I videogiochi di The Witcher non hanno arricchito l’autore dei romanzi

Andrzej Sapkowski è l’autore della saga di “The Witcher”, una serie di romanzi fantasy ispirati al folclore slavo che lo segue da quando ha 38 anni (ora ne ha 69). Pur essendo un autore conosciuto in patria, in Polonia, è diventato noto all’estero soprattutto quando CD Projekt Red ha trasformato la sua saga in una fortunata serie di videogiochi, che dopo un inizio promettente ma difettoso ha raggiunto l’apice con il terzo episodio [easyazon_link identifier=”B00CYKF432″ locale=”IT” tag=”web051-21″]”The Witcher 3: Wild Hunt”[/easyazon_link] diventando il punto di riferimento per tutti i videogiochi di ruolo d’azione open-world al mondo. Guardate come è diventato “Final Fantasy” di Square Enix con [easyazon_link identifier=”B00ESBHFX2″ locale=”IT” tag=”web051-21″]”Final Fantasy 15″[/easyazon_link] e non faticherete a vedere l’influenza che “The Witcher 3: Wild Hunt” ha avuto anche su questo gioco.

Potreste pensare che l’adattamento in un videogioco di successo abbia portato parecchio denaro a Sapkowski, ma non è vero: Sapkowski non aveva alcuna fiducia nei videogiochi e nella loro capacità di adattare “The Witcher” e, invece di una parte dei guadagni, ha  preso solo una somma iniziale per la vendita dei diritti a CD Projekt Red, come aveva già fatto per un precedente tentativo di tradurre in videogioco “The Witcher” da parte di Adrian Chmielarz (“Bulletstorm”, “The Vanishing of Ethan Carter”) e lo studio Metropolis.

Sapkowski lo ha spiegato in una interessante intervista a Eurogamer (vi consiglio di leggerla integralmente perché è un piacere leggerlo sbraitare contro preti e traduttori). “Beh portarono una grossa borsa di soldi. È questo che mi aspetto da un adattamento: una grossa borsa di soldi. Fine. […] Mi offrirono una percentuale dei loro profitti. Dissi: no no tanto non ci saranno proprio profitti, datemi subito i soldi! La cifra intera! Fu stupido. Fui abbastanza stupido da lasciare tutto nelle loro mani perché non credevo nel loro successo. Ma chi avrebbe potuto prevedere il loro successo? Io no di certo.”

Scrisse del materiale inedito per CD Projekt Red, ma poi lasciò a loro il lavoro, senza interessarsene e senza seguire lo sviluppo. Per Sapkowski i membri di CD Projekt Red non erano nessuno, mentre lui era un importante romanziere: quando il gioco divenne tanto celebre si rese però conto che all’estero era ormai conosciuto, quando era conosciuto, solo per il videogioco. Arrivarono a chiedergli se egli fosse l’autore dei romanzi tratti dal videogioco. Non ne è molto contento, ma ha solo parole positive per il lavoro di CD Projekt Red. “Il gioco è fatto molto bene, e meritano tutto il riconoscimento che stanno vendo. Lo meritano. Il gioco è molto buono, ben fatto, ben fatto.”

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