Get Even provato a Lucca Comics 2016

Una fiera come il Lucca Comics & Games 2016 potrebbe essere proprio il luogo sbagliato in cui provare “Get Even” di The Farm 51 (“Necrovision”) e Bandai Namco. Fuori dal casottino in cui ci sto giocando c’è festa, rumore, musica. Il padiglione in cui mi trovo esplicita al suo esterno di avere Spotify come “partner musicale”, e il pattume che viene sparato a volumi pazzeschi, a raffica, al suo interno sembra confermarlo. “Get Even” è un titolo che, dal suo annuncio nel 2014 al suo successivo ritorno nel 2016, sembra cambiato profondamente e ancora non sapevo cosa aspettarmi dagli autori di uno sparatutto divertente ma stupido ed esagerato come “Necrovision”, una versione horror della Prima Guerra Mondiale.

Nel 2014 “Get Even” veniva ancora pubblicizzato per la sua “grafica fotorealistica” e per i suoi elementi multiplayer fusi nell’esperienza per giocatore singolo (qualcosa forse nello stile di “Dark Souls” e “Watch Dogs”), ma da quanto è ricomparso questi dettagli non vengono più discussi e nei comunicati stampa si parla soprattutto della sua “rivoluzionaria” tecnologia per l’audio 3D. Da questo punto di vista, vi dico che quello che ho potuto sentire durante la partita mi è sembrato di buona qualità, ma che semplicemente non c’erano le condizioni per dare un vero parere sull’aspetto sonoro di “Get Even”. L’aspetto grafico attuale sembra invece semplice, lontano dalle originali pretese di fotorealismo, ma comunque ben riuscito e capace di evocare un’atmosfera tesa e inquietante. A un certo punto il ragazzo di Bandai Namco che gestiva la prova è entrato nel casottino per parlarmi e spiegarmi alcune cose, e colto di sorpresa sono balzato via come un gatto preso alle spalle.

Get Even a Lucca Comics 2016: Trama

Get Even

Durante il Lucca Comics & Games 2016 ho potuto provare le prime fasi di “Get Even”. Il protagonista, Cole Black, si infiltra nel covo di un gruppo di mercenari alla ricerca di una ragazzina rapita, armato di pistola e di uno smartphone multi-uso capace di essere anche montato come visore su un’arma. Questa parte del gioco funge da tutorial e da introduzione agli eventi che comporranno la parte più nutrita della trama di “Get Even”: imparo a usare lo smartphone, capace di individuare indizi e scannerizzarli dandomi informazioni necessarie alla mia esplorazione, imparo a usare le mie armi e prendo confidenza con i semplici controlli. Ma, quando arrivo a disattivare la bomba, accade qualcosa.

Il mondo intorno a me cambia, mi trovo all’improvviso in un altro luogo, in un manicomio abbandonato. Non so come ci sono finito, non so che fine abbia fatto la ragazzina. È questo l’enigma centrale della trama di “Get Even”, un videogioco che non vuole che io capisca facilmente cosa è vero e cosa non lo è e che vuole mettermi di fronte a scelte e bivi con, a quanto pare, conseguenze concrete sugli eventi futuri della trama (ma ignoro se il gioco avrà veri e propri finali alternativi).

Get Even a Lucca Comics 2016: Gameplay ed esplorazione

Quello che mi ha più sorpreso e deluso in queste fasi iniziali è però il gameplay del gioco, in cui sembra che gli elementi sparatutto siano ridotti al minimo (cosa che non mi dispiace a dire il vero) e che tutti si concentri su esplorazione e investigazione, purtroppo in modo un po’ semplicistico e monotono. Impugno lo smartphone multi-uso e mi muovo nel mondo guardando aumentare il numero di lucine verdi accese su di esso: più lucine sono accese più son vicino a un indizio, e quando sto inquadrando una zona di interesse lo smartphone mi mostra esattamente quale è l’indizio da scannerizzare nella mia inquadratura. Allora pigio un tasto, lo smartphone scannerizza e mi dà il risutlato. Può fare di tutto: controlla negli archivi le impronte digitali e fa l’analisi del DNA, è un kit completo di strumenti forensi infilati in modo improbabile in un cellulare. Però non c’è niente di particolarmente divertente nel muoversi nel mondo seguendo lucine e indizi su dove si trovano gli indizi, non ho trovato molto interessante poter pigiare un tasto dopo aver seguito una traccia piuttosto chiara per avere tutte le informazioni necessarie.

Certo, l’impressione è anche che “Get Even” voglia rendere interessante interpretare questi indizi, usarli per avanzare nel suo mondo e per scegliere come comportarmi, cosa è vero e cosa non lo è. Ma mi immagino un intero gioco passato intanto a raccogliere indizi in questo modo, e non è una fantasia molto piacevole. Esistono, va detto, altri strumenti all’interno dello smartphone (una mappa, una luce UV, una telecamera sensibile al calore…) e andando avanti la loro interazione potrebbe dare una certa varietà all’esplorazione di “Get Even”. Come esistono (le vedete nei video qua sopra) moltre altre situazioni dal punto di vista del gameplay, dagli scontri a fuoco in ambienti irreali a momenti stealth. Ma la cosa che mi ha sorpreso è che “Get Even” sembra effettivamente un thriller/horror investigativo in cui scoprire trama e ambienti ha la priorità su ogni altra meccanica.

Get Even a Lucca Comics 2016: Impressioni dalla demo

Get Even

Nonostante i dubbi che posso avere sulla varietà delle sue meccaniche esplorative e investigative “Get Even” pare un titolo promettente, ancora ricco di cose da svelare e da tenere d’occhio se siete appassionati di classici thriller/azione come “Condemned: Criminal Origins” (con cui “Get Even” condivide davvero molte meccaniche, forse troppe) o horror atmosferici e psicologici ma dotati comunque di quella che sembra una buona dose d’azione con elementi stealth. “Get Even” uscirà nella primavera del 2017 per PC, PlayStation 4 (su cui lo ho provato durante il Lucca Comics & Games 2016) e Xbox One.

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