The Division introduce le microtransazioni con l’aggiornamento 1.6

Proprio ieri sera ho pubblicato un articolo che giudicavo anche abbastanza approfondito sui contenuti del terzo DLC di “Tom Clancy’s The Division” (“Tom Clancy’s The Division: Fino alla fine”) e del suo aggiornamento 1.6. Avevo davanti il comunicato stampa ufficiale e lo avevo espanso usando le informazioni complete su espansione e aggiornamento (le potete trovare qui) e, seppur avevo tagliato corto sui vari bilanciamenti del gioco, credevo di non essermi perso niente di importante. Poi, prima di andare a letto, ho guardato l’ultimo episodio di The Jimquisition, appuntamento settimanale del canale YouTube di Jim Sterling: parlava di “Evolve”, un gioco a cui mi ero più volte personalmente interessato, e volevo conoscere la sua opinione. Alla fine del video, come spesso accade, c’è la piccola rubrica “Oh Ubisoft!” che sintetizza una malefatta di Ubisoft e, stavolta, Sterling ha portato la mia attenzione sulle micro-transazioni che sono state aggiunte a “Tom Clancy’s The Division” proprio con l’aggiornamento 1.6.

La novità si trova in fondo alla pagina sull’aggiornamento 1.6: “Con questo aggiornamento verrà riorganizzato lo store in gioco. Ci sarà una nuova moneta, e verrà ampliata la gamma di articoli disponibili presso un venditore speciale, come nuove emoticons, skin armi e abbigliamento.” Di che nuova moneta sta parlando Ubisoft? Per scoprirlo bisogna andare in un’altra pagina (qui) sul forum ufficiale della compagnia, dove si trovano le F.A.Q. sui nuovi “crediti premium”. Come avrete capito non si tratta di altro che di una valuta in-game da acquistare con soldi reali, come in qualsiasi videogioco free-to-play per dispositivi mobili. I crediti premium potranno poi essere spesi nel nuovo negozio di gioco, in cui saranno però sfruttabili solo per acquistare oggetti “cosmetici” (estetici) e non per avere vantaggi nel gameplay. Ubisoft motiva la scelta spiegando di voler dare ai giocatori la possibilità di esprimersi e personalizzare l’aspetto del proprio personaggio, ma di aver dovuto trovare un modo per farlo “in modo sostenibile senza impattare le risorse disponibili agli altri aspetti del gioco”.

Non possono nascondere la mia preoccupazione nel vedere l’ennesimo gioco a prezzo pieno e con un Season Pass introdurre un sistema di micro-transazioni, ma capisco il problema di gestire “Tom Clancy’s The Division” come un servizio (“game as a service”) seppur dotandolo di un sistema economico inizialmente tradizionale e quindi adatto solo a un supporto limitato dopo il lancio. Non siamo, cioè, nella situazione di “Deus Ex: Mankind Divided”, con la microtransazioni inserite nella campagna per giocatore singolo con l’unico scopo di modificare gameplay e bilanciamento e con una modalità (“Breach”) ispirata ai free-to-play e ideata solo come occasione di pagamenti aggiuntivi. Però io ricordo quando Ubisoft parlò delle micro-transazioni in “Tom Clancy’s The Division”, e ricordo cosa disse: davanti alla presenza di “optional in-game purchases” affermò “non ci saranno microtransazioni, nemmeno per oggetti cosmetici. Oggetti cosmetici verranno venduti ma come DLC, attraverso le solite piattaforme di distribuzione”. La differenza tra DLC e micro-transazioni secondo Ubisoft mi sembrava già all’epoca molto sottile ma pare che la compagnia abbia ora comunque cambiato idea: il nuovo sistema di crediti premium e negozio in-game è decisamente un sistema di micro-transazioni, qualsiasi definizione voglia dare al termine.

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