiochi storicamente più importanti e influenti sul panorama attuale. E anche in questo la lista è un disastro. DOTA 2 è quarantanovesimo: troppo in alto o troppo in basso, a seconda di come si voglia interpretare il suo caotico e ipertrofico design, più simile a come si sviluppa il racconto orale che un’opera d’arte autoriale. Subito dopo, “Angry Birds” è quarantottesimo. “Resident Evil 4” è quaranteseiesimo, confermando un’idea che avevo in testa già da qualche anno: il quarto “Resident Evil”, non più survival horror ma non ancora sparatutto alla “Call fo Duty” come il sesto episodio, è attualmente quello più apprezzato e apprezzabile, l’incontro da tutti preferito tra brividini e accessibilità. Ma è il primo “Resident Evil” e la sua casa da aprire ed esplorare come lo spazio di un metroidvania quelli di cui dovremmo tessere le lodi. Purtroppo, “Resident Evil” è assente, come è assente l’intera serie di “Silent Hill” che ha solo definito la storia del survival horror. “Bioshock” è quaranteduesimo, ma “System Shock 2” è assente.

“Pong” è quarantesimo, uno di quei giochi inevitabili di cui avevo parlato prima. “Castlevania” è trentanovesimo, ma “Castlevania: Symphony of the Night”, forse davvero il miglior videogioco della Storia, è totalmente assente, come è assente l’intera serie di “Metroid” e l’intero genere dei metroidvania. “Fallout 3” è trentaseiesimo, e il paragrafo di testo lo descrive decantandone la totale superiorità ai primi due capitoli, assenti dalla lista insieme come sono assenti tutti i videogiochi di ruolo occidentali: “Diablo 2” è al ventunesimo posto ed è definito “probabilmente il miglior videogioco di ruolo della Storia, il miglior dungeon-crawler della Storia e il miglior gioco per PC della Storia”. Ma fatemi il piacere: dove avete messo “Planescape: Torment”?

“Halo: Combat Evolved” è venticinquesimo, ma manca “Perfect Dark”. “Rise of the Tomb Raider” è diciottesimo, e la serie di “Uncharted” non compare. “Super Mario Bros.” è ottavo, ma è chiaro che non è il migliore videogioco di piattaforme 2D Nintendo (sarebbe “Yoshi’s Island”) e che si trova così in alto per la sua rappresentatività e per la sua influenza. Arrivati alle prime posizioni, la classifica diventa più interessante (e probabilmente redatta con più attenzione): “Doom” è quarto, “The Legend of Zelda: Ocarina of Time” è terzo, “Super Mario 64” è secondo. Per la prima posizione si torna alla banalità istituzionale dei ringraziamenti all’inizio di un congresso, e Time Magazine incorona “Tetris”. Oltre ai tanti assenti che ho elencati e che potrei ancora elencare, faccio notare che nessun Soulsborne è entrato nella classifica, ed eppure “Dark Souls” è sia uno dei migliori videogiochi mai realizzati sia uno dei videogiochi più influenti (soprattutto adesso) mai realizzati.

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